martedì 29 gennaio 2008

Riguardo al post precedente...

Visto che l'argomento del post precedente mi sta parecchio a cuore e visto che ha suscitato l'interesse di diversi utilizzo un altro post per esprimere le conclusioni a cui sono arrivata dopo qualche giorno di riflessione.
Ciononostante, in questi giorni ho continuato a meditare.
Credo che la risposta alla domanda che mi ero fatta, ovvero cosa vorrei fare adesso sia momentaneamente "continuare a volere", ovvero non arrendermi, non iniziare a dire "tanto è così e non cambierà quindi a che serve lottare". non credo serva andare in sudamerica per risolvere i problemi. La soluzione è semmai cercare di restare qui con lo spirito che avrei se fossi in Sudamerica.
Stamani la vedo così. Mi sembra che in questo mondo dove tutti sono schiacciati dal lavoro, dagli impegni, dalle cose da fare e dal grande fratello in tv tutto sia stato pensato per far smettere gli uomini di volere.
Quindi io vo in culo a tutti e continuo a volere e a sperare. Gli altri si godano pure la casa del grande fratello in diretta 24 ore su 24 dalla parabola.

venerdì 25 gennaio 2008

Tirare il freno a mano a 200 all'ora

Che dire? Non lo so.
Da un po' di tempo a questa parte tutto sembra correre così veloce intorno a me e mi pare di non avere più tempo per curarmi della mia persona. No, non dico dell'esteriorità. L'aspetto estetico, per quanto possa, riesco ancora a curarlo (prova ne sia il fatto che oggi sono andata a depilarmi dall'estetista perchè anche io, ho il coraggio di ammetterlo, avrei i peli sulle gambe, non fosse per la magica trovata della ceretta...o c'è qualcuno che crede ancora che le donne siano lisce per natura?) comunque, mi pare che quello che non abbia tempo di curare (curare nel senso di prestare attenzioni, non di guarire) sia lo spirito.
Arranco dietro al lavoro, arranco dietro agli orari dei pasti, agli appuntamenti, allo studio. Sembra che dietro ad ogni cosa, ogni commissione, ogni compito, anche il più semplice, ci siano mille impedimenti, mille cose che rallentino il mio incedere. Mi viene in mente quella scena di Metropolis in cui si vedono gli operai che lavorano come matti a un macchinario assurdo, spingendo leve misteriose che attivano una serie di meccanismi e ingranaggi la cui funzione è a tutti ignota, stancandosi come matti.
Insomma, arrivo che sono sempre stressata. Vorrei silenzio e solitudine in certi momenti, e non essere reperibile per nessuno, ma questo non è possibile.

Una cosa è chiara, mi innervosisco sempre più facilmente, probabilmente grazie alla supercombo lavoro + studio + rotturedicoglionivarie - sigarette.
Il mondo ha i contorni mossi e tremolanti come visto dal fondo di un budino semitrasparente da quando ho smesso di fumare. Tutto fa tremare i miei nervi che sembrano crollare da un momento all'altro.
Sto per terminare il secondo mese tobaccofree. Il primo mese e mezzo non mi ha dato noie...nemmeno sentivo la voglia delle sigarette...ma da una settimana qualcosa è cambiato, ho i nervi a fior di pelle e una voglia di fumare da impazzire. (come mai ho smesso? ma avevo proprio così tanto bisogno di smettere di fumare? non era meglio se continuavo?)
Tener duro è una cosa mica da ridere, soprattutto se una persona, come me, si sente fumatrice nell'anima.

Stasera per cause di forza maggiori non sono potuta uscire. Girellavo su internet quando mi sono nuovamente imbattuta in Maksim Cristian e il suo Fanculopensiero. Non sto qui a farvi la recensione o spiegarvi chi sia lui, se interessati vi basta cliccare il link correlato. Per i più pigri, basti sapere che è un libro che ho letto lo scorso settembre e che mi è entrato nell'anima, anche perchè racconta la storia vera del suo autore che è un personaggione assurdo. Una storia sulla quale ho sempre meditato un sacco, dopo la sua lettura...nelle ultime settimane però con tutto questo correre, questa frenesia, queste leve da tirare, non ci avevo più pensato. Non avevo più pensato a Maksim, al suo libro, alla voglia che mi aveva dato di affrontare la vita in modo diverso, ai propositi che mi ero fatta dopo la lettura del suo libro.
In particolare, in quel sito sul quale sono capitata per caso stasera, era riportata la frase che è un po' la chiave di tutto il libro: cos'è che in questo momento vorrei fare più di ogni altra cosa?. Pareva che quella cavolo di domanda stasera fosse rivolta a me. Al che mi sono fermata. Come qualcuno che tira il freno a mano mentre sta viaggiando a 200 all'ora. Mi sono posta nuovamente la domanda, in attesa di una risposta...E la risposta è non lo so. Forse vorrei scappare in Sudamerica. Forse mettermi a vivere per strada. Forse continuare a fare quello che sto facendo. Il problema è che se si perdono di vista gli obiettivi è difficile anche fare qualcosa per raggiungerli. Se non si sa cosa si vuole fare più di ogni altra cosa...come si fa a farla?

Sembra che qualcosa blocchi i miei pensieri e le mie volontà da qualche giorno.

Cosa voglio fare adesso più di ogni altra cosa?
Farmi un bagno, poi andare a letto, leggermi qualche pagina di un buon libro, e infine dormire. E sarà fatto...

lunedì 14 gennaio 2008

Quando Mauro Repetto diventa il fulcro della conversazione

A volte la vita crea delle strane coincidenze. Passano anni, secoli durante i quali tu non pensi ad una cosa o ad una persona (e a volte proprio non ci pensi più per il resto della tua vita). Poi però d'improvviso qualcosa te lo fa tornare in mente, una serie di coincidenze diciamo. E il ripensare a quella cosa porta con sè tutta una serie di riflessioni.
Per anni non ho più pensato a Mauro Repetto. Per la verità non ci ho mai pensato seriamente nemmeno quando era sotto gli occhi di tutti, perchè alla fine a me gli 883 non è che mi facessero impazzire. Sì, che c'entra, alle feste delle medie lo stereo di quello che aveva dato la festa passava "sei un mito" a ripetizione, ma non si va molto oltre.
Mauro Repetto, per chi non lo sapesse, era il biondino degli 883, quello che per diversi anni ha affiancato Max Pezzali, quello che, si dice, era buono a scrivere le canzoni ma non a cantarle, per cui durante i vari concerti e il Festivalbar, da sempre regno indiscusso del playback, per non stare sul palco fermo come una guardia svizzera, dilettava le folle saltando e dimenandosi fino a diventare paonazzo mentre l'altro cantava.
Per questo motivo fu ai tempi deriso da molti, stampa e sottoscritta compresa. Poi sparì, dalle scene così come dalle menti dei più.
Per Natale un amico mi ha regalato un libro. Quando mi capita un libro qualsiasi sotto mano ho la malsana abitudine di leggerne anche il retrocopertina e la dedica. Quella del libro in questione recita così: " A mio nonno Osvaldo che, a costo della vita, non ha mai cercato di apparire, ma è successo. A Mauro Repetto e Andrew Ridgley che, a costo della vita, hanno sempre cercato di apparire, ma non è stato un successo". (Da brava ignorante quale sono sapevo soltanto che Mauro Repetto era il "biondino che saltava degli 883" ma non sapevo che Andrew Ridgley fosse l'equivalente di Mauro Repetto negli Wham, lacuna che è stata colmata dal pronto intervento di F.B.V al quale vanno i miei ringraziamenti).
Dopo tanti anni la figura di Mauro Repetto si ripresenta così, prepotentemente, nella mia vita.Ho cercato anche di ignorarla, di ignorare questo stimolo, quando ieri mattina, non so per quale malsano motivo, il mio ragazzo inserisce di nuovo lui, Mauro Repetto, in uno dei suoi discorsi...Mauro Repetto...ci incontriamo di nuovo?
E poi...ieri sera, salutato il mio ragazzo, vado a cena fuori con amici. Si parla di musica quando a un certo punto il Giova quale argomento tira fuori? Proprio questo: il ruolo di Mauro Repetto negli 883!!
Ora, passi per una coincidenza, ma 3 sono un po' troppe. Così stasera ho chiesto all'oracolo degli oracoli che tutto sa, incarnato al giorno d'oggi in un motore di ricerca meglio noto come Google, il quale mi dice che esiste (udite udite!) una voce di Wikipedia (forse la maggiore fonte bibliografica della mia tesi) dedicata al Nostro, nonché numerosi blog che hanno come argomento principale proprio LUI: Mauro Repetto.
Senza indugi clicco sul link di Wikipedia e mi leggo la sua triste storia: dopo essere stato deriso per un paio d'anni sia dalla stampa che dal pubblico che lo riteneva solo capace di saltellare su un palco, Mauro molla d'improvviso Max per tentare di realizzare un suo sogno: la carriera cinematografica. Per fare questo si reca in America, dove pare sia stato truffato e abbia perso un fracco di soldi senza concludere nulla. Tornato in Italia tenta la carriera musicale da solista ma senza successo (ancora l'altra mia fonte di sapere, incarnata in F.B.V., mi dice che il titolo del suo album da solista era "Zucchero Filato Nero"). Scomparso del tutto dalle scene, riappare a sorpresa durante un concerto di Pezzali nel '98 per poi sparire di nuovo.
Ancora Wikipedia, coadiuvata da altri blog e dall'onniscente figura della Laura (che, mi è sovvenuto dopo, già due anni fa aveva affrontato l'argomento Repetto durante la gita in Irlanda, fornendomi notizie circa la sua attuale carriera) mi fanno sapere che Mauro Repetto lavora attualmente all'Eurodisney (alcuni dicono come scenografo, altri che incarni le vesti di Pluto e continui a zompettare intorno ai bambini.)
Una persona normale dopo aver saputo queste cose probabilmente non si sarebbe fatta domande. Anzi, una persona normale magari manco si ricorderebbe di Mauro Repetto. ANZI, una persona normale non si sognerebbe nemmeno di andare a cercare informazioni su Mauro Repetto su INTERNET!!! Ma io NON sono nè sono mai stata una persona normale. Quindi ora le riflessioni che ho fatto le giro a voi, che magari vi possono tornare utili.
E' mai capitato anche a voi di sentirvi un piccolo Mauro Repetto, di non trovare collocazione sul palco della vita, nonostante cerchiate di apparire, dimenandovi e saltellando fino a diventare paonazzi, apparendo del tutto inutili, pur sapendo che alla base del successo di altri c'è soprattutto la vostra mente ed il vostro operato?
Il fatto che diversi blog e il libro stesso che sto leggendo siano dedicati a lui vuol dire che comunque non sono la sola a pensarci. Forse vuol dire che alla fin fine Mauro Repetto un qualche messaggio l'ha dato. Mauro Repetto forse non è soltanto quello degli 883 che saltellava su un palco come un forsennato. Mauro Repetto oggi è un simbolo, forse proprio IL SIMBOLO di tutto questo.
(e lo dice una alla quale, lo ripeto, degli 883 non importa nè è mai importato un tubo, lungi da me il voler simpatizzare, musicalmente parlando, per Max Pezzali o per Mauro Repetto. E aggiungo questa postilla onde evitare che questo mio post sia frainteso da tutti i potenziali fan invasati di Max Pezzali o di Mauro Repetto, come è successo nel mio precedente nel quale utilizzavo i Take That come esempio di un concetto diverso e più ampio)

giovedì 10 gennaio 2008

Il mio ruolo oggi a lavoro


Oggi a lavoro ruolo di grande responsabilità. Sono stata nominata SOSTITUTA del timbro. In poche parole: il timbro non c'era, ho svolto io le sue funzioni...

sabato 5 gennaio 2008

Il mio inizio anno

Allora, ecco come stanno le cose, se a qualcuno interessasse saperle...
Vi faccio un riassunto delle puntate precedenti stile Santa Barbara con la musichina patetica sotto e la voce narrante ben impostata.
Dopo aver passato un Natale decente con forse qualche abbuffata di troppo, mi chiama il mio ragazzo con voce da oltretomba: "ghhhh...malato...hxxfff....febbre....hhhhrrr influenza". Dopo aver proferito la bestemmia di rito, visto che il 27 dovevo andare da lui per restarci fino al 2, cerco di riorganizzare le cose. Pensa Marta pensa...hai un fisico da lanciatrice di coriandoli: se vai da lui ora e stai a casa sua te la becchi anche te matematico. Posticipa la partenza di 2 giorni e forse la puoi sfangare.
Posticipo la partenza come da copione, arrivo là e...e porca vacca ha ancora la febbre!
Morale della favola: per 2 giorni ha avuto la febbre lui. L'ultimo dell'anno scattata la mezzanotte brindiamo quando improvvisamente inizio ad avvertire una strana sensazione in un bagno di sudore...No, non è il mio corpo che cambia di Piero Pelù, è l'influenza che arriva della Marta!
Resisto stoicamente fino all'uno sera, quando, alla presenza del suo amico tornato di crociera, crollo vergognosamente in pigiama di pile blu con gli orsetti preda di un febbrone da cavallo.
Dopo un ritorno in "patria" stordita dalla tachipirina (dagliene secche) mi sono infilata nel letto (erano le 13:00 del 2 gennaio), letto dal quale mi sono alzata solo per andare in bagno e poco altro. Adesso sono le 10 di mattina del 5 gennaio e la mia temperatura corporea (esterna perchè io il termometro nel sedere non lo metto, ecco!) continua a oscillare fra 37 e 8 e 39 e 7.
Non ne posso più, ma quando cavolo mi passa?

Ah, buon 2008 a tutti. State lontani dall'influenza!