giovedì 27 marzo 2008

Per chi se lo fosse chiesto

Per chi, dei miei pochi ma buoni assiui lettori, si fosse chiesto che fine avessi fatto e come mai ultimamente sono stata così sfuggente in questo blog la risposta è presto detta: dovevo finire di partorire la tesi.
La buona notizia è che da stamani alle 9 la mia tesi è ufficialmente a rilegare, quindi ormai quello che c'è scritto c'è scritto (anche se temo le sue pagine siano l'impero dei refusi). Dovrebbero esserci a seguire la consegna in segreteria, la consegna al prof e infine la discussione (che spero sia a breve).
Che dire, mi sento un po' "inutile" abituata com'ero a dover sempre pensare alle correzioni, al contenuto, al reperire i materiali, insomma, a tutta questa aonia durata quasi due anni (non perché io sia ritardata ma perchè è stato veramente un lavorone). Sì, ora me la devo studiare per la discussione...però mi sento che il più sia fatto...e, è buffo a dirsi, ma credo mi mancherà tutto questo. Come impiegherò le mie giornate? Come si può vivere senza l'angoscia della tesi? Senza pensare di dove andare in biblioteca? Senza tutte quelle fotocopie sparse per tutta la stanza?
Ho sempre 6 mesi buoni di servizio civile (ahimè) e dovrò recuperare tutti quei giorni di servizio(tantissimi a dire la verità) persi a causa della tesi.
Forse questo contribuirà in parte a tenermi la mente impegnata.
Questo per il momento è tutto.
Per i prossimi aggionamenti al riguardo restate sintonizzati su questa rete.

martedì 18 marzo 2008

Spettacolo in unico atto

Il mio ragazzo sostiene che le prime cose a colpirlo di me furono lo sguardo e la mia innata capacità di essere catalizzatrice di situazioni bizzarre, nel senso che, se c'è un pazzo nel raggio di un km, questo viene a piazzarsi proprio di fronte a me o, peggio, se deve accadere una situazione strana, assurda o particolarmente sfigata, questa avviene sempre e comunque sotto ai miei occhi.
I fatti di oggi, almeno in parte, non lo hanno smentito. Per quanto riguarda lo sguardo, beh, quello non sta a me valutarlo...
Già a cose normali, a partire dalle 17 in poi, le strade nei dintorni di casa mia diventano un inferno di macchine che si muovono a passo d'uomo, questo dovuto in parte alla congenita e conclamata incapacità di guidare del pistoiese medio (che quado vede giallo al semaforo dei pedoni si deve fermare, formando file incredibili), in parte all'incapacità da parte di chi ci amministra di gestire il traffico e, da ultimo ma non per ultimo, dal fatto che vivo in una zona a ridosso del centro. Il normale ingorgo del rientro poi diviene una cosa quasi insostenibile se per puro caso cadono anche solo due gocce di pioggia(com'è noto il pistoiese odia bagnarsi).
Ebbene, oggi dopo 3 settimane durante le quali non ho potuto farlo a causa della labirintite, oggi ho deciso di andare a farmi una passeggiata cn Arturo.
A malapena abbiamo messo il naso fuori che un pandino ci passa davanti per poi inchiodare e mentre penso "ecco il tonfo"...il tonfo arriva!!
Non so come mai ma quando due macchine picchiano fra di loro il rumore che fanno mi ricorda quello che fa una bottiglia d'acqua diplastica che viene piegata per essere gettata nella spazzatura.
Stavolta però il rumore è più forte e a quello si unisce il classico suono di vetri e plastiche rotte.
In meno di un istante siamo lì, ad ammirare un pasticcio di 4 macchine (che adesso occupano lo spazio di due): una panda, due utilitarie e un jeeppone, tutte incastonate l'una nell'altra, dalle quali escono in sequenza i seguenti personaggi:
a) il Tamarro, 20 anni circa, autista della Panda che è arrivata per ultima e ha tamponato le altre, gilet della ditta e berretto di lana da questiere nero della west cost.
b) il Bambino, divisa granata, parastinchi, calzettoni lunghi e scarpe da ginnastica.
c) il Trentenne. Attonito, abulico.
d) La Donnina, autista del jeeppone: ho detto tutto.
e) L'Imberbe. 19 anni circa, probabile primo incidente in macchina, sangue che cola dal naso su viso bianco dallo spavento. Anzi, lui non scende di macchina. Gli sportelli della macchina non si aprono più. Gli aprono da fuori.
3 secondi e i marciapiede si riempiono di curiosi, più numerosi del solito. Il fatto è che lì davanti c'è proprio un ambulatorio medico. Una bella fortuna per i pazienti che stavano lì in sala d'attesa a rompersi le palle, con un "Gente" di 8 mesi fa talmente consunto che non si possono più leggere gli intrighi dell'estate 2007.
Nemmeno a dirlo, i primi spettatori a procacciarsi un posto in prima fila son i vecchietti, per la maggior parte fuoriusciti proprio dall'ambulatorio medico: ovviamente, loro che fino a due minuti fa lamentavano malattie inguaribili, al rumore del tonfo sono corsi in strada scattanti come maratoneti e ora fanno a gomitate per avere una visuale migliore.
E ora che abbiamo un pubblico, dei protagonisti e una situazione, lo spettacolo può andare in scena.
Appena sceso di macchina, il Tamarro si accende la sigaretta e guarda il panino di macchine girottolando nervosamente, con aria da "Sono stato io a combinare tutto questo casino??" Il Trentenne lo guarda fra il sardonico e il rassegnato, da uomo che ne ha talmente viste tante nella vita che ormai non c'è nient'altro da fare che "chiamare i vigili". Appena proferite queste parole, la Donnina, che guidava il suvvone (con baby calciatore dentro), sclera. Dice che i vigili sono incompetenti, che la colpa è tutta dell'ultimo della fila,che lei, poverina, ha solo frenato perchè c'era la fila e che ora ha furia perchè ha tante cose da fare "quindi io prendo e me ne vado" (ma è trattenuta dal trentenne che la guarda con aria truce: "se fai per andartene, brutta stronza, ti piglio a badilate la macchina" sembrano voler dire i suoi occhi.
Già...Facile per lei, che guidava quella specie di arrogante mezzo cingolato da città che non ha subito alcun danno. Comunque, in quanto donna alla guida di un suv, io la includo fra i maggiori sospettati: deve per forza averci messo del suo a provocare l'incidente.
Intanto il Tamarro spalanca le braccia: "ho frenato ma ho visto troppo tardi..."la Donnina continua a urlare, qualcuno fra le fila degli spettatori, forse una comparsa, fa il battutone ridacchiando "e ora l'ultimo paga per tutti."
Nel frattempo nessuno si cura dell'Imberbe che, sceso di macchina tutto sanguinolento, se ne sta zitto zitto e dice, rivolto a me "ah, io non so come levarla la macchina da qui". Gli suggerisco di andare al pronto soccorso: il colpo di frusta è sempre dietro l'angolo, non si sa mai.
Lo sguardo odioso che mi rivolgono all'unisono la Donnina e il Tamarro mi fanno capire che era molto, ma molto meglio se me ne restavo zitta.
A complicare il tutto, ecco che arriva, in perfetto ridardo, l'autobus delle 17.00 che in tutto quel casino resta imbottigliato e le macchine non passano più.
Un omino scende dalla propria vettura e, in un delirio di onnipotenza, si improvvisa vigile per dirigere il traffico a senso alterno,creando più casino che mai e provocando persistenti e fastidiosi strombazzamenti di protesta.
La situazione sta diventando troppo caotica per i miei gusti, senza considerare le vecchine arrivate tardi che mi tirano la manica per sapere da me cosa è successo e Arturo che mi tira dall'altra per andare via e proseguire il giro.
"Non c'è niente da vedere" dice una voce profonda da poliziotto americano dentro di me, presumibilmente copiaincollata nel mio subconscio da chissà quale film, e mi allontano. Arturo però si ferma un ultimo istante sul luogo del delitto. Si avvicina alle 4 macchine tamponate, una attaccata all'altra. Infine annusa la ruota posteriore del suv, tira su la zampa e lascia in ricordo una bella pisciatina.
Adoro quel cane, in fin dei conti ha già imparato dalla vita tutto quello che c'è da sapere...

sabato 1 marzo 2008

Dentro al labirinto


Dunque, la parola "labirinto" di solito porta alla mente immagini simpatiche e gioiose, di misteri bambineschi e castelli incantati. C'è il mitico film Labyrinth dove David Bowie sfoggia il suo bel pacco imbottito, c'è il filo d'arianna, c'è il labirinto da risolvere del corriere dei piccoli, c'è il labirinto del Parco di Pinocchio (NO, QUELLO NON C'E'. ALMENO NON PIU'). In realtà per me labirinto in questi ultimi 5 giorni in cui non sono stata vista quasi da anima viva ha significato un incubo. Una bislacca malattia chiamata "labirintite" (se non sapete cliccate e sarete magicamente trasportati su wikipedia) si è abbattuta su di me. Al di là del nome carino, di carino non ha niente. La testa gira, i coglioni girano di conseguenza, le gambe non ti reggono, ti viene da vomitare come se avessi perennemente mal d'auto. L'unica soluzione è stare con la testa assolutamente immobile nel letto al buio. Anche andare in bagno diventa un'impresa. Sono stata 3 giorni senza mangiare alcunché, visto che la forma presa dalla sottoscritta era alquanto acuta (e te pareva) e 4 giorni senza vedere niente altro che la mia camera in penombra. Non un libro da leggere, una tv da vedere, niente di niente.
Al di là di alcuni sogni deliranti (combattere una guerra contro le tartarughe-ragno e...ugh..mi vergogno pure a dirlo...andare a un concerto di Ivana Spagna), causati, più che da un sonno vero e proprio, dagli effetti collaterali delle medicine, ho avuto ben poco altro da fare. Non ho potuto occuparmi di sistemare le ultime cose della tesi. Non sono andata nè potrò andare a lavoro per diversi altri giorni e questo solleva una spinosa questione, quella della fine dei giorni di malattia messi a disposizione dal benemerito Ministero...gliela farei venire a loro che hanno detto 15 giorni di malattia per i civilisti la labirintite, poi mi raccontano..
Comunque al di là di tutto devo dire che questa malattia del cavolo, privandomi brevemente di qualsiasi distrazione esterna, mi ha fatto riflettere a lungo. E mi ha fatto apprezzare tutto quello che a cose normali (quando cioè non soffro di labirintite) possiedo. Tutto alla fine è speciale, anche alzarsi dal letto e poter scrivere due righe su un blog, telefonare a un amico, attendere che gli amici ti vengano a trovare, ricevere un sms dal tuo ragazzo...sì vabbè, non è che questa sia la pubblicità dell'unieuro con Tonino Guerra sull'ottimismo...comunque davvero ho riapprezzato tutto. E ho scoperto che mi mancano tante cose, cose normalissime ma che fino a una settimana fa non le pensavo nemmeno proprio perchè le ritenevo banali. Fra queste:
1) Fare una bella zingarata primaverile, appena arriva la primavera quella vera, e mangiare bomboloni fritti (sempre che l'Angelina e Crampo ci stiano, sennò che zingarata è?)
2) Fare una bella cenona devastante con tutti ma proprio tutti tutti.
3) Giocare a risiko 10 ore di fila e porcaputtana vedere se almeno una volta riesco a vincere
4) Portare il mio cane a fare una passeggiata in campagna
5) Andare a vedere qualche mostra bislacca di artisti contemporanei (per questo ci vuole l'angela o la laura)
6) Fissare le ferie col mio ragazzo (non dico partire eh, dico FISSARE, cazzo, mi accontento di poco!!)
7) Portare finalmente il mio ragazzo a cena dalla Peppina

Beh, spero vi siate goduti questo post perchè ci ho messo un tempo indicibile e una grande fatica a scriverlo visto che ogni due minuti mi dovevo firmare...e sì, forse ne potevo fare a meno, ma almeno stando sveglia ho evitato di risognare Ivana Spagna!!