Posto qui questo commento oserei dire geniale all'articolo "Silvio ancora superstar" pubblicato su www.libero-news.it. Non so chi ci sia dietro il nome di armatan che ha scritto il seguente commento ma mi ha fatto morire!!
La preghiera del Partito dell' Amore...da recitare ogni giorno !
Credo in Berlusconi Presidente Onnipotente, creatore di Mediaset e Publitalia. Di tutti gli imbrogli visibili e invisibili. Credo in un solo Dell'Utri unico referente della Mafia nel Nord Italia, coadiuvato da Mangano mafioso impenitente. Primo fra tutti gli industriali mafiosi. Da Riina con Riina, da Provenzano con Provenzano. Non generato ma adepto della P2 per mezzo dell'intercessione di Cicchitto, e' della stessa sostanza di Gelli. Per mezzo di Lui tutte le cose sono state corrotte. Per noi italiani e per la salvezza dei nostri corrotti sfuggi a Mani pulite e per opera dei voti mafiosi si è incarnato nel seno delle nostre istituzioni e si è fatto politico. Fu ostacolato dalla lega dopo le elezioni del 94, cadde e fu deposto, ma dopo una legislatura è resuscitato grazie all'accordo D'Alema-Violante è salito al colle e siede con la destra e non lo puo' giudicare piu' nessun vivo o morto, ed il suo partito non avrà fine.... Mostra tutto Credo in Piersilvio che amministra la Mediaset e controlla l'opinione pubblica in accordo col padre e in quanto figlio e' con il padre adorato, il quale parla sempre per mezzo di tutti i mezzi d'informazione. Credo nel PDL uno, molteplice e pieno di fighe mignotte. Professo una sola volonta' per l'impunita' del mio presidente e aspetto la riabilitazione pubblica di Craxi e di tutti i mafiosi suoi compari affinche' si compia il progetto della Propaganda2 in Italia. EVVIVA!!!
lunedì 22 marzo 2010
venerdì 19 marzo 2010
Un'esperienza da non ripetere mai mai più
Innanzitutto mi scuso coi 4 gatti che mi leggono se ormai fra un post e l'altro passano die mesi ma il fatto è che...boh, non lo so, forse c'ho poca ispirazione, forse c'ho poco tempo, forse entrambe le cose.
Da circa 3 settimane sono a casa da uno dei lavori che facevo, quello che svolgevo in ufficio e per adesso continuo a dedicarmi agli altri che mi sono rimasti direttamente da casa.
Così, dopo circa 3 anni di costanti attività fuori mi trovo a casa la mattina, senza essere in ferie o malata. E' una sensazione stranissima, sapete, mi sento fuori posto e quasi in colpa, come quando alle superiori facevo forca a scuola. La vita al mattino è tutta diversa. Ci sono esseri che escono fuori di notte, ma ce ne sono altri che sicuramente vanno a giro solo al mattino.
Ad ogni modo una cosa l'ho scoperta: ci raccontino pure quello che vogliono ma il mattino è l'impero dei vecchietti.
Vecchietti per strada, vecchietti nei negozi, vecchietti in macchina, vecchietti al SUPERMERCATO.
Ecco, giusto a proposito di supermercato. Stamani mi alzo piena di buona volontà e faccio una riflessione che a me pareva logica: se invece di andare di venerdì pomeriggio a fare la spesa alla coop, che c'è il mondo, ci vado di mattina di sicuro non trovo NESSUNO e faccio in un attimo. Ahahahah! Illusa! non avevo contato LORO, i vecchietti.
Giunta al parcheggio della Coop mi rendo conto subito che qualcosa non quadra: tutti i posti sono invasi da macchine incredibilmente obsolete e incredibilmente in buono stato che significano solo una cosa: "vecchietto a bordo"...già, dovrebbero mettere l'adesivo, come fanno quelli con i bambini.
Insomma, parcheggio a parte l'intero supermercato è un inferno. Mai visto un fitto così di nonnetti, roba che neanche alla pista del liscio alla festa dell'unità di settembre! E fra l'altro erano pure vestiti in tenuta "grande evento" proprio come alla festa dell'unità: pantalone buono e cappellino per lui, gonna a pieghe e chili di lacca per lei.
Già di per sè odio fare la spesa in ambienti affollati: carrelli ovunque che vengono a sbatterti addosso, casino nei reparti più "gettonati" come la macelleria o il frutta e verdura, file interminabili alle casse, ma avevo sottovalutato l'effetto NONNO.
In partica la situazione è la stessa, solo incredibilmete più lenta.
Fra la selva dei vecchietti mattutini alla coop due categorie in particolare sono temibilissime: la coppia di coniugi e il signore anziano da solo. Già, perchè la signora anziana da sola generalmente è pratica, efficiente, e se si vuole anche rapida in un certo qual senso...ma le altre due tipologie sono allucinanti!
Una coppia di anziani coniugi sta insieme da una vita e pertanto ha i ruoli ben definiti in ogni occasione, figurarsi a fare la spesa! Qui la donna procaccia il cibo mentre l'uomo l'accompagna e l'aspetta. Queste semplici operazioni possono essere svolte in due modalità ambedue fastidiose:
1) La donnina concitata trotterella di reparto in reparto con aria sicura a prendere ciò che serve mentre il marito l'attende fuori, con occhio sbarrato, a bordo della propria automobile ferma in un angolo improbabile del parcheggio che rende arduo il passaggio a chiunque.
2) La donnina concitata trotterella di reparto in reparto con aria sicura a prendere ciò che serve mentre il marito l'attende dentro, con occhio sbarrato, alla guida di un carrello fermo in un angolo improbabile del supermercato che rende arduo il passaggio a chiunque.
In entrambi i casi il problema è causato, ovviamente, dal marito e dall'assurda postazione dalla quale aspetta la moglie: pur impedendo il passaggio a chicchessia se ne sta piantato lì in mezzo e non c'è forza sulla terra capace di spostarlo. L'unica è aggirare l'ostacolo e passare da un'altra parte e quand'anche una persona riuscisse nell'ardua impresa non deve sottovalutare la seconda temutissima tipologia di utenza anziana del supermercato: il vecchietto da solo.
Ora anche qui occorre fare una distinzione: i poveri e teneri vedovi sono generalmente rapidi e indolore, quasi dei terminator della spesa: focalizzano l'obiettivo, lo prendono, lo mettono nel carrello e via.
Ma i peggio, quelli a cui mi riferisco io, sono i vecchietti sposati con moglie arcigna che li attende sulla soglia di casa, pronta a criticare i loro acquisti sbagliati.
Questi poveri uomini sono secondo me terrorizzati dalle proprie mogli e dai loro eventuali rimproveri, per cui cercano di azzeccare il tiro come meglio possono, onde evitare inutili e acidi rimbrotti. Per questo motivo passano ore...ORE(!!) al banco carni per scegliere il pezzo di vitellone migliore, quello che sia tenero, in quantità sufficiente per bastare a lui e alla moglie senza avanzare, fresco, non contenga impurità e abbia il miglior rapporto qualità-prezzo. In altre parole un'impresa.
Lo stesso fanno praticamente negli altri reparti, solo che a volte i poveretti son talmente vessati dal pensiero ossessivo della moglie e talmente confusi che li ritrovi a "crissare" nei luoghi più improbabili, impedendoti il passaggio o l'acquisto di quella cosa di cui non puoi proprio fare a meno (già, perchè chiedere permesso o speronarli con il carrello non serve assolutamente a smuoverli dal loro torpore) ecco, giusto per fare un esempio, mi potete spiegare che cavolo ci faceva quel vecchietto stamattina alla coop fermo come un palo davanti allo scaffale degli assorbenti interni?
L'epopea della spesa il venerdì mattina si conclude, come è ovvio che sia, alle casse, dove incontri di nuovo le stesse persone in atteggiamenti simili e altrettanto fastidiosi. La coppia, con la moglie che dispone le cose ordinatamente sul nastro e il marito fermo, il carrello tutto storto che ti punta dritto nel costato, lo sguardo perso nel vuoto ma la mano sul portafogli, pronto a pagare e a svignarsela.
Poi c'è i vecchietto, che non si sa come è riuscito a smuoversi dal torpore e a raggiungere la cassa senza altri intoppi, che, dopo aver disposto le cose sul nastro nell'ordine in cui la moglie vuole leggerle sullo scontrino, srotola le borsine di stoffa fornitegli diligentemente dalla compagna per evitare di spendere i soldi in quelle borsacce di nylon che si rompono subito.
Così, finalmente, dopo un'ora circa, riesco anche io a pagare, imbustare e fuggire. E già che ci sono metto su nello stereo della radio un po' di Pantera che tutto questo fare la spesa mi ha istigata ben bene alla violenza.
lunedì 28 dicembre 2009
Grazie a tutti coloro che hanno permesso che il nostro paese si trasformasse in questo.
Ho cambiato idea sull’Italia
Articolo di Società cultura e religione, pubblicato giovedì 24 dicembre 2009 in Gran Bretagna.
[The Guardian]
La mia storia d’amore con l’Italia è finita. L’idillio non c’è più. Ora vedo il Paese per quello che è veramente : razzista, di destra e corrotto.
Mi sono chiesto a lungo come iniziare questo articolo che spiega come mai ho cambiato idea sull’Italia, come mai nel corso dell’ultimo decennio il mio sdegno sia cresciuto sempre di più nei confronti di un paese e di una cultura che prima mi deliziavano così tanto, e come mai adesso non m’importa quasi per niente se un giorno tornerò a mettere piede su quella terra. Ma non avrei dovuto preoccuparmi, un articolo pubblicato dal Guardian mi ha dato lo spunto.
Il reportage di John Hooper su Coccaglio, paese vicino Brescia, raccoglie la maggior parte di quello che non va nell’Italia moderna in un pacco natalizio, confezionato con carta regalo molto particolare e chiuso con un meraviglioso fiocco come solo gli italiani sanno fare. Hooper ci racconta come il Natale a Coccaglio sia segnato da una ricerca condotta casa per casa per scovare immigrati irregolari (ovvero neri). La retata, promossa dal consiglio comunale locale controllato dalla Lega Nord, è stata ufficialmente denominata Operazione Bianco Natale e finirà, oh oh oh, il 25 dicembre. Un consigliere di Coccaglio ha dichiarato che il Natale è una festa dell’identità cristiana, non una celebrazione dell’ospitalità. L’intera operazione è stata salutata e appoggiata dal governo di Silvio Berlusconi.
Essendo un europeo del nord, sono cresciuto con la propensione nordeuropea a innamorarsi dell’Italia, un paese dove c’è tepore al posto di freddo, luce al posto di buio, estroversione al posto di introversione, passione al posto di repressione. Visitare l’Italia, come ho fatto per un bel po’ di anni della mia vita, voleva dire entrare nel mondo dei sensi, in un posto dove il cuore ha la meglio sul cervello, dove la bellezza prende il posto della bruttezza e dove la naturalezza sciolta e tollerante rimpiazza la severità abbottonata del mondo protestante. Col passare degli anni mi sono interessato alla lingua, all’arte, alla storia e ovviamente anche all’opera e alle donne. Sono rimasto affascinato anche dalla politica. La sinistra italiana sembrava possedere un modo tutto suo, colto e acuto allo stesso tempo, di vedere il mondo e il proprio Paese. Era una combinazione accattivante di socialismo e stile. Mi pareva che a Bologna avessero inventato la città moderna perfetta, combinando dinamismo intellettuale, un’amministrazione locale straordinaria e alcuni esempi della cucina migliore d’Europa. Come tanti altri della mia generazione, mi sono bevuto tutto quanto e mi chiedevo come mai noi inglesi non potessimo somigliare un po’ di più agli italiani.
Ma questo era tanto tempo fa. Adesso vedo le cose in maniera diversa. Sarebbe facile scaricare tutta la colpa su Berlusconi, sulla sua personalità grottesca, sulla sua corruzione, sulla sua mancanza di vergogna e sul suo razzismo , e fino ad un certo punto, certamente, lo faccio. Ciò che George W. Bush ha fatto per la reputazione mondiale degli Stati Uniti, Berlusconi l’ha fatto per la reputazione dell’Italia. Tuttavia, c’è una grossa differenza: l’ascesa di Bush ha reso possibile l’ascesa correttiva finale di Barack Obama. In maniera opposta, l’ascesa di Berlusconi sembra autoalimentarsi e sembra portare l’Italia sempre di più verso una politica controllata e dominata dai media. A volte ho paura che questo sia il nostro futuro anche nel Regno Unito se non staremo attenti. Il mio quiz natalizio per i lettori è questo: chi potrebbe essere il Berlusconi britannico?
Torniamo in Italia. Quando gli osservatori inglesi guardavano gli Stati Uniti un decennio fa e si chiedevano come avessero fatto ad eleggere qualcuno come Bush, c’era almeno una chiara risposta psefologica alla loro domanda (la quale non era semplicemente la risposta ovvia che nel 2000 non l’avessero eletto). Gli americani hanno scelto Bush due volte perché gli elettori americani, soprattutto i maschi bianchi, sono tendenzialmente, sia culturalmente sia politicamente, più a destra dei votanti maschi e bianchi nella maggior parte d’Europa.
Ci dobbiamo porre una domanda simile sugli italiani. Come hanno potuto eleggere Berlusconi, farlo una seconda volta e poi una terza? L’hanno fatto, sospetto, per le stesse ragioni psefologiche degli americani che hanno scelto Bush. Ripercorrendo gli ultimi 150 anni di storia italiana possiamo notare lunghi periodi di governo della destra, seguiti da un breve periodo di catastrofi e, successivamente, una riconferma della destra. L’Italia non è mai stata quel paradiso liberale di cui si illudono qualche volta i progressisti europei. In realtà è un Paese in cui c’è una maggioranza di destra. È molto più corrotto, depravato, razzista e anarchico di quanto i turisti di classe media, pieni di fantasie ispirate da EM Forster e che vedono solo quello che vogliono vedere, possano immaginare. Coccaglio non è un mero correttivo di tutto questo. L’Italia è così. Dimenticate l’Italia di Dante. Dimenticate l’Italia di Verdi. Dimenticate l’Italia delle vostre fantasie. Benvenuti nell’Italia che definisce una retata contro gli immigrati ‘Operazione Bianco Natale’, nell’Italia che dichiara che il Presidente degli Stati Uniti ha una bella tintarella, la stessa Italia che poi si mette anche a ridacchiare di queste cose.
[Articolo originale "I've changed my mind about Italy" di Martin Kettle]
Articolo di Società cultura e religione, pubblicato giovedì 24 dicembre 2009 in Gran Bretagna.
[The Guardian]
La mia storia d’amore con l’Italia è finita. L’idillio non c’è più. Ora vedo il Paese per quello che è veramente : razzista, di destra e corrotto.
Mi sono chiesto a lungo come iniziare questo articolo che spiega come mai ho cambiato idea sull’Italia, come mai nel corso dell’ultimo decennio il mio sdegno sia cresciuto sempre di più nei confronti di un paese e di una cultura che prima mi deliziavano così tanto, e come mai adesso non m’importa quasi per niente se un giorno tornerò a mettere piede su quella terra. Ma non avrei dovuto preoccuparmi, un articolo pubblicato dal Guardian mi ha dato lo spunto.
Il reportage di John Hooper su Coccaglio, paese vicino Brescia, raccoglie la maggior parte di quello che non va nell’Italia moderna in un pacco natalizio, confezionato con carta regalo molto particolare e chiuso con un meraviglioso fiocco come solo gli italiani sanno fare. Hooper ci racconta come il Natale a Coccaglio sia segnato da una ricerca condotta casa per casa per scovare immigrati irregolari (ovvero neri). La retata, promossa dal consiglio comunale locale controllato dalla Lega Nord, è stata ufficialmente denominata Operazione Bianco Natale e finirà, oh oh oh, il 25 dicembre. Un consigliere di Coccaglio ha dichiarato che il Natale è una festa dell’identità cristiana, non una celebrazione dell’ospitalità. L’intera operazione è stata salutata e appoggiata dal governo di Silvio Berlusconi.
Essendo un europeo del nord, sono cresciuto con la propensione nordeuropea a innamorarsi dell’Italia, un paese dove c’è tepore al posto di freddo, luce al posto di buio, estroversione al posto di introversione, passione al posto di repressione. Visitare l’Italia, come ho fatto per un bel po’ di anni della mia vita, voleva dire entrare nel mondo dei sensi, in un posto dove il cuore ha la meglio sul cervello, dove la bellezza prende il posto della bruttezza e dove la naturalezza sciolta e tollerante rimpiazza la severità abbottonata del mondo protestante. Col passare degli anni mi sono interessato alla lingua, all’arte, alla storia e ovviamente anche all’opera e alle donne. Sono rimasto affascinato anche dalla politica. La sinistra italiana sembrava possedere un modo tutto suo, colto e acuto allo stesso tempo, di vedere il mondo e il proprio Paese. Era una combinazione accattivante di socialismo e stile. Mi pareva che a Bologna avessero inventato la città moderna perfetta, combinando dinamismo intellettuale, un’amministrazione locale straordinaria e alcuni esempi della cucina migliore d’Europa. Come tanti altri della mia generazione, mi sono bevuto tutto quanto e mi chiedevo come mai noi inglesi non potessimo somigliare un po’ di più agli italiani.
Ma questo era tanto tempo fa. Adesso vedo le cose in maniera diversa. Sarebbe facile scaricare tutta la colpa su Berlusconi, sulla sua personalità grottesca, sulla sua corruzione, sulla sua mancanza di vergogna e sul suo razzismo , e fino ad un certo punto, certamente, lo faccio. Ciò che George W. Bush ha fatto per la reputazione mondiale degli Stati Uniti, Berlusconi l’ha fatto per la reputazione dell’Italia. Tuttavia, c’è una grossa differenza: l’ascesa di Bush ha reso possibile l’ascesa correttiva finale di Barack Obama. In maniera opposta, l’ascesa di Berlusconi sembra autoalimentarsi e sembra portare l’Italia sempre di più verso una politica controllata e dominata dai media. A volte ho paura che questo sia il nostro futuro anche nel Regno Unito se non staremo attenti. Il mio quiz natalizio per i lettori è questo: chi potrebbe essere il Berlusconi britannico?
Torniamo in Italia. Quando gli osservatori inglesi guardavano gli Stati Uniti un decennio fa e si chiedevano come avessero fatto ad eleggere qualcuno come Bush, c’era almeno una chiara risposta psefologica alla loro domanda (la quale non era semplicemente la risposta ovvia che nel 2000 non l’avessero eletto). Gli americani hanno scelto Bush due volte perché gli elettori americani, soprattutto i maschi bianchi, sono tendenzialmente, sia culturalmente sia politicamente, più a destra dei votanti maschi e bianchi nella maggior parte d’Europa.
Ci dobbiamo porre una domanda simile sugli italiani. Come hanno potuto eleggere Berlusconi, farlo una seconda volta e poi una terza? L’hanno fatto, sospetto, per le stesse ragioni psefologiche degli americani che hanno scelto Bush. Ripercorrendo gli ultimi 150 anni di storia italiana possiamo notare lunghi periodi di governo della destra, seguiti da un breve periodo di catastrofi e, successivamente, una riconferma della destra. L’Italia non è mai stata quel paradiso liberale di cui si illudono qualche volta i progressisti europei. In realtà è un Paese in cui c’è una maggioranza di destra. È molto più corrotto, depravato, razzista e anarchico di quanto i turisti di classe media, pieni di fantasie ispirate da EM Forster e che vedono solo quello che vogliono vedere, possano immaginare. Coccaglio non è un mero correttivo di tutto questo. L’Italia è così. Dimenticate l’Italia di Dante. Dimenticate l’Italia di Verdi. Dimenticate l’Italia delle vostre fantasie. Benvenuti nell’Italia che definisce una retata contro gli immigrati ‘Operazione Bianco Natale’, nell’Italia che dichiara che il Presidente degli Stati Uniti ha una bella tintarella, la stessa Italia che poi si mette anche a ridacchiare di queste cose.
[Articolo originale "I've changed my mind about Italy" di Martin Kettle]
venerdì 18 dicembre 2009
mercoledì 16 dicembre 2009
mercoledì 25 novembre 2009
Idiocracy
Demotivato, si...
in alcuni momenti della mia vita io mi sento veramente
molto, molto, molto, molto, molto, molto demotivato.
E mi sento anche molto molto molto molto depresso
E del resto sara' capitato anche a voi di trovarvi
in una cameretta in un terrapieno a 60 metri di profondita'
e di sentirvi demotivati e depressi.
(E.E.L.S.T. "La saga di addolorato")
Eccoci, demotivata è come mi sento adesso. Sono stanca e arrabbiata ma di una rabbia vuota, inutile. La mia vita procede normalmente: bene l'amicizia, bene la salute, bene l'amore, come direbbe l'oroscopo. Il lavoro...quello ancora è saltuario ma comunque qualcosa c'è. Insomma non dovrei avere nulla di cui lamentarmi se ho queste cose. Se una persona dovesse "badare solo al proprio orticello" nelle mie condizioni non potrebbe far altro che essere contenta.
E invece no. Perché purtroppo non riesco solo a guardare al mio orticello. Non riesco a pensare solo al presente, solo al mio presente.
Guardo la tv di sfuggita, mi basta anche spulciare il più caccoloso e stropicciato giornalaccio gossipparo nella sala d'aspetto del dottore per farmi saltare i nervi.
E mentre sono così incazzata mi passano davanti i volti di Amici, di X Factor e della casa del grande fratello. Gente che fa ore e ore di fila per un provino, mentre io, che non ho mai studiato le leggi in vita mia, mi arrabatto a studiare leggi e decreti per piazzarmi in graduatoria a un concorso pubblico e avere così qualche chance in più di un posto a tempo determinato per tre anni. E allora mi incazzo ancora di più. E mi demotivo.
Mi sembra che il mondo si stia muovendo, stia ruotando, stia portando tutti a un rincoglionimento globale. La scuola, i media, tutto serve a questo: a rincoglionire ancora di più la gente, ad abbrutirla, a renderla ancora più stupida così che possa fare e credere a quello che il nano malefico del momento stia blaterando.
Mi viene in mente un film che ho visto qualche tempo fa: Idiocracy.
A vedere la locandina e leggerne la trama sembra un film demenziale. In realtà non è proprio così. Se non l'avete visto vi consiglio di vederlo.
venerdì 9 ottobre 2009
Il solito tegamone sul suv
Perché bisogna dire le cose come stanno. Il 99% delle donne alla guida dei suv sono dei puttanoni inenarrabili. Poi c'è uno 0,5% di rincoglionite croniche. Infine uno 0,5% di donne normali. Potevo io oggi aver a che fare con questo ultimo 0,5%? No ovviamente. Sono incappata in una della maggioranza.
La mia strada è senza sfondo. E quel che è peggio è che è stretta, anzi, strettissima. Del resto, dato che le prime costruzioni sono documentate qui a partire dagli inizi del Novecento, con molta probabilità non è stata pensata per accogliere macchine. Tantomeno quegli aborti automobilistici che sono i suv. Quando la mia famiglia si trasferì qui le macchine erano ben poche. Nella maggior parte dei casi ci vivevano vecchietti. Me le ricordo ancora le auto parcheggiate qui: la 127 blu (bleargh) dei miei, la fiesta del dirimpettaio, la A112 del mio vicino di casa e l'altra fiesta del babbo della Vale. Fine della fiera. Ora tutti (mia famiglia compresa hanno almeno 2 macchine a testa. E parecchi anche delle auto grossotte. E tutti PRETENDONO di parcheggiare la propria macchina davanti casa. Che discorsi, anche a me fa piacere, se trovo posto. Ma se non lo trovo esco e la metto più in là. Ma ci sono persone che no, questo non lo concepiscono. Anche se non c'è proprio posto loro il parcheggio lo CREANO. Incastonano la macchina con manovre improbabili, sudando e durando più fatica che se l'andassero a parcheggiare all'Acquerino e poi nessuno riesce più a passare. Ma a loro che gliene viene? Basta posteggiarla davanti casa. Poi se è messa in verticale e solo 2 ruote su 4 poggiano a terra fa lo stesso.
Ma questo è un altro discorso. Oggi non voglio parlare di quelli. Voglio parlare di quel TEGAMACCIO sul suv.
Torno verso casa, piove, e come sempre quando piove per strada è un casino. Pedoni impazziti, automobilisti impazziti, camionisti impazziti, autisti del copit impazziti. Finalmente a casa...o meglio nella mia strada...C'è la mia vicina col marito accanto alla loro macchina che è parcheggiata staccata dal muro e questo rende assai difficoltoso il passaggio alla mia modesta Lancia Y. Ma non dico nulla: vabbè che parcheggiano sempre le macchine malissimo ma oggi hanno le due bimbe piccole, le stanno mettendo in macchina per andare via, poveracci, diamogli modo di caricarle.
Appena supero la macchina però...il DISASTRO...
Giro l'angolo ed eccolo, il mio acerrimo nemico, la mia criptonite. Un suvvone metallizzato ENORRRME, pieno di roboante tracotanza, con le lucine della retro belle accese e il suo culone deciso a venirmi addosso per spiaccicarmi. Prima che succeda l'irreparabile il suv si ferma, mi suona il clacson e dal vetro oscurato (maledetti vetri oscurati!) esce una voce che mi intima con una supponenza pari a quella delle lucine della retro del suo fuoristrada di andarmene che deve uscire. E io secondo lei, di grazia, dove vado? In avanti no perchè il suo macchinone mi tappa tutta la strada. All'indietro manco a pensarlo, ci sono quelli con le bambine poverine (certo cazzo anche loro, sempre nel mezzo nei momenti meno opportuni). Apro il finestrino a mia volta e le bercio "guardi, se va avanti mi accosto al muretto e la faccio passare". L'enorme pachiderma su 4 ruote, incastrato nella strada stretta, resa ancor più stretta dalle macchine parcheggiate, si muove a fatica. Sta perdendo la sua baldanza. E si riferma. Nel mezzo. Non ha capito un cavolo di dove doveva andare ma fa niente. Ce la posso fare. Con i nervi del collo che mi si stanno tendendo riesco, a furia di manovre impossibili, ad accostarmi e parcheggiare la macchina. Intanto la coppia con le due bambine del cavolo, poverine, è ancora lì che annaspa credo coi seggiolini.
In quel frangente il suv apre la sua portiera e partorisce una donna. E che personaggio! Testina straparrucchierata (no, non era bionda, era mora...ma secondo me era una bionda in incognito, tinta di nero e se la vedessi nuda sono sicura che le mie congetture sarebbero confermate)con capello liscio piastrato e frangiona alla cleopatra (80 euro, con la mastercard del su' marito), jeansini aderentini elasticizzati (100 euro, con la mastercard del su' marito) e degli stivaletti con tacco a spillo altissimo, anche quelli probabilmente comprati con il contributo del marito che renderebbero impossibile la guida anche a un professionista nel settore, figurarsi a questa tipa qua.
Ticchetta i suoi tacchi arroganti verso di me e mi fa "ma te avresti intenzione di lasciarla lì la macchina? io credevo tu la mettessi in garage".
Ora, io non sono cattiva. Se me l'avesse detto con un altro tono probabilmente mi sarei spostata senza fiatare, anzi, sarei stata felice di fare largo a lei e al suo suv di merda. Ma con quell'arroganza, manco si rivolgesse alla sua colf per chiederle d stirarle la camicetta di seta...non c'era modo che io muovessi la mia macchina di lì.
"Guardi" le faccio "io ho anche le chiavi del garage. Ma in casa. Se aspetta che entro le cerco e la sposto" (si noti come fossi ancora mediamente ben disposta verso di lei).
Al che lei mi risponde con insolenza "ma voi dovete metterci una sbarra qui. In questa strada non ci si passa. Non è possibile una strada dove non ci si passa"
"Io ci passo" le rispondo "non ho mica il suv, io".
"Ma questa strada è stretta, io non ci passo"
"ecco e allora mi spieghi perchè cavolo è voluta entrare con codesto trombone in questa strada che è stretta"
"Questi sono fatti miei. Io se voglio vado dove mi pare. Ora chiamo i vigili! Vedrete che le levano loro le macchine."
"Guardi" faccio io, serafica "che la mia macchina NON è in divieto di sosta. E' correttamente parcheggiata. E' la sua semmai che adesso sta in mezzo alla strada"
Finalmente gli intrepidi genitori capiscono che forse è il caso di levarsi di torno, primo perchè la loro macchina obiettivamente rompe dimolto i cosiddetti, secondo perchè fra qualche secondo potrebbero piovere parole non adatte alle orecchie delle loro bambine.
La claopatra de noialtri continua a sciorinarmi invettive. E' il momento della stoccata finale
"senta, basta vedere come è vestita per capire che lei non sa guidare. Non so cosa ha fatto a suo marito per convincerlo a comprarle quel cavolo di suv perchè io a una come lei non l'avrei mai preso".
Sbraita ancora qualcosa, non le dò spago. Probabilmente se ascoltassi le sue parole finirei per prenderglielo a badilate, quel suo suv. Rientro in casa. Lei rimonta sul suo pachiderma della strada. La macchina con le bambine ha sgombrato il passo. Due manovre e il suv esce dalla mia vista. E stavolta spero per sempre.
La mia strada è senza sfondo. E quel che è peggio è che è stretta, anzi, strettissima. Del resto, dato che le prime costruzioni sono documentate qui a partire dagli inizi del Novecento, con molta probabilità non è stata pensata per accogliere macchine. Tantomeno quegli aborti automobilistici che sono i suv. Quando la mia famiglia si trasferì qui le macchine erano ben poche. Nella maggior parte dei casi ci vivevano vecchietti. Me le ricordo ancora le auto parcheggiate qui: la 127 blu (bleargh) dei miei, la fiesta del dirimpettaio, la A112 del mio vicino di casa e l'altra fiesta del babbo della Vale. Fine della fiera. Ora tutti (mia famiglia compresa hanno almeno 2 macchine a testa. E parecchi anche delle auto grossotte. E tutti PRETENDONO di parcheggiare la propria macchina davanti casa. Che discorsi, anche a me fa piacere, se trovo posto. Ma se non lo trovo esco e la metto più in là. Ma ci sono persone che no, questo non lo concepiscono. Anche se non c'è proprio posto loro il parcheggio lo CREANO. Incastonano la macchina con manovre improbabili, sudando e durando più fatica che se l'andassero a parcheggiare all'Acquerino e poi nessuno riesce più a passare. Ma a loro che gliene viene? Basta posteggiarla davanti casa. Poi se è messa in verticale e solo 2 ruote su 4 poggiano a terra fa lo stesso.
Ma questo è un altro discorso. Oggi non voglio parlare di quelli. Voglio parlare di quel TEGAMACCIO sul suv.
Torno verso casa, piove, e come sempre quando piove per strada è un casino. Pedoni impazziti, automobilisti impazziti, camionisti impazziti, autisti del copit impazziti. Finalmente a casa...o meglio nella mia strada...C'è la mia vicina col marito accanto alla loro macchina che è parcheggiata staccata dal muro e questo rende assai difficoltoso il passaggio alla mia modesta Lancia Y. Ma non dico nulla: vabbè che parcheggiano sempre le macchine malissimo ma oggi hanno le due bimbe piccole, le stanno mettendo in macchina per andare via, poveracci, diamogli modo di caricarle.
Appena supero la macchina però...il DISASTRO...
Giro l'angolo ed eccolo, il mio acerrimo nemico, la mia criptonite. Un suvvone metallizzato ENORRRME, pieno di roboante tracotanza, con le lucine della retro belle accese e il suo culone deciso a venirmi addosso per spiaccicarmi. Prima che succeda l'irreparabile il suv si ferma, mi suona il clacson e dal vetro oscurato (maledetti vetri oscurati!) esce una voce che mi intima con una supponenza pari a quella delle lucine della retro del suo fuoristrada di andarmene che deve uscire. E io secondo lei, di grazia, dove vado? In avanti no perchè il suo macchinone mi tappa tutta la strada. All'indietro manco a pensarlo, ci sono quelli con le bambine poverine (certo cazzo anche loro, sempre nel mezzo nei momenti meno opportuni). Apro il finestrino a mia volta e le bercio "guardi, se va avanti mi accosto al muretto e la faccio passare". L'enorme pachiderma su 4 ruote, incastrato nella strada stretta, resa ancor più stretta dalle macchine parcheggiate, si muove a fatica. Sta perdendo la sua baldanza. E si riferma. Nel mezzo. Non ha capito un cavolo di dove doveva andare ma fa niente. Ce la posso fare. Con i nervi del collo che mi si stanno tendendo riesco, a furia di manovre impossibili, ad accostarmi e parcheggiare la macchina. Intanto la coppia con le due bambine del cavolo, poverine, è ancora lì che annaspa credo coi seggiolini.
In quel frangente il suv apre la sua portiera e partorisce una donna. E che personaggio! Testina straparrucchierata (no, non era bionda, era mora...ma secondo me era una bionda in incognito, tinta di nero e se la vedessi nuda sono sicura che le mie congetture sarebbero confermate)con capello liscio piastrato e frangiona alla cleopatra (80 euro, con la mastercard del su' marito), jeansini aderentini elasticizzati (100 euro, con la mastercard del su' marito) e degli stivaletti con tacco a spillo altissimo, anche quelli probabilmente comprati con il contributo del marito che renderebbero impossibile la guida anche a un professionista nel settore, figurarsi a questa tipa qua.
Ticchetta i suoi tacchi arroganti verso di me e mi fa "ma te avresti intenzione di lasciarla lì la macchina? io credevo tu la mettessi in garage".
Ora, io non sono cattiva. Se me l'avesse detto con un altro tono probabilmente mi sarei spostata senza fiatare, anzi, sarei stata felice di fare largo a lei e al suo suv di merda. Ma con quell'arroganza, manco si rivolgesse alla sua colf per chiederle d stirarle la camicetta di seta...non c'era modo che io muovessi la mia macchina di lì.
"Guardi" le faccio "io ho anche le chiavi del garage. Ma in casa. Se aspetta che entro le cerco e la sposto" (si noti come fossi ancora mediamente ben disposta verso di lei).
Al che lei mi risponde con insolenza "ma voi dovete metterci una sbarra qui. In questa strada non ci si passa. Non è possibile una strada dove non ci si passa"
"Io ci passo" le rispondo "non ho mica il suv, io".
"Ma questa strada è stretta, io non ci passo"
"ecco e allora mi spieghi perchè cavolo è voluta entrare con codesto trombone in questa strada che è stretta"
"Questi sono fatti miei. Io se voglio vado dove mi pare. Ora chiamo i vigili! Vedrete che le levano loro le macchine."
"Guardi" faccio io, serafica "che la mia macchina NON è in divieto di sosta. E' correttamente parcheggiata. E' la sua semmai che adesso sta in mezzo alla strada"
Finalmente gli intrepidi genitori capiscono che forse è il caso di levarsi di torno, primo perchè la loro macchina obiettivamente rompe dimolto i cosiddetti, secondo perchè fra qualche secondo potrebbero piovere parole non adatte alle orecchie delle loro bambine.
La claopatra de noialtri continua a sciorinarmi invettive. E' il momento della stoccata finale
"senta, basta vedere come è vestita per capire che lei non sa guidare. Non so cosa ha fatto a suo marito per convincerlo a comprarle quel cavolo di suv perchè io a una come lei non l'avrei mai preso".
Sbraita ancora qualcosa, non le dò spago. Probabilmente se ascoltassi le sue parole finirei per prenderglielo a badilate, quel suo suv. Rientro in casa. Lei rimonta sul suo pachiderma della strada. La macchina con le bambine ha sgombrato il passo. Due manovre e il suv esce dalla mia vista. E stavolta spero per sempre.
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