Premessa: forse questo post è l'effetto collaterale di un panino divorato in autogrill insieme a 5 ore di macchina, per cui prendete quanto è scritto di seguito con la dovuta cautela.
Da un'ora circa sono rientrata dai pochi giorni trascorsi sulla neve.
Ho tolto la roba dalla valigia, messo a lavare gli abiti sporchi, rimesso al loro posto quelli puliti. Tutto sembra avere una collocazione, tranne me.
Sempre così quando torno da una vacanza, sia essa della durata di un week end oppure di un mese.
Quando mi allontano da casa perdo la cognizione del tempo e di me. Se vado in montagna questa sensazione diviene ancor più forte, proprio perchè in montagna mi rilasso completamente, mi creo una nicchia tutta mia, mi spoglio dei ruoli che devo rivestire.
Al mattino colazione, poi sulle piste da sci. Pranzo in un rifugino a bordo pista. Rientro a casa al tramonto. Mi tolgo gli scarponi, appoggio gli sci e finalmente a casa. Odore di pareti di legno. Mi faccio un bel bagno rilassante, poi abiti comodi e un buon libro letto distesa sul divano. Fuori il silenzio dei boschi. Non c'è luogo dove mi senta più protetta.
Oggi già dalle prime ore di auto iniziavo a temere il rientro, perchè ormai mi conosc, conosco quell'angoscia che mi prende quando arrivo al casello di Pistoia, quando ritrovo immutata la mia città che mi aspetta. E' passato un secolo o un giorno? Non saprei dirlo.
Eppure so che tutto è finito, che devo tornare a essere me stessa.
Ringrazio il cielo di trovare appena varcata la soglia il cane che mi fa le feste. Senza di lui tutto sarebbe ben più difficile.
Intorno tutto parla di me, o almeno di quella che sono stata fino alla mia partenza, di quella che devo tornare ad essere. Il mio letto rifatto col pigiama sotto al cuscino. Le foto sul comodino: io da piccola, io con le amiche, io con Loris, io laureata. Un post-it appeso a un'anta di un armadietto mi ricorda l'appuntamento con la dietologa: venerdì ore 9 e 30. Fotocopie da studiare per un concorso. Disfo le valigie e so di non aver più scampo. Mi metto le ciabatte e accendo il pc. Aspetto che si carichi, poi vado a controllare la posta per vedere se ci sono notizie dal lavoro. Già che ci sono controllo anche il sito del comune di Prato, per vedere se sono usciti nuovi concorsi interessanti.
E ora? che ne sarà di me? Sarò di nuovo all'altezza di sostenere tutto questo? Non ho molta scelta, devo tornare a sedere sul posto che mi è stato assegnato dalla vita. Non esistono più la neve, le lunghe piste nel bosco, gli scarponi, il bagno caldo. Lo stesso libro che leggevo nella mansarda odorosa di legno dal letto di camere mia racconta una storia diversa. Riuscrò a riprendere il filo?
mercoledì 21 gennaio 2009
giovedì 15 gennaio 2009
La valigia dello sciatore
Quasi tutti gli anni è un incubo che si ripete.
Sia chiaro, mi piace andare qualche giorno a sciare e quando ne ho la possibilità programmo con entusiasmo la settimana bianca. Però tutte le volte, quando fisso il periodo etc è come se qualcosa dentro di me mi mettesse in allarme, come se la mia coscienza cercasse di ricordarmi qualcosa di tremendo che ho volutamente rimosso.
E puntualmente, come quasi tutti gli anni, due o tre giorni prima della partenza, realizzo cosa era quelloa strana sensazione...è il dover fare la valigia!
Perchè andare a sciare non è come andare da qualsiasi altra parte. Sì perchè se vai in vacanza in una città non fai altro che aprire l'armadio, prendere tot paia di calze e calzini, tot paia di mutande, abiti a seconda della stagione e di cosa prevedi di fare, li schiaffi in valigia e via si va. Al limite, se devo andare al mare, il massimo dello sforzo che faccio è prendere anche costumi, maschera, pinne e boccaglio, ma è roba da poco. Ma cazzo, avete presente cosa voglia dire fare le valigie per andare a SCIARE? Già di per sè è una cosa da sclero, perchè devi pensare alle seguenti situazioni, che richiedono ognuna un tipo di abbigliamento diverso:
- quando si sta in casa (tuta, pigiama, accappatoio, ciabatte)
- quando si esce di casa per andare al ristorante/al pub/a fare la spesa e è bel tempo (scarpe, pantaloni, calze, maglia, giacca a vento)
- quando si esce di casa per andare al ristorante/al pub/a fare la spesa e nevica (doposci, pantaloni, calze, maglione, giacca a vento, cappello, ombrello, sciarpa, varie ed eventuali)
- quando si esce di casa per andare al ristorante/al pub/a fare la spesa e fa un freddo porco (stivali, calze, calzini, pantalni pesanti, maglione, maglia di sotto, giacca a vento, cappello, sciarpa, guanti e chi più ne ha più ne metta)
- quando si va a sciare e è bel tempo (tuta da sci leggera, maglietta di sotto leggera, occhiali, fascia per capelli, guanti, calzini)+ scarponi, sci, racchette da sci
- quando si va a sciare e nevica (tuta da sci leggera, maglietta di sotto leggera, maschera da neve, cappellino, guanti impermeabili, calzamaglia)+ scarponi, sci, racchette da sci
- quando si va a sciare e fa un freddo porco (tuta da sci pesante, maxi giacca a vento che para tutto, calzamagliona di lana, calzini di lana, t shirt, maglia di sotto in pile, guanti impermeabili, sottoguanto in seta, maschera, passamontagna, scaldacollo, cappellino) + scarponi, sci, racchette da sci
Consideriamo anche il fatto che sciando si suda e quindi almeno 3 cambi di calzini e di magliette per 4 giorni concedetemeli.
Bene, avete focalizzato tutta questa roba? Ecco, se fosse tutta riunita dentro un armadio/scatolone/mobile fare la valigia sarebbe ben poca cosa. Ma ora immaginatevela sparsa qua e là e suddivisa senza un criterio ben preciso ma chiaro solo a mia madre (ecco dunque l'errore nel sistema, ancora inspiegabile ai più: perchè ogni anno affidiamo incautamente a mia madre la gestione della roba da sci?) in una serie di scatoloni chiusi in soffitta sopra ai quali stanno chili di altre cose e avrete una vaga idea di quello che devo subire ogni anno, quando mi appresto a fare la valigia per andare a sciare.
Già questo di per sè basterebbe e avanzerebbe, ma non è tutto! Già, perchè io vivo in una famiglia di gente che scia da almeno 30 anni e che in tutto questo arco di tempo non hanno buttato via nulla, ma nulla nulla di quello che aveva.
Eccomi dunque in soffitta a destreggiarmi fra racchette da sci degli anni settanta, dribblare un paio di pedule peluchose degli anni ottanta e arraffare i miei pantaloni da sci...No, cavoli, qui non c'è la giacca a vento...vediamo se è in quest'altra scatola. Niente da fare, ne escono, in ordine di apparizione:
nr. 1 tuta di mio padre della Fila, quella della nazionale italiana sci degli anni 90, uguale a Alberto Tomba e tutta stinta che mi domando cosa se ne faccia;
nr. 1 paio di fuseaux da neve blu a fiorellini (aargh) con le ghette di proprietario ignoto, di quelli che quando te li metti ti fanno subito salire l'aceto perchè il cavallo ti scende alle ginocchia in men che non si dica,
nr 2 moschettoni che usava mio padre quando faceva le cordate al cai
nr. 1 paio di guanti tipo moffola(che io odio, quei cavolo di guanti con un solo dito fuori non ti permettono di fare nulla, nemmeno indicare o mandare a fanculo, solo battere il cinque!) che hanno un aspetto scomodo e antiquato.
Sotto un cumulo di roba scovo una borsa, dalla quale fuoriescono la mia maschera (Deo Gratias) insieme a degli occhiali da sci specchiati stile De Sica in Vacanze di Natale, il mio cappellino e una fascia per capelli sulla quale è scritto San Sicario 1978...oh yeah!
Sì, ma la giacca a vento e i miei guanti ancora non si trovano...In fondo in fondo ecco che emerge uno scatolone. Lo apro e ne escono: 4 pile da sci miei (evvaiii), maglia di lana da sci dello sciclub Nuovo Pignone 1984 di fattura fantozziana, la mia calzamaglia, un colbacco di pelo marrone, non so se vero o finto e probabilmente risalente agli anni della cortina di ferro e dulcis in fundo, finalmente la mia giacca a vento!!
Adesso ho tutto, posso infilare ogni cosa in valigia e trarre un lunghissimo sospiro di sollievo...almeno fino al prossimo anno e alla prossima vacanza sulla neve!
ps: se qualcuno di voi a carnevale volesse vestirsi da sciatore degli anni '70 sapete a chi rivolgervi per avere l'attrezzatura completa
Sia chiaro, mi piace andare qualche giorno a sciare e quando ne ho la possibilità programmo con entusiasmo la settimana bianca. Però tutte le volte, quando fisso il periodo etc è come se qualcosa dentro di me mi mettesse in allarme, come se la mia coscienza cercasse di ricordarmi qualcosa di tremendo che ho volutamente rimosso.
E puntualmente, come quasi tutti gli anni, due o tre giorni prima della partenza, realizzo cosa era quelloa strana sensazione...è il dover fare la valigia!
Perchè andare a sciare non è come andare da qualsiasi altra parte. Sì perchè se vai in vacanza in una città non fai altro che aprire l'armadio, prendere tot paia di calze e calzini, tot paia di mutande, abiti a seconda della stagione e di cosa prevedi di fare, li schiaffi in valigia e via si va. Al limite, se devo andare al mare, il massimo dello sforzo che faccio è prendere anche costumi, maschera, pinne e boccaglio, ma è roba da poco. Ma cazzo, avete presente cosa voglia dire fare le valigie per andare a SCIARE? Già di per sè è una cosa da sclero, perchè devi pensare alle seguenti situazioni, che richiedono ognuna un tipo di abbigliamento diverso:
- quando si sta in casa (tuta, pigiama, accappatoio, ciabatte)
- quando si esce di casa per andare al ristorante/al pub/a fare la spesa e è bel tempo (scarpe, pantaloni, calze, maglia, giacca a vento)
- quando si esce di casa per andare al ristorante/al pub/a fare la spesa e nevica (doposci, pantaloni, calze, maglione, giacca a vento, cappello, ombrello, sciarpa, varie ed eventuali)
- quando si esce di casa per andare al ristorante/al pub/a fare la spesa e fa un freddo porco (stivali, calze, calzini, pantalni pesanti, maglione, maglia di sotto, giacca a vento, cappello, sciarpa, guanti e chi più ne ha più ne metta)
- quando si va a sciare e è bel tempo (tuta da sci leggera, maglietta di sotto leggera, occhiali, fascia per capelli, guanti, calzini)+ scarponi, sci, racchette da sci
- quando si va a sciare e nevica (tuta da sci leggera, maglietta di sotto leggera, maschera da neve, cappellino, guanti impermeabili, calzamaglia)+ scarponi, sci, racchette da sci
- quando si va a sciare e fa un freddo porco (tuta da sci pesante, maxi giacca a vento che para tutto, calzamagliona di lana, calzini di lana, t shirt, maglia di sotto in pile, guanti impermeabili, sottoguanto in seta, maschera, passamontagna, scaldacollo, cappellino) + scarponi, sci, racchette da sci
Consideriamo anche il fatto che sciando si suda e quindi almeno 3 cambi di calzini e di magliette per 4 giorni concedetemeli.
Bene, avete focalizzato tutta questa roba? Ecco, se fosse tutta riunita dentro un armadio/scatolone/mobile fare la valigia sarebbe ben poca cosa. Ma ora immaginatevela sparsa qua e là e suddivisa senza un criterio ben preciso ma chiaro solo a mia madre (ecco dunque l'errore nel sistema, ancora inspiegabile ai più: perchè ogni anno affidiamo incautamente a mia madre la gestione della roba da sci?) in una serie di scatoloni chiusi in soffitta sopra ai quali stanno chili di altre cose e avrete una vaga idea di quello che devo subire ogni anno, quando mi appresto a fare la valigia per andare a sciare.
Già questo di per sè basterebbe e avanzerebbe, ma non è tutto! Già, perchè io vivo in una famiglia di gente che scia da almeno 30 anni e che in tutto questo arco di tempo non hanno buttato via nulla, ma nulla nulla di quello che aveva.
Eccomi dunque in soffitta a destreggiarmi fra racchette da sci degli anni settanta, dribblare un paio di pedule peluchose degli anni ottanta e arraffare i miei pantaloni da sci...No, cavoli, qui non c'è la giacca a vento...vediamo se è in quest'altra scatola. Niente da fare, ne escono, in ordine di apparizione:
nr. 1 tuta di mio padre della Fila, quella della nazionale italiana sci degli anni 90, uguale a Alberto Tomba e tutta stinta che mi domando cosa se ne faccia;
nr. 1 paio di fuseaux da neve blu a fiorellini (aargh) con le ghette di proprietario ignoto, di quelli che quando te li metti ti fanno subito salire l'aceto perchè il cavallo ti scende alle ginocchia in men che non si dica,
nr 2 moschettoni che usava mio padre quando faceva le cordate al cai
nr. 1 paio di guanti tipo moffola(che io odio, quei cavolo di guanti con un solo dito fuori non ti permettono di fare nulla, nemmeno indicare o mandare a fanculo, solo battere il cinque!) che hanno un aspetto scomodo e antiquato.
Sotto un cumulo di roba scovo una borsa, dalla quale fuoriescono la mia maschera (Deo Gratias) insieme a degli occhiali da sci specchiati stile De Sica in Vacanze di Natale, il mio cappellino e una fascia per capelli sulla quale è scritto San Sicario 1978...oh yeah!
Sì, ma la giacca a vento e i miei guanti ancora non si trovano...In fondo in fondo ecco che emerge uno scatolone. Lo apro e ne escono: 4 pile da sci miei (evvaiii), maglia di lana da sci dello sciclub Nuovo Pignone 1984 di fattura fantozziana, la mia calzamaglia, un colbacco di pelo marrone, non so se vero o finto e probabilmente risalente agli anni della cortina di ferro e dulcis in fundo, finalmente la mia giacca a vento!!
Adesso ho tutto, posso infilare ogni cosa in valigia e trarre un lunghissimo sospiro di sollievo...almeno fino al prossimo anno e alla prossima vacanza sulla neve!
ps: se qualcuno di voi a carnevale volesse vestirsi da sciatore degli anni '70 sapete a chi rivolgervi per avere l'attrezzatura completa
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