giovedì 19 giugno 2008

Sarà capitato anche a voi...

Fra i primi passi per cercare lavoro c'è ovviamente l'immancabile compilazione del Curriculum Vitae.
Cioè, di CurriculA (sì cari miei non latinisti, il plurale è Curricula e non Curriculi, alla pistoiese, che ha la stessa declinazione di euri) già ne avevo compilati, ma MAI seguendo la traccia infernale del modello europeo, quella in cui mi sono imbattuta oggi, perchè oggi per sembrare uno serio bisogna compilare quel modello lì, scaricabile da internet e non vi ci metto nemmeno il link tanto basta digitiate su google (che è la massima fonte di sapere del mondo d'oggi) la parola curriculum modello europeo per essere soddisfatti).
Premetto che già non è facile di per sè, soprattutto per coloro che sono alle prime esperienze lavorative "ufficiali" far risaltare, in poche righe e in un linguaggio conciso, le proprie caratteristiche "positive", se poi a questo ci si aggiunge quel cavolo di modello che, oltre ad avere parametri rigidi degni di una ex SS tedesca, è stato realizzato tutto con una TABELLA di MICROSOFT WORD, una delle cose a cui associo la voce di mia madre che quando ero piccola e stavo per toccare qualcosa che non andava bene mi diceva "caaacca!!" capirete bene perchè oggi sono così sclerata.
Non potete immaginare, a meno che non l'abbiate già fatto, passare 2 ore sudando e cercando di compilare in maniera corretta quell'accrocco lì, per poi rileggerlo e capire che praticamente non c'è verso, a meno di non accompagnarlo da una lettera di presentazione, di far risaltare le proprie caratteristiche positive. Anzi, secondo me chiunque, anche chi possiede un curriculum lungo km, apparirebbe un deficiente patentato.
Ecco alcuni dei campi da compilare presenti in quel modello infernale (ah da aggiungere che ovviamente li devi compilare nei caratteri scelti da loro e che a volte ti piglia il maiuscolo quando non ci vuole e devi fare mille casini per levarlo):


ISTRUZIONE E FORMAZIONE

• Date (da – a) [Iniziare con le informazioni più recenti ed elencare separatamente ciascun corso pertinente frequentato con successo....vuol dire che devo partire dalla laurea per arrivare a ritroso fino alle elementari?]
• Nome e tipo di istituto di istruzione o formazione
• Principali materie / abilità professionali oggetto dello studio
• Qualifica conseguita
• Livello nella classificazione nazionale (se pertinente) [eeh??!!! Puppaaaaa!!!!]

Da notare come poi non ci sia spazio per specificare la valutazione coneguita. Cioè, se magari uno si è diplomato con un bel voto gli garberebbe anche metterlo, visto che per certi concorsi etc. anche i voti contano.
La mia laurea col massimo dei voti viene così svilita con un sacco di anni buttati dentro a un'università non si sa nemmeno a fare che.

CAPACITÀ E COMPETENZE RELAZIONALI (Vivere e lavorare con altre persone, in ambiente multiculturale, occupando posti in cui la comunicazione è importante e in situazioni in cui è essenziale lavorare in squadra (ad es. cultura e sport), ecc. [Descrivere tali competenze e indicare dove sono state acquisite.]

Ecco, già qui mi sembra si stia uscendo dal seminato. Dunque vivere con altre persone: dove l'hai imparato? Beh forse da sempre, in casa tua, a meno che uno non sia nato autogenerandosi in qualche zona deserta. Che domande sono? a me stanno già antipatiche.

CAPACITÀ E COMPETENZE ARTISTICHE (Musica, scrittura, disegno ecc.)[ Descrivere tali competenze e indicare dove sono state acquisite. ]

Vogliono ridurre a schema anche le competenze artistiche che talvolta son innate e che di schematico non hanno mai nulla. Tipo uno che è bravo a disegnare, 99 per cento ha imparato da sè perchè c'era portato...sono sempre più convinta che sia stato ideato da un americano questo modello, anche se è un modello europeo...

ALTRE CAPACITÀ E COMPETENZE (Competenze non precedentemente indicate.) [Descrivere tali competenze e indicare dove sono state acquisite. ]

Del tipo??? so scaccolarmi e mandare un sms contemporaneamente?

Insomma, tutta sta pappardella di post è qui allo scopo innanzitutto di polemizzare (cosa sarebbe alla fine la mia vita senza le mie quotidiane polemiche?) e in secondo luogo per fare un appello:
Se qualcuno di voi ha già compilato sto curriculum lo prego di cercare di spiegarmi al meglio come si fa o di farmelo copiare come si faceva a scuola perchè io già mi sono arenata a "Livello nella classifica nazionale (se pertinente)".

sabato 14 giugno 2008

Concerto di nicchia?

Tanto per non smentire le buone vecchie abitudini, ieri sera ci siamo recati al seguito di Crampo a un concerto di nicchia.
Cioè, non so se fosse di nicchia o meno, bisognerebbe chiedere a lui, visto che lui è il vero esperto in materia.
Se un concerto aggratisse in un bel posto ma semideserto alla presenza quasi esclusiva di esperti in materia può essere ritenuto di nicchia, allora consideriamolo pure tale. In caso contrario, vorrà dire che mi son trovata alla data sfigata di un tour di un gruppo di massa.
Ora, visto che voglio esimermi, una volta tanto, dal fare pubblicità aggratisse (da qui in avanti cari miei voglio essere pagata) non dirò nè il luogo nè il nome del gruppo (non sia mai che offenda dei fans sfegatati che poi se la rifanno con me). Specificherò solo che si trattava di un concerto all'aperto, su un palco bello grandicello, di una band che faceva musica elettronica simil-anni 80.
La loro musica non mi ha emozionato (niente di nuovo sul fronte occidentale) il luogo forse non era il più adatto per un concerto del genere e il poco pubblico non ha certo giovato alla situazione in generale.
Ciononostante, come spesso accade in situazioni come quella di "stasi del divertimento", ovvero quando quel che mi viene proposto non mi fa divertire particolarmente, per svagarmi e trovare un diversivo adoro guardarmi intorno e studiare la gente.
In particolare quella di ieri sera, composta in buona parte da darkettoni, mi ha portato a uno studio più attento di questa strana specie.
Come quasi tutti sapranno, i dark sono solitamente un gruppo chiuso, una casta, un clan. La regola numero uno dice che non puoi scambiare più di 4 parole occasionali con un dark o, al limite, qualche insulto se a) non sei un dark anche tu e non lo dai a vedere b) non sei presentato al gruppo da un altro dark che riveste un ruolo particolarmente autoritario all'interno della tribù dark c) non hai salvato la vita a un altro dark.
In assenza dei suddetti presupposti sei destinato semplicemente a venire ignorato.
La chiusura dei dark si dimostra anche nel loro modo particolare di disporsi per ballare nei locali: in cerchi strettissimi intorno alle loro borse e giacche gettate al centro manco fossero un rogo sacro. (i dark temono gli influssi negativi degli attaccapanni sui loro effetti personali?)
Se fino a una ventina d'anni fa il dark era, oserei dire, più riservato e essenziale, una specie di filosofo triste, un pierrottone degli anni 80, negli ultimi tempi si è assistito a un massiccio rintamarrimento e incyberpunkamento del dark. Ai discreti pantaloni e giacche nere si sono sostituite gonnellone (per uomo) incatenacciate, un trucco (per uomo) sempre più pesante, misto a magliettine (per uomo) aderentissime e capaci di dare quell'immancabile tocco efebico. Inutile a dirsi, i dark più mascolini sono le donne, solitamente taglie forti, più forti dell'uomo che le accompagna e meno truccate di lui.
Interessante è anche vedere il loro modo particolare di ballare: mentre la parte superiore del loro corpo si dimena lentamente tipo serpente a destra e a manca, coi piedi fanno un movimento strano, come se cercassero di uscire da un terreno paludoso che li sta risucchiando. Per capire il motivo di tale pesantezza del passo non c'è che da guardare che razza di scarpe hanno ai piedi: anfibioni spaziali, rigorosamente neri (che ve lo dico a fà?) con zeppone imbarazzanti tutti pieni di catene e borchie pesanti un quintale con le quali già è difficile camminare, figurarsi ballare!!

Comunque, nonostante molti dei miei dubbi sui dark grazie all'esperienza e anche grazie alla mia riflessione di ieri sera siano stati chiariti, ho ancora molte questioni irrisolte nella mia mente al riguardo:
1) Cosa ne pensano i dark di quelli che non si vestono di nero? Se qualcuno va in un loro locale vestito di bianco, rischia di essere pestato? (no, giusto per sapere se una sera in cui non sono vestita di nero mi ci volessi intrufolare anche io)
2) Ma i dark più piccolini, quelli che vivono ancora coi genitori, escono di casa già vestiti in quel modo? Cioè, io penso a un RAGAZZO sui diciassette abbigliato con gonna lunga, scarpe con la zeppa, maglina aderente, mezzi guanti, occhi e labbra truccate che passa davanti a suo padre, seduto sul divano, lattina di birra in mano che guarda la partita, puro monumento vivente alla virilità, e gli dice "ciao babbo io esco". No, via, secondo me si cambiano dopo..non è possibile.
Vi prego datemi una risposta o questi dubbi mi tormenteranno in eterno!!