martedì 27 marzo 2007

La famiglia cuore vent'anni dopo

Ammetto forse di essere sempre stata una ragazza strana. Da piccola non mi piacevano le bambole, nè le barbie, nè cicciobello.
Ieri sera, non ricordo per quale motivo, mi è tornata in mente la famiglia cuore, sì, questa qui.
Dio quanto mi stava antipatica! Forse perchè vedevo in questa stupidissima famiglia di bambolotti stile barbie la falsità di uno stereotipo. Ecco, è così che me la immagino oggi.
Il babbo, sui 28, un figaccione ma probabilmente molto rincoglionito, uno che non capisce proprio un tubo, che dopo 20 anni passati a giocare a biliardo e fumare sigarette alla casa del popolo ha conosciuto la classica brava ragazza dagli occhioni dolci che l'ha redento.
Sì, lei me la immagino la classica figa di legno, un cancelliere di ferro che trova sto bel ragazzo un po' bietolone e avvia a comandarlo a bacchetta già dopo il primo appuntamento. E portami a montecatini a guardare le vetrine la domenica pomeriggio, e dai amore ci serve un nuovo tappetino per il bagno andiamo all'ikea...E questo come un citrullo, sempre dietro a dar retta alle sue stronzate, sempre con la faccia sorridente nella sua decappottabile mentre sono in fila al casello perchè la domenica pomeriggio è risaputo che non si deve andare in certi posti come l'ikea! Ma lui è contento, chi cavolo se ne frega!
Si saranno sicuramente sposati in una chiesetta di campagna tutti felici. Dopo pochi anni di matrimonio, ecco che arrivano i bambini. Due gemellini, che fortuna!! Due in un colpo solo, così la signora cuore non è neanche più tenuta a dargliela un'altra volta al marito, tanto la famiglia è bell'e al completo. La signora cuore madre perfetta. Cambia i pannolini, parla solo dei suoi pargoli, si sente così felice ed appagata nell'occuparsi della prole. Intanto il marito lavora e provvede alla famiglia. Quella strega della signora cuore l'ha pure convinto a vendere la decappottabile per comprare un CAMPER (!!) , sì, un camper ROSA (!!!!!) "così almeno passiamo le vacanze tutti assieme oh che bello".
Questa la situazione che ci facevano vedere quando producevano e vendevano questa famiglia di bambolotti.
Un padre coglione ma felice, una madre con un fisico da modella dopo un parto gemellare, tutta contenta di accudire i bambini, due bimbi allegri, bellini e che non fanno mai capricci.
Come sarebbero ora? Ve lo dico io come.
Col passare degli anni la signora cuore è diventata sempre più acida e nervosa. I bimbi son cresciuti e lei in casa si annoia, non sa che cazzo fare. Tratta sempre più suo marito come uno schiavo che porello continua a lavorare come un ciuco e ci mette ore ad andare al lavoro con quel cazzo di camper rosa di merda che quando lo vedono arrivare in fabbrica i colleghi lo sfottono sempre.
Una sera la signora cuore chiede a suo marito "dai, facciamo altri figli" ma lui, che ormai non sorride più (dopo anni di sorrisoni di plastica ha capito l'andazzo), oltre a dirle "mi son fatto vasectomizzare" le presenta anche la richiesta di separazione.
Ultimamente aveva infatti iniziato a seguire un corso di latinoamericano e ora si tromba la Barbie venticinquenne insegnante di latinoamericano, una biondona con due pere che non ti dico che le importa un cavolo della famiglia e dei figlioli, a lei le garba ballare e i festini. Cioè, a lei le garbano anche tante altre cose, in particolare gli uomini, ne ha a bizzeffe e il signor Cuore è diventato gelosissimo, lui, da sempre abituato ad essere gestito dalle donne, perchè sperava di mettersi con lei, di avere la Barbie che gli stirasse le camicie. Invece lei gli ha detto no, si sente un pesce fuor d'acqua, è dovuto tornare a vivere da sua madre e per evitare che la Barbie lo molli è diventato patetico cercando di fare il supergiovane. Ha rivenduto il camper e si è ricomprato una decappottabile, passa giornate in palestra per mantenersi tonico e si fa lampade dalla mattina alla sera.
E la signora cuore? La signora cuore subito dopo il divorzio era entrata in depressione, ha iniziato a fumare e a prendere psicofarmaci...Le era venuta la paura d'invecchiare e ha speso tutti i soldi inviati dal signor cuore per il mantenimento dei figli in chirurgie plastiche, facendosi due canotti per labbra. Poi però un bel giorno il suo psicanalista s'è innamorato di lei. Freud o non Freud, lei comunque è riuscito a plagiarlo, così il plurilaureato luminare della psiche s'è trasferito a casa cuore e ora riceve i pazienti in uno studio rivestito di carta a parati rosa scelto dalla compagna. Vorrebbe fuggire ma non sa come fare.
Infine i due figli, che chiamerò per convenzione FIGLIO e FIGLIA.
Ventenni, hanno tutti e due sofferto molto per la separazione dei genitori.
FIGLIO fa ancora l'istituto tecnico (è bocciato 3 volte in terza) dove fa il rappresentante d'istituto. Ha lunghi capelli rasta e gli occhi sempre rossi dalle canne. In compenso cucca un sacco di ragazze ed è sempre l'anima delle feste. Sogna di andare a vivere a Cuba ma se non finisce neanche le superori è un casino.
FIGLIA, dopo un anno da anoressica, ha trovato la sua vera vocazione nel fare il troione di provincia. Esce con un sacco di ragazzi con la decappottabile, si fa bombare da diritto e da rovescio ma è felice.
E così tutti vissero felici e contenti, un po' meno il signor cuore perchè lui era il vero coglione della famiglia!!

venerdì 23 marzo 2007

Vita di biblioteca

Dalla prossima settimana cambieranno sede alla biblioteca. Cioè, la parte di storia locale-dove io studio- resterà lì in quel polverume muffoso, mentre quella adibita al prestito ed agli studi più "fighi e modaioli" sarà trasferita in un nuovo edificio ultramoderno dove non ci sarà traccia di polvere, almeno per i primi mesi. Che culo! La mia dose di polvere, buio, muffa, muschi, licheni, peste e vaiolo non me la leva nessuno.
Mi spiace che andando a studiare mi troverò sola in quelle grandi stanze inquietanti, invece di ritrovarmi in uno zibaldone di gente messa lì insieme col solo pretesto dello studio. Che poi diciamocelo, è solo un pretesto. A parte me e pochi eletti non studia mica nessuno, ognuno si fa i cazzi suoi. Chi si guarda dvd con le cuffie sul portatile, chi baccaglia, chi dorme, chi manda sms.
C'erano però un pugno di personaggioni divertenti che è giusto ricordare qui, che probabilmente non vedrò più. Tristi come i clienti fissi di un bar di quart'ordine e forse pure più avvinazzati, questi habituès (si scrive così? mah!) ce li trovi sempre, sia che tu vada di mattina, di pomeriggio o all'ora di chiusura, sempre seduti al solito posto, quello che ormai è il LORO anche perchè nessun altro ci si può sedere, dal momento che ci son sempre inchiodati. A volte ti fanno pensare che non siano nemmeno vivi ma statue di cera messe lì per fare arredamento.
Beh, ora che la biblio si svuoterà di questi elementi coglierò l'occasione per sedermi sulle loro sedie, per vedere cosa si prova a guardare il mondo dalla loro prospettiva...chissà.
Il più "celebre" fra i "clienti fissi" è un tipo di età indefinita, può essere un 28 enne che porta malissimo i suoi anni come un 45 enne rimasto particolarmente giovane. Nessuno sa niente di lui, non parla mai con nessuno ma intrattiene delle lunghe conversazioni con se stesso, gesticolando animatamente, davanti alla macchina del caffè. L'unica cosa certa di lui è che è matto, o comunque tutto tutto non c'è, e non dico solo perchè parla da solo (che già di per sè sarebbe un buon sintomo) quanto soprattutto perchè passa ore fermo nella stessa posizione, a fissare il vuoto o a dormire, talvolta anche russare, senza mai studiare o leggere alcunchè. Son arrivata alla conclusione che sia un senzatetto che di giorno vive in biblioteca dove c'è caldo, ha un tetto sulla testa e può stare seduto.
Poi c'è un altro, un ragazzino che dimostra 18 anni ma forse ne ha anche di più, con un muso da topo e gli occhiali e l'atteggiamento irrequieto tipico dello schizofrenico. Non sta fermo un secondo, si alza, prende un libro, lo apre, lo chiude, si rialza, va a consultare i cataloghi e fa ammattire i bibliotecari. Tutti questi spostamenti li fa facendo un casino incredibile, sbatacchiando sedie, gettando rumorosissimamente i volumi sui banchi e soprattutto emettendo dalla bocca degli sbuffi tipo mantice a intervalli regolari che sono veramente irritanti.
Per proseguire abbiamo poi il "maniaco", un signore sulla cinquantina dall'aria loschissima che entra in sala lettura vestito di tutto punto: cappello, ombrello, cappotto. Silenzioso come un ninja, te lo trovi sempre alle spalle con quello sguardo pazzoide e tutte le volte pensi: "vai, ci siamo, questa è la volta buona che mi accoltella". Fortunatamente, per ora non ha fatto niente del genere. La sola cosa assurda che gli ho visto fare (e che mi ha dato FASTIDIO) è stato sedersi davanti a me, aprire il MIO astuccio, prendere una MIA penna (senza chiedermi nulla ovviamente. Io ho provato ad alzare la testa per protestare, ma provatevi voi a dire qualcosa a uno che c'ha quello sguardo lì, se ne avete il coraggio!) e iniziare a scribacchiare geroglifici incomprensibili su un foglio spiegazzato.
C'è poi da fare un discorso a parte, su un personaggio interessante, un ragazzo che mi piace anche a dire la verità. No, lui non è matto, o forse sì, un pochino, ma la sua pazzia non è così evidente. La sua pazzia è al pari di tutti noi. Deve essere un insegnante, o uno scrittore, o un ricercatore. Ha la faccia, la pettinatura, l'abbigliamento dell'uomo qualunque. I suoi occhi sono vispi, tipici della persona curiosa e intelligente, i suoi modi di fare a metà strada fra il timido e lo spocchioso. Sa di avere una certa cultura e ne va fiero.
Solitamente se ne sta in un tavolo in fondo e spesso la gente non si accorge nemmeno che c'è, sommerso com'è dal suo portatile e dalle pile di libri di poesie del Pascoli, che analizza con un'incredibile attenzione, come se il mondo intorno a lui non esistesse, come se in quelle pagine ingiallite fosse nascosto il senso della sua esistenza. Niente distoglie la sua attenzione, neppure gli squilli dei cellulari di chi si è dimenticato, forse volutamente, di togliere la suoneria.
Quando entra o esce dalla biblioteca sembra sempre di fretta, ma quando si mette su quei libri, ragazzi, lo fa con un impegno e una flemma che sono tutta una poesia.
Ecco, lui mi sarebbe piaciuto conoscerlo. Un giorno, particolarmente annoiata dalla mia tesi, seduta accanto a lui, mi son messa a fantasticare su di una possibile conversazione fra noi. Mi sarebbe piaciuto essere invitata anche solo a prendere un caffè con lui. Deve avere una voce profonda e rilassante e i modi educati di un uomo d'altri tempi. L'ho scrutato con attenzione, mentre era immerso nella sua lettura silenziosa dei suoi libri. Beh, sinceramente sapete cosa? Alla fine mi dispiace che non mi abbia mai dedicato, nemmeno per un secondo, la stessa attenzione e lo stesso interesse che quotidianamente dedica al Pascoli.

Altri cartoni

Continuo la sequela di cartoni perchè me ne son venuti in mente altri che non potevo non citare.
Premesso che quelli che mi fanno sputare più veleno son sempre quelli di tipo patetico, perchè cazzo, non si può ammorbare dei bambini con certe storie così strappalacrime, porca miseria, poi ci credo che da grandi divengono delle menti malate come me!
Ora se Dio vuole sembra che i produttori di cartoni abbiano cambiato indirizzo e si stiano dando a generi più allegri...ma fra anni 80 e 90 andava proprio di moda far piangere o imparanoiare i bambini. Ah e un'altra cosa andava di moda da matti: la tubercolosi. C'era un periodo in cui in tutti i cartoni animati si vedevano sti personaggi tossire sangue nelle mani: Georgie, Candy candy, Lady Oscar...e io ovviamente che da piccina ero paranoica- come ora del resto- tutte le volte che avevo la tosse mi guardavo le mani per vedere se avevo tossito sangue come uno dei personaggi dei cartoni. Che poi vi lamentate se son di fori...e ci credo, a guardà quelle vaccate lì come credete si diventi?
Allora, ecco un cartone del cavolo veramente da latte ai ginocchi che m'è venuto in mente: Bum Bum, quel canino piccino anche carino di per sè ma veramente rompicoglioni, non come Hello Spank che sparava cazzate e faceva casino, no, lui era sempre a piangere perchè aveva perso la mamma che all'inizio aveva scambiato per una cassetta di legno (e già questo vi fa capire che sto cane tanto sveglio non era). Ora, io, per quanto poco mi intenda di cani, so che dopo due mesi non è che i cuccioli stian sempre attaccati alle ciocce della mamma, anzi, son bell'e svezzati e se ne vanno in giro per il mondo. Quello no, sarà stato un cucciolone di 6 mesi e ancora voleva su madre, un po' come i trentenni d'oggi insomma....Allora, dopo aver perso la mamma veniva preso sotto la custodia d'un canone un po' burbero, randagio. Questo qui, fava anche lui, invece d'insegnargli i trucchi del mestiere, che so, come montare una canina di razza mentre il su padrone è distratto, come fregare delle salsicce al salumiere, che fa? O non l'aiuta anche lui a cercare la mamma? Insomma, otto miliardi di puntate con questo canino Bum Bum che alla fine aveva tipo 12 anni, che per un cane son tanti, che continuava a rompere i coglioni a tutti per su madre...Con quella vocina odiosa che solo certi cartoni animati particolarmente petulanti possono avere.
Ah eccone un altro che mi viene in mente. Un cartone di mmmerda tratto da un libro di mmmerda: Pollyanna, bambina dal nome pacchiano creato dall'unione del nome della zia (Polly) più quello della mamma (Anna), un po' come se io mi fossi chiamata Loreziana (Loretta e Tiziana), figliola di un prete (e già qui c'è del marcio in Danimarca...) morto e di una tipa, quest'Anna, morta pure lei. Che culo, eh? Insomma, Pollyanna viene adottata dalla zia zitella che è acida da morire perchè proprio non l'ha mai visto neanche in fotografia e porta sempre i capelli stretti in una crocchia e pare un cesso, poi però un giorno Pollyanna le scioglie i capelli e gleli pettina e la zia si rende conto che non è vero che è un cesso, son quei cazzo di capelli che li tiene sempre legati e non le donano un tubo! Poi però se li rilega, non si sa come mai, boh, forse l'aveva sudici e non gli garbava andare a giro coi capelli unti slegati. Per il resto ho ricordi molto vaghi. Mi pare che facesse dormire Pollyanna in una camera di merda, spoglia tipo cella di un monaco, piena di spifferi e d'umidità e dove c'erano pure i tarli ma Pollyanna, che ci fanno credere sia una bimba ottimista e allegra ma che in realtà è una gran citrulla, crede che la zia sia tanto buona e le abbia dato una stanza bellissima. Mi pare che alla fine la zia Polly si ammorbidisca un po' e la smetta di fare la zitella acida e forse trova anche l'omo, ma non ne son sicura. Evidentemente m'ero rotta le scatole di questi piagnistei e avevo smesso di guardarlo così mi son inventata io un finale alternativo. Meglio così.

giovedì 22 marzo 2007

Attenzione, post ad altissimo contenuto di cazzate, maneggiare con cura!!!!

Ho un dubbio che mi attanaglia la vita: che fine hanno fatto in tutte le case degli italiani gli "Euroconvertitori" che infestarono le nostre vite anni fa quando l'euro entrò in circolazione?
Vi ricordate? Tutti ne regalavano uno: le banche, l'assicuratore, il panettiere sotto casa, la profumeria, il salumiere, il tabaccaio, li trovavi sui giornali e ti arrivavano per posta. Ci mancava poco e anche i ladri, dopo averti svaligiato l'appartamento ti lasciavano sul letto un euroconvertitore ed un foglio con scritto sopra: "Tieni, questo è per te, calcola in euro l'importo di quanto ti ho rubato!"
Ricordo uno che avevo io, usato tipo una volta per provarlo. Era tascabile, di colore blu e andava a batterie. Aveva un grosso simbolo dell'euro da premere per convertire.
(Beh sembra che i negozianti non li abbiano usati perbene visti i prezzi della merce....ma questo è un altro par di maniche.)
Comunque poverini, adesso che il loro scopo è finito, son stati dimenticati. Che fine avete fatto fare voi al vostro euroconvertitore? Sono quasi certa che non lo sapete. Magari languiscono ancora nelle case della gente, desiderosi di convertire grossi importi da lire in euro e soffrono nel sapere che son stati dimenticati, dopo essere stati alla ribalta per mesi.
Li avete buttati via? E se sì dove? In quale cassonetto? Carta? Plastica? Dubito che un euroconvertitore sia riciclabile. A pensar a questo mi viene in mente una discarica a cielo aperto dove spunta una montagna di euroconvertitori blu mezzi rotti che finiscono la loro triste esistenza inquinando una parte del pianeta e rilasciando acidi dalle loro batterie...TERRORE!!!
Io credo invece che, siccome l'italiano è pigrone, un euroconvertitore almeno in casa ce l'abbia ancora. Magari nel cassetto delle mutande, non si sa mai,per la serie "chissà, un giorno potrebbe tornarmi utile!"
Magari manchiamo quotidianamente di rispetto al nostro euroconvertitore che langue in qualche angolo delle nostre magioni e lui ne soffre.
Chissà, forse un giorno vedremo il prezzo degli euroconvertitori salire alle stelle sulle aste di ebay come pezzi di modernariato.
Ma adesso? Adesso sono soli e indifesi. Propongo di organizzare una catena "umana" di euroconvertitori, per solidarietà verso questo piccoli strumenti dimenticati, ma sì, anche per protesta verso l'eccessivo consumismo del pianeta...o verso le inguistizie della vita
Riciclate sempre!!
Orco boia come son di fuori oggi...o che cazzate ho scritto??

mercoledì 21 marzo 2007

Stream of consciousness serale

Caffè-sigaretta. Rassicurante binomio. Se smetto di fumare mi tocca smettere di prendere il caffè. Riuscirò mai a smettere? Io non ne ho voglia, ma un giorno devo. Un giorno...quando? Quando le cose si saranno appianate. Non credo lo faranno mai ma me lo ripeto. Fascino da autodistruzione. Se bruci in fretta fai luce più chiara. Non so se ne ho le palle.
Cazzo che casino questa mansarda. Fogli e fotocopie ovunque. Se me ne andassi io tutto resterebbe così vuoto. Quanta roba da buttare. Come a casa dei nonni. Ce ne andiamo e ci lasciamo dietro di noi solo cose inutili che riempiono i cassonetti. Cassonetti-inceneritore-inquinamento. Quanta roba viene riciclata? Tutta questa roba, tutta inutile. Tanta. Se scomparisse il genere umano la roba resterebbe lì da sola a imbrattare tutto per l'eternità.
Che stress. Non posso fermarmi. Se mi fermo penso. Come quando dormo, mentre dormo sto bene, ma appena mi sveglio ecco i pensieri acuminati che mi lacerano ricordandomi che sono viva. Dolorosa constatazione.
Fanculo, rabbia, fanculo tutto. Voglio sparare e uccidere gli ultimi sogni rimasti. Non sopporto di vederli morire uno a uno. Li finisco io. Non sono che un pugno. Erano tanti, li ho visti morire trucidati dai cecchini. Vorrei essere anch'io un cecchino dei sogni per sapere cosa si prova a stare con l'altra squadra.Quella che vince. La squadra che vince è quella che ha le armi più potenti. Veder morire i sogni agonizzanti e non poter fare niente ha ucciso una parte di me con loro. Che alla fine la morte non è un semplice passaggio, la morte vera sono i 5 minuti più lunghi della tua vita. E non te li puoi neanche godere, che stai morendo...Io sono morta una ventina di volte, ma mai davvero.

A volte capita di sentirsi così

martedì 20 marzo 2007

....

La giornata è cambiata da semidecente a "di merda" nel giro di poche ore.
Quindi eccomi qui e questo non è un post scazzone.
Solo alcune righe per cercare di non pensare, o per pensare meglio, chi lo sa.
Da sempre trovo consolazione nello scrivere, soprattutto quando sono molto depressa e questo è uno di quei giorni.
Bisogna essere forti per affrontare i dispiaceri della vita, che se siamo deboli è peggio. Così mi hanno sempre detto. Sapete qual è la fregatura? Che sia i deboli che i forti soffrono comunque davanti ai dispiaceri, solo che i forti lo fanno con più dignità.
Vorrei avere un orologio per mandare avanti il tempo quanto basta per aver dimenticato questa sofferenza, essere già a fra un mese o un anno. Perchè, altra stronzata, il tempo cura ogni cosa. Ma il tempo non lo puo cambiare. Quindi ora stai male, e devi solo metterti qui buono buono e aspettare che arrivi domani.
Mi son rotta i coglioni...quanti cazzo di domani ho aspettato, incapace di vivere il presente perchè stavo troppo male!!!
Avrei sempre voluto essere una persona a cui va tutto bene, di quelle sempre allegre, spensierate, sì quelli che votano Berlusconi....Facile per loro, danno la colpa agli altri!
E invece no, eccomi qui di nuovo, cercando di tenermi attiva per "bruciare il giorno" desiderando che oggi fosse già domani

Riflessione....

Capisco che in un mondo come quello di oggi dove mancano i posti di lavoro, chi riesce ad inventarsi un mestiere ed a guadagnarci è un grande.
Tuttavia ci sono dei lavori che proprio non capisco. Uno di questi è l'OPINIONISTA, quello strano personaggio che si vede in tv (soprattutto nei programmi trash, intendiamoci) che pare che abbia come unico compito quello di vestirsi azimato, sembrare una persona raffinata e competente, per poi sbraitare sputacchiando in un microfono giudizi sparati lì a casaccio.
Talvolta, da quanto ho capito, sono delle persone famose a fare gli opinionisti, ma no notato che su Italia uno, dopo Studio Aperto dell'una c'è una rubrica condotta appunto da un tipo anche piuttosto squallido definito "opinionista".
Ecco, allora io mi domando cosa faccia un opinionista, come si svolga il suo lavoro.
Se il nome non inganna, un OPINIONISTA è uno che ha a che fare con le opinioni, quindi o è uno che ha delle opinioni o uno che si intende di opinioni o uno che discute di opinioni altrui. Cazzo, ma è aberrante!! Cioè, luilì, con quella faccia da stronzo, potrebbe essere pagato (anzi, STRAPAGATO, dal momento che è in televisione) per avere delle opinioni???!!!! Per discutere delle opinioni???
Ma le opinioni, lo dice il nome stesso, sono opinioni, qualcosa di soggettivo porca troia, ognuno la pensa a modo suo...Le opinioni ce le hanno tutti, ma solo lui è pagato per esprimere le proprie!!! (cioè, un po' come dire la vagina ce l'hanno tutte ma solo le prostitute sono pagate per darla). E ch ci dice che quello, con quella facciona lì, abbia delle opinioni migliori delle mie? Ma a me me l'avete chiesto che opinioni ho io??
No no no no, a me questa professione dell'opinionista non va giù, mi fa paura. Non mi fa paura che uno abbia delle opinioni e le esprima, per carità, ma che sia PAGATO PER FARLO!!! Cioè lui è pagato per avere delle idee...
Ma poi mi spiegate su quali basi è stato assunto LUILI' piuttosto che un altro? Esempio: studio aperto mette un annuncio sulla Pulce: Cercasi opinionista, massima serietà, richiesto diploma di scuola media superiore, astenersi perditempo. Allora mettiamo che si presentino in 3 a questo colloquio (gli altri hanno tutti preferito rispondere all'inserzione che cercava 30 telefonisti per un call center). A parte il fatto che voglio vedere io le stronzate che c'hanno scritto sul curriculum vitae( Corso di studi tenuto dalla provincia sul come esprimere le proprie opinioni. Laurea conseguita presso la facoltà d Scienze Politiche con indirizzo "opinionologia", conseguito premio per "l'opinione migliore dell'anno") ma poi, come si svolge il colloquio? Salve, ci dica che opinione ha lei sulla fame nel mondo...ma soprattutto: com'è che hanno scelto di assumere proprio lui piuttosto che un altro? aveva referenze (??) migliori? Aveva opinioni migliori degli altri? No, via, a me non mi torna.
Ma poi penso anche ai bambini all'asilo che ragionano fra di loro: che lavoro fa il tu babbo? Il mio è meccanico, il mio è dottore, il mio è benzinaio, il mio è OPINIONISTA!
Sempre all'asilo: il che vuoi fare da grande? Io l'astronauta, io la ballerina, io l'OPINIONISTA!
Qualcuno mi spieghi che cazzo di lavoro è, per favore, o ci divento matta!!!

lunedì 19 marzo 2007

Altri cartoni

Per proseguire il filone dei cartoni animati dietro "insistenti" richieste di Crampo.
Da piccina smattavo anche per Annette, la bambina della svizzera francese stile Heidy ma meno rincoglionita (ci voleva poco). Figlia di un pastore (di vacche, non di anime!), la stessa sera che una delle sue mucche partorisce un vitello sua madre mette al mondo un fratellino. La vacca sopravvive al parto, la mamma no, forse perchè eran tutti impegnati a far partorire la vacca che della mamma in travaglio nessuno se ne occupava...Insomma, l'Annette si prende cura del fratellino, che vien su grassoccio econ una voce odiosa e rompicazzo. Fra l'altro sto fratello di mmerda si porta sempre dietro un roditore, non so se uno scoiattolo, un procione o una talpa. Ah no, il pelo gli cambiava colore, sarà stato un camaleonte vestito. Annette è anche baccagliata da un bambino povero del villaggio che fa le sculture di legno e che un giorno per far colpo su di lei che non lo considera pensa bene di fischiare il fratello di Annette in un burrone. Il bimbino dalla voce odiosa sopravvive ma resta tutto storpio con le stampelle, mentre il gesto dell'ammiratore, chissà perchè, non ottiene l'effetto sperato, tant'è che da quel giorno Annette lo odia, così spera di riconquistarla andando in una grande città alla ricerca di un dottore bravissimo, il baba della fisioterapia, che possa curare il fratellino.
Ora, uno normale partirebbe a condizioni climatiche ottimali. Lui invece no, aspetta l'inverno e parte una NOTTE durante una BUFERA DI NEVE con un paio di sci senza sciolina.
Morale della favola, dopo 4 giorni sommerso dalla neve che sta per morire, arriva dal grande luminare della città, mi pare Zurigo, che si vede arrivare al suo studio un bimbetto sugli sci mezzo congelato tipo l'uomo di neanderthal trovato sulle dolomiti. Il dottore prende, cura il fratellino che può tornare a camminare (ma per l'orrenda voce, ahmè, non può farci nulla) e tutti vissero felici e contenti.
Ma che stronzata, anche questa!
Ora,a me mi dovete dire 1) da quando in qua si conquista una donna gettandole il fratello in un burrone; 2) C'è questo bambino rimasto tutto acciaccato dal volo el burrone, ok. Ma com'è che nè il padre nè la sorella pensano di portarlo che so, da un dottore, un veterinario, uno sciamano e ci deve pensare il corteggiatore della sorella? 3) e perchè questo stronzo, visto che hanno aspettato tanto e il fratellino storpio era solo storpio, non in fin di vita, non aspetta il disgelo per andare dal dottore?
mah...

domenica 18 marzo 2007

I cartoni animati attraverso gli occhi di una pistoiese ventiseienne

Ieri sera, a casa da Crampo e l'Angelina, ci siamo messi a parlare dei cartoni animati della nostra infanzia, analizzandoli secondo un'ottica realistica in vernacolo pistoiese.
So che tanto inchiostro (sia reale che virtuale) è stato speso per i cartoni animati, tuttavia vorrei riportare alcuni discorsi che son venuti fuori, ovvero stringati riassunti delle trame dei miei preferiti.
Anche per i cartoni ci son state le mode: c'era la moda dei robot che se le davano di santa ragione senza uno scopo preciso, quella degli sport e sportivi e quella dei cartoni "patetici" e "strappalacrime" che poi purtroppo eran quelli che vedevo più spesso perchè considerati "da femmina".
Uno in particolare mi piaceva tanto e se ci ripenso adesso invece mi viene solo una rabbia e un odio smisurato verso la protagonista e verso me stesso che stavo a guardà quelle stronzate: Lovely Sara (non so se con o senza l'acca finale).
La tizia in questione è una specie di calamita per le sfighe: la mamma le era bell'e morta a cartone iniziato, suo padre, ricchissimo, la infila in un collegio snob mentre va a cercare diamanti in India (sì, un po' come il mì nonno partiva la domenica mattina e diceva alla mi' nonna "oh, e vo a cercà funghi") dove tira il calzino in un modo sfigatissimo e ridicolo che non ricordo ( qualcosa tipo gli caca un piccione in un occhio e da lì la cacca gli va nel cervello e gli fa infezione) e per di più povero in canna. Questa bambinuccia allora rimane al collegio come sguattera dove fa dei lavori veramente umilianti, persino pulire i cessi è troppo chic per lei, deve fare proprio le peggio cose! E te ne fanno vedere di cotte e di crude, lei percossa dagli sguatteri, lei che si ammala per il freddo, i geloni, le emorroidi...
Finchè una sera torna nella mansarda marcia e piena di topi (che questa Sara è pure imbecille, ora, ditemi voi, vede due topini in "camera" sua e invece d'ammazzalli a badilate che fa? non gli va a dare da mangiare? così figliano e si trova la mansarda pavimentata da topi, ma lei è contenta, le fanno compagnia...) e ci trova tappeti persiani, cena imbandita, una scimmia e un omo col turbante.
Insomma, si scopre che l'omo col turbante era il servo del vicino di casa del college, un omino sulla sedia a rotelle che altro non era che il socio del su babbo che la cercava da tempo per dirle che invece su padre i diamanti li aveva trovati e le voci che correvano erano sbagliate.
Morale della favola, mi par di ricordare, lei viene adottata da questo vecchino rincoglionito, che però non si sa come mai la lascia lì nel collegio a studiare, ma a questo giro viene trattata bene e di tanto in tanto la scimmia e l'omo col turbante la vengono a trovare e a fare festini.
Che cacata di cartone!
Uno invece che ha messo bene a tanti, maschi e femmine, della mia generazione era Occhi di Gatto, dove c'eran queste tre sorelle fiche da paura, figlie di un pittore, che gestivano un bar di giorno (visto come si vestivano avrebbero fatto meglio a gestire un night) e di notte andavano a giro a rubare nelle gallerie d'arte i quadri del babbo defunto. Ora, a parte che un si sa dove li mettessero tutti questi quadri (compralli a un'asta no eh? meglio rubarli) ma poi la stronzata di avvertire! Non puoi prendere, infilatti di notte zitta zitta in un museo, rubare il quadro e ciao? No, troppo facile! Loro una settimana prima mandavano un bigliettino alla polizia per dire: oh, badate ragazzi, noi sabato prossimo, sempre che voi non abbiate da fare, si ruberebbe il tal quadro nel tal museo alla tal ora. E' gradita la vostra presenza e l'abito scuro." Ma dai!!! Poi arrivava il momento del furto: la pula, armata di tutto punto, è lì che le aspetta coi mitra puntati ma loro trovan sempre un escamotage per rubare i quadri. Solitamente c'era quella maggiore, il "cervello" della banda nonchè grande troia, che si vestiva tutta provocantona, andava tipo dal direttore della galleria (ve l'immaginate? un gallerista vecchio e grasso che si vede arrivare un ficone del genere), gli faceva vedè un po' di puppe, poi o gli metteva il guttalax o il sonnifero nel caffè, poi gli rubava le chiavi o il codice della cassaforte, insomma faceva qualcosa del genere, poi da un quartier generale, munita di baracchino stile radioamatore de noiartri, comunicava con la sorella mezzana. Questa, agile e silenziosa come un ninja, in una sexy e aderente tuta verde che se c'aveva i rotolini o le maniglie dell'amore col cazzo che se la poteva mettere, riusciva a eludere la sicurezza e inculare il quadro. A questo punto interveniva la terza, minorenne (!!!) che, al volante di una macchina (!!!!!!!) o a bordo di una moto (!!!!!!!!!!!!) faceva da palo. Morale della favola, oh, non finiscon in galera neanche una volta, nessuno sospetta di loro, anzi, la mezzana si pipa pure regolarmente un detective, e riescono a recuperare tutti i quadri del papà.
Comunque alla fine, anche se eran delle puttanate immani, i cartoni della mia infanzia mi facevano sognare, mi appassionavano.
Vorrei poter rivedere le cose attraverso gli occhi della bambina che ero, quando mi abbandonavo con fiducia a quello che vedevo senza pensare continuamente "o che stronzata è mai questa?".

venerdì 16 marzo 2007

Ancora sul traffico

Si potrebbe parlare all'infinito delle cose che capitano in macchina, visto che il 50% della nostra vita si svolge lì. Oggi ero bella imbottigliata nella mia lancia y e ho pensato che son proprio tante le rotture di scatole che ti possono capitare in macchina. Ma al di là di quelle "classiche " (rimanere senza batteria, picchiare, forare) ci sono delle rotture di coglioni forse più piccole ma che comunque riescono benissimo nel loro intento, e cioè, per l'appunto, rompere i coglioni. Eccone alcune:
1) Agosto, senza aria condizionata, finestrino aperto, strada stretta senza scappatoie laterali e il camion della nettezza davanti a voi che si ferma ad ogni bidone. Avere la certezza che due bidoni più avanti c'è una pescheria. IL PANICO.
2) Inverno, piove, fa freddo, entrate in macchina. Accendete il riscaldamento ai piedi a tutta forza e sentite un odore nauseante... Guardatei n basso e scoprite l'arcano: avete pestato una cacca subito prima di salire in macchina: ora il vostro tappetino è leopardato e siete certi che non lo è perchè l'ha disegnato così Roberto Cavalli.
3) riprendete la macchina, incautamente parcheggiata sotto un albero. La trovate bersagliata dagli uccellini (che saranno piccini ma di pupù ne fanno come i grandi eh!) parabrezza compreso. Accendete la macchina, spruzzate acqua sul parabrezza e attivate i tergicristallo. Quando le cacchette son diventate una massa omogenea e compatta di guano al punto da non farvi vedere più nulla davanti a voi, per miracolo l'acqua dei tergicristalli finisce.
4) State ascoltando una bella canzone, qualcosa di veramente bello, che so, "Hotel California" o "Wish you where here" o "Stairway to Heaven", cosa strana ma vera, che trasmettono alla radio. Quindi avete messo il volume dell'autoradio bello alto! Siete in pieno centro e la fortuna sembra sorridervi particolarmente: un posto libero! E' piccolo, la macchina c'entra a pelo, ma è pur sempre un posto libero, quando vi ricapita? Bloccate il traffico, la gente vi infama ma voi dovete parcheggiare e allora cercate di infilarvi in quel parcheggio alla svelta. In quel momento avete ovviamente entrambe le mani occupate. E allora succede il DANNO! Proprio in quel momento....
a) La frequenza radio è disturbata. La vostra radio INTELLIGENTE attiva la ricerca automatica di altre stazioni e inevitabilmente vi ritrovate ad ascoltare radio radicale, radio maria o radio Zeta (la radio di famiglia, tm) che trasmette canzoni di liscio...
b) La canzone finisce e ne inizia un'altra di Umberto Tozzi/Masini/ Bobby solo/ Albano.
Ascoltare quell'orrore vi deconcentra, anche se siete piloti provetto diventate più imbranati di un nonnino col cappello alla guida di una Prince. Non vi riesce più parcheggiare e dovete rinunciare mentre la gente ride di voi.

giovedì 15 marzo 2007

Lunga vita a chi boicotta i centri commerciali!

Capisco la comodità di un centro commerciale: trovi subito parcheggio, al suo interno c'è di tutto, è al coperto e quando piove non ti bagni...ovviamente anche io faccio talvolta acquisti nei centri commerciali per il fattore comodità.
Oggi tuttavia passeggiavo per il mio quartiere ed ho proprio toccato con mano il fatto che tanti piccoli negozietti "storici" stanno scomparendo a causa dell'impossibilità di concorrere con questi grandi pispoli commerciali. E' una realtà che sta morendo, quella del bottegaio lurido sotto casa, nella quale un tempo le nostre nonne facevano acquisti, con la sua storia e le sue leggende metropolitane...
Eccovi dunque un esempio dei negozietti più "folkloristici" che ancora resistono coriacei in ogni quartiere, o che hanno chiuso da poco e di cui serbo ancora memoria.
a) L'alimentari. Fondamentale in ogni realtà paesana. Nel caso di paesini più piccoli, solitamente l'alimentari si trova ad essere "uno e trino", ovvero ad incarnare tre realtà nel medesimo esercizio commerciale: quello di alimentari, quello di bar e quello di tabaccaio. (ai quali talvolta puoi aggiungerci che so, l'opzione bordello se la donnina dell'alimentari ha la figliola bona e maiala, o quella di rosticceria se la donnina in questione il venerdì sera prepara lasagne e le puoi comprare da asporto, insomma, tutto varia da luogo a luogo). Quello che però resta costante in questi ambienti è il forte odore di affettati, la presenza del bancone frigo che ronza e frizza, l'immancabile segatura per terra che nasconde a malapena un pavimento in piastrelline piccole e marroni. Momento clou dell'attività del negozio è rappresentato ancora dall'arrivo del pane. Allora gli scarsi clienti si accalcano con violenza attorno al bancone stile assalto al forno delle grucce (per chi non l'avesse capito sto citando i Promessi Sposi) ognuno con richieste particolareggiate: mezzo kg, integrale, POCO COTTO. Quando senti le parole poco cotto o molto cotto inizia a tremare, perchè la bottegaia con quelle manone unte e sudice con le quali ha appena maneggiato i soldi inizierà a palpeggiare tutte le coppie di pane possibili, strizzandole violentemente.
b) il bar /circolino: caratterizzato da un ambiente vetusto ed assai poco modaiolo, ti riporta indietro e ti richiama alla mente le pagine di "Bar Sport".Fondamentali nel bar di quartiere (quello, per intendersi, che i nonni chiamavano "l'appalto") sono, oltre alla presenza all'esterno di un cartello-espositore della sammontana in ferro tutto rugginoso ed una cassetta delle poste tutta ammaccata, il forte odore di pipì all'interno, la presenza dell'ubriaco/scioperato di quartiere e di un paio di antiche confezioni di bon bon con 3 dita buone di polvere sopra a completare la farcitura.
c) il macellaio: ora, esistono due tipi di macellai: quelli che son ottimi imprenditori,che , nonostante sia l'epoca di crisi del piccolo negozio, si son specializzati che so, nella farcitura di polli ripieni, oppure vantano la nomea di ottimi salumieri, di averci quel particolare tipo di carne e allora continuano a vendere; o quelli che si son ormai arresi alla pressione dei grandi supermercati e "tirano a campà". Mentre quelli del primo caso sopraelencato lavorano a non finire, hanno pure rifatto il negozio, dandogli un aspetto più moderno e modaiolo, quelli del secondo tipo li trovi invece mesti mesti davanti al tendone verde della loro vetrina, il grembiule imbrattato di sangue, le mani imbrattate di sangue che tengono una sigaretta in mano, lo sguardo perso nel vuoto. (il tutto contribuisce a dar loro quel tipico aspetto alla serial killer subito dopo l'omocidio truculento). L'interno del negozio poi rispecchia la loro tristezza: pavimento in vecchie piastrelle anni 50 stile maculato, banco carni dove campeggiano solo magre carogne di animali, un'immancabile sedia in formica dove, se non c'è seduto il macellaio, ci sta seduto il suo migliore amico, un vecchietto 70enne infervorato con la politica.
d) Dulcis in fundo: il negozio di CONFEZIONI, detto pure merceria, solitamente gestito da una donna di mezza età dall'aria chiacchierona e sbattuta. Cosa vende il negozio di confezioni/merceria di quartiere? solitamente di tutto: si va da ago e filo, passando per biancheria intima fino ad arrivare a ombrelli, cappelli, vestiti, coperte, tovaglie, il tutto in delizioso stile retrò. Secondo me, se glielo chiedi, la bottegaia può pure procurarti del fumo sottobanco!! Non vedrete mai un'aitante ventenne a comprare lì la propria biancheria intima, in quanto ste donnine mica lo sanno cosa sono i perizoma o le mutande a vita bassa! Loro vendono solo mutandone della nonna in cotone bianco a costine, calze di filanca color castoro ed altre cose da nonna...Pericolosissimo per una ragazza giovane entrare lì dentro a comprare che so, un rocchetto di filo per la nonna o al massimo un pigiama!! La negoziante, che si ritiene sempre e comunque al passo coi tempi, cercherà inevitabilmente di venderle un reggisenone in lana bianco/giallino cercando di spacciarglielo per "sessi da morire" e non si arrenderà finchè non gliel'avrete comprato!!!!

mercoledì 14 marzo 2007

E 'un c'è verso....

Oh, ma io a chi parlo? al vento?
Avevo fatto il cazziatone a "Razzinghe' " ma lui nulla eh, continua a fare il suo, duro come le pine verdi continua a ciacolare sui dico, sui pacs, i gay e i divorziati, non si calma neanche con la camomilla e a me non mi sta mai a sentire...
E io che ero sicura che leggesse QUOTIDIANAMENTE il mio blog...
No dai, giù Razzingè, e 'un te lo posso tradurre in latino, lo sai quanto mi ci vole, che sei matto?
Via Joseffino, falla poo lunga e lascia fare la politica a chi se ne intende (già, ma chi se ne intende di politica? di sicuro no i politici che ci son ora), ma guarda che poi non te lo ridico più eh...questa è l'ultima volta...se poi tu continui a non cacammi io farò lo stesso con te, tiè, così tu 'mpari...ovvìa...

domenica 11 marzo 2007

Qualcuno fermi i teen agers!!!

Le cose son due: o i tempi cambiano in frettissima o son invecchiata di botto e non me ne son nemmeno accorta.
Ieri sera siamo finiti in quel di Prato per farsi una bevuta e respirare un'aria diversa dalla solita...Cioè, io non avevo mai visto una cosa del genere!!OVUNQUE e COMUNQUE era pieno di ragazzini, età media dal 15 ai 18 anni, tanto che Federico ha ipotizzato un incredibile boom delle nascite negli anni '90, causato forse da qualche afrodisiaco sparso nell'aria. I pischelletti erano ovunque : nelle piazza, per le strade, nei locali, ma una cosa spaventosa e minacciosa allo stesso tempo, mi ricordavano gli uccelli di Hitchcock appollaiati sugli alberi che aspettano di attaccare!!
Un po' intimoriti, abbiamo iniziato a camminare per le strade stando attenti a non fare mosse inconsulte onde evitare che coi loro becchi aguzzi ci cavasseroi gli occhi...
Ma tanti così cazzo non ne avevo mai visti! Cioè a me mica mi facevano uscire così tranquillamente e fino a tardi il sabato sera!!
La cosa peggiore di questi individui che non son ancora nè carne nè pesce è però, al di là dell'atteggiamento mutuato da un qualche vj di mtv, il fatto che 'sti disgraziati parlano sempre e comunque a voce altissima, rendendoti partecipe pur senza volerlo delle loro esperienze, dei loro fatti, della loro vita, dei quali faresti volentieri ma volentieri a meno.
Entrati in un pub, la situazione si mostrava invariata: citando le parole proferite da Crampo noi avevamo il doppio degli anni del più vecchio nel locale...Ad ogni modo, ci sediamo, sempre con quell'inquietudine dentro che ormai ci era entrata nel sangue, e ordiniamo da bere. Grosso errore, perchè dopo la birra scatta inevitabilmente la sigaretta!!
Così usciamo fuori a fumarci l'agognato cicchino. E qui scena mitica che ha visto come protagonista un gruppo di teen agers.
C'era un tipo con aria da sfigatone, completamente ubriaco, appoggiato ad una macchina che brocciolava con un amico parole senza senso "Ehhh, obluraschi la supercazzola perchè io quando vedo lei sandibladisandi", mentre altri del suo gruppo stavano sparpagliati davanti al locale a fare le seguenti cose:
a) due ragazzine dai fisici acerbi ma dall'abbigliamento e dal linguaggio proprio di due quarantenni in calore stavano sedute su uno scalino a spettegolare fitto fitto
b) una coppia di cui lei più alta di lui di una ventina buona di cm stava pomiciando senza troppa convinzione in mezzo a una strada.
c) il resto del gruppo, ragazzotti un po' tamarretti, erano intenti ad assistere uno, probabilmente il "mattacchione" della compagnia, che si dilettava nell'antica arte della pisciata in un boccale da birra.
Ad un certo punto, dopo il rapido passaggio di una volante della polizia che ha distolto tutti dalle loro attività a parte le due teen agers in calore che continuavano a spettegolare cicì cicì, la situazione per qualche inspiegabile motivo probabilmente collegato all'influenza negativa esercitata da Amici di Maria de Filippi sui pargoli in questione, insieme all'ascolto per ore di gente tipo Mondomarcio o Fabry Fibra, è precipitata in una semirissa.
Improvvisamente, ed all'apparenza anche inspiegabilmente, lo sfigatone ubriaco, preso da un raptus di follia omicida, inizia a gridare alla volta di un altro tamarrino quindicenne con stampato sul viso un bel sorrisone arrogante alla Vin Diesel in Fast and Furious "IO T'AMMAAAAZZZOOOO, GIURO SU DIO CHE TI AMMAAAAZZOOOO, TE E QUELLA TROIA DELLA TU' RAGAZZAAAA" e inizia a barcollare verso questo con la velocità di un trattore in autostrada, mentre un amichetto cercava di tenerlo fermo. Niente, sembra calmarsi. Dopo 20 secondi di calma e silenzio l'ubriaco riparte con le sue frasi di minaccia e così via, alternando 20 secondi di stasi a frasi bellissime del tipo:
"T'ammazzo, prima di morire ti devo ammazzare"
"T'ammazzo, quando son morto voglio vederti morto prima di me" (???!!!??)
"Ti tiro uno schiaffo, giuro t'ammazzo, non ti fa più vedere che t'ammazzo così quando t'ho ammazzato non ti fai più vedere"
Io e gli altri già ci scompisciavamo, ma doveva ancora venire il bello. Arriva il tipo momentaneamente staccatosi dal pomiciamento con la tipa, che assume subito l'aria di quello che la sa più lunghissima di tutti, forse in virtù di un po' di petting consumato con la suddetta, guarda gli altri intorno allo sfigatone e dice "ci penso io".
Attimi di silenzio mentre tutti aspettano l'incredibile perla di saggezza del pomicione; io e Crampo pendiamo dalle sue labbra pensando "ecco la vaccata incredibile".
E infatti il giovincello non ci delude. Si avvicina all'ubriaco con fare serafico, solenne e SERISSIMO cerca immediatamente di calmarlo: "Lo vuoi uccidere? Ok, mi sta bene, però tu se sei veramente UOMO devi dargli almeno 24 ore di tempo per scappare. Ecco vedi? (tira fuori il cellulare) è mezzanotte e mezzo. Dalla mezzanotte di domani tu puoi fare quello che vuoi".
Inevitabile la risposta dello sfigato ubriaco "NOOO, lo voglio ammazzare oraaa" Dopodichè frana su un'automobile e viene accompagnato via barcollante da due amici, i quali con molta probabilità l'avranno aiutato di lì a pochi minuti a vomitare anche l'anima.
Da questa esperienza ho ricavato due importanti lezioni di vita:
a) i teen agers d'oggi son più coglioni di quelli di un tempo
ma soprattutto
b) Quando vuoi uccidere qualcuno, per l'amor di Dio, non ubriacarti!!!

venerdì 9 marzo 2007

Forza papessa Giovanna!!

La festa della donna è finita da mezz'ora. Bah, ormai ha perso il suo significato da un bel po' e continua a esistere solo per rimpinguare le tasche dei fiorai e per fare starnutire gli allergici al polline. Quanto a me, niente mimose, pochi auguri...Sarà che ormai la gente mi considera un ometto, non fosse pei bei boccioni?
Ad ogni modo, una riflessione la voglio fare.
Si parla tanto di donne, di pari opportunità etc etc soprattutto nel mondo del lavoro, della carriera.
Ecco, ci sono ancora tanti lavori che le donne non possono fare, e non magari per minore prestanza fisica (non me ne vogliano le femministe, ma è assodato che una donna generalmente ha meno forza fisica di un uomo, poi vabbè, dipende anche dalla costituzione della gente, ma io parlo in generale) ma proprio perchè in quanto donne.
Poi c'è il discorso della carriera. Già in politica di donne se ne vedono pochissime e fra le poche che si vedono dimolte farebbero ma bene a starsene a casina loro, visto le stronzate che dicono. C'è un ambiente in particolare però dove le donne, a differenza degli uomini, non possono fare "carriera", non possono ambire alle alte sfere nel modo più assoluto e sono vergognosamente discriminate sulla base di tradizioni vecchie di due millenni. E pensare che l'istituzione in questione dovrebbe puntare solo sulla purezza d'animo e sui buoni sentimenti, sull'altruismo, la carità, non su una differenza di sessi. . Sì, lo so che si casca sempre lì, la chiesa...Ma sta cosa mi fa incazzare a bestia.
Gli uomini posson diventare preti, cardinali, papi. E le donne? Perchè, una donna in campo spirituale non potrebbe essere un'ottima guida così come certi uomini?
Capisco che la chiesa sia una cosa nata un paio di millenni fa etc etc, ma porcaccia la miseria, ma guardate avanti! Questi ancora considerano le donne dei fabbricabambini, e come puntano i piedini in terra se si parla di aborto, di contraccettivi etc. Che c'è, a un'istituzione dove solo il sesso maschile conta dà fastidio che una donna possa disporre del proprio corpo come vuole, senza il loro consenso? Fa paura eh che in certi casi la donna abbia maggiore potere sulla vita di voi? Come possono le donne dare ascolto a un'istituzione dove queste cose le stabiliscono gli UOMINI? Sì e ho messo maiuscolo la parola uomini, perchè, a onor di logica, dovrebbe essere solo Dio, se mai ci dovesse essere, a dare dei giudizi, e invece, soprattutto ultimamente, questi omuncoli di chiesa hanno più voglia di ragionare delle portinaie pettegole, mi pare, almeno da quanto si vede dai giornali che paiono delle ciabatte rotte sempre pronti a aprir bocca...
Comunque, che fossi anticlericale s'era capito da tempo...per rispetto però di voi lettori vi risparmio la mia filippica e la smetto di sputare veleno.
A Carrettò, il prossimo post cercherò di scrivere qualcosa di più umoristico, promesso!!

mercoledì 7 marzo 2007

Hit parade da traffico

E' risaputo; Giovanni lo dice ormai da un sacco di tempo: l'automobilista medio pistoiese è una "piattola", nel senso di rincoglionito. Ora, io ho guidato in diverse regioni d'Italia, ho anche guidato in Irlanda con la guida a sinistra (vabbè, la macchina s'è pure picchiata ma non sono stata io!) ma devo dire che di imbranati al volante come noi pistoiesi non ce n'è.
Ci son delle cose poi che mi fanno smattare, tipo quelli che arrivano al semaforo, vedono verde e che fanno? rallentano!! RALLENTANO, Cristo, RALLENTANO! e te che invece volevi proprio passare col verde, con quel verde LI' ti trovi davanti questa fava patentata che frena...allora ti tocca inchiodare all'improvviso per non tamponarlo.
Se poi anche solo il semaforo dei PEDONI è giallo (mentre quello per le auto è ancora verde) no, cazzo, il pistoiese medio si ferma, porca troia!
E così dalle code ai semafori non ci si schioda mai, anche perchè quando viene nuovamente verde l'automobilista pistoiese deve ricordarsi di mettere la prima, sollevare il piedino dalla frizione etc etc...sempre che non stia discutendo animatamente con la persona seduta accanto o che non gli si spenga la macchina per poi non ripartire.
Le rotonde poi, queste sconosciute. Ora, vabbè che non siamo a Prato e che ci s'ha meno dimestichezza di loro, ma cazzo un po' di buon senso. Quando non vengono prese contromano (credetemi, è più facile di quanto possiate pensare, dal momento che mi è capitato di vederli già un paio di volte e vi assicuro che non è un bello spettacolo) sono sempre e comunque il regno del casino, soprattutto se sono a due o più corsie. Ma possibile che tutti ti taglino la strada di continuo perchè non ce n'è uno, dico UNO che stia nella corsia giusta, che sappia dove cavolo vuole andare?
Sta cosa una sera fece smattare anche il Nuzzo che strinse una coppia di donzelle da destra perchè volevano tagliargli la strada, seminando il terrore in quel della rotonda della Vergine.
Comunque, pur senza essere un'amante della statistica, ho notato che l'imbranataggine del pistoiese al volante con la pioggia aumenta esponenzialmente: si fa più lento, inchioda per un nonnulla, ai semafori non parte mai. (e oggi pioveva, ecco il perchè della mia incazzatura!)
Oltre a questo, un altro fenomeno che si riscontra per le strade di Pistoia è l'assoluta ed irritante noncuranza dei pedoni. C'è un marciapiede largo come un'autostrada e i pedoni (soprattutto donne) che fanno? Ci camminano sopra? Chè! Stanno ma sul bordo della strada spingendo un passeggino che te arrivi e per poco non fai una strage. Poi ste fave scendono di macchina spalancando le portiere mentre passi te, non gliene frega niente di niente, roba da potergli falciare lo sportello, nonché ammazzare! Per non parlare di quelli che attraversano di botto quando meno te lo aspetti mostrando davanti a te il palmo della mano stile Mosè nel film i dieci comandamenti quando apre le acque de lar rosso. Ora, ma che cazzo credono che se uno gli arriva sparato e loro si lanciano in mezzo alla strada possono fermare una macchina col palmo della mano? vabbè.
Comunque, ste cose mi irritano e non poco, visto anche che vivo in una zona transitata.
Ultimamente però ho scoperto che si possono contenere le follie dei pedoni e anche di taluni conducenti che potrebbero fare manovre azzardate. Come? con la musica. Ebbene sì, come certi animalini sono spaventati dai rumori, i pistoiesi possono intimorirsi con la musica che può trattenerli dal commettere cazzate per la strada.
Attenzione però, non vanno bene tutti i tipi o tutti i generi. Ho notato che ci sono canzoni che li tengono più fermini di altri, se ascoltate ad alto volume, per cui ho pensato per solidarietà di comunicare a voi adepti la mia scoperta e di elencarvi alcune canzoni che hanno "buona presa sul pubblico"...
Se siete amanti della musica classica, state pur certi che i pedoni non si fermano davanti alla Carmen di Bizet o ad un Mozart passe partout. No, ci vuole roba più ignorante. Wagner funziona (nella fattispecie il motivo "O fortuna" terrorizza abbastanza, così come la cavalcata delle valchirie, forse perchè ricorda Apocalypse now).
Lasciate da parte la discomusic anni '70, quella non li spaventa, anzi li incita alla follia, ma provate con dei buoni Led Zeppelin (anche se il risultato non è certo).
Per quanto riguarda gli anni '80, non si sa come mai ma sembra che Sweet Dreams degli Eurythmics abbia il suo porco effettaccio.
Ma se volete essere sicuri di avere un effetto dirompente vi consiglio un rocchettaccio stronzo o dell'ottimo metal. Le canzoni che scatenano panico, timore e rispetto e riescono addirittura a far spostare quelle stronze di mammine con passeggino dal bordo della strada sono nella fattispecie roba come "Welcome to the jungle" dei Guns (il titolo la dice lunga), passando per i buoni vecchi Metallica e gli Iron.
Se poi il rispetto non vi basta ma volete scatenare il panico provate a vedere che succede lanciandovi a tutta birra nella rotonda della Vergine con roba death metal a manetta e vedrete come si aprirà un varco!!
Ad ogni modo, per nessuno, NESSUNISSIMO motivo ascoltate i Nirvana. Quelli, non si sa come mai, spingono i pedoni al suicidio più di quanto non possano fare Laura Pausini o le canzoni di Neck.
Questi i miei consigli...se avete altri suggerimenti da aggiungere alla mia hit da traffico ve ne sarei grata!!

lunedì 5 marzo 2007

I MATTI

A volte succedono coincidenze. Pare che ogni giornata abbia un filo conduttore come la trama di un film.
Torno da una giornata assurda in biblio (poi vi dico perchè assurda) e mi metto a leggere il post di Crampo ( Http://fuochinellanotte.blogspot.com ) che parla dei matti dei treni...proprio oggi che ho avuto a che fare con un folle....dei treni!
Insomma, anni fa ho avuto una frenetica attività da studentessa pendolare. Prendevo il treno ogni giorno e difatti il sito che teniamo io e Giovanni (giuro, questo è l'ultimo link: www.gassenfondo.com ) vanta un'ampia compagine dedicata alla vita del pendolare e ai personaggioni che si incontrano.
Insomma, una mattina di anni fa incontro sto personaggione alla stazione, era una molto freddo e mi infilo nel famoso "gabbione" per ripararmi dal gelo. (Nota dell'autore: nel gabbione della stazione è risaputo ci si rintanano i peggio pazzi, per cui è bene farne un uso limitato alle situazioni di reale necessità...e quella era una di queste.) Morale della favola, dentro c'era sto tipo della mia età già preceduto dalla sua fama. Trattasi di un personaggio stranissimo con velleità poetiche e di gran chiacchierone. In parole povere attacca bottone a me e a un'altra ragazza e a voce altissima inizia a dichiarare il suo antisemitismo reazionario e a sniffare tabacco da fiuto alle sei di mattina (!!!!)
Insomma, dopo tale esperienza noto con scarso entusiasmo che non si sa perchè e non si sa per come l'essere in questione si è iscritto alla mia stessa facoltà, dove lo si vede girare di tanto in tanto con la sua camminata inquietante conversando da solo. Poi sparisce per anni.
Ebbene, oggi vado in biblioteca, come tutti i giorni del resto. Come tutte le volte prendo il pass per salire e mentre sono al bancone sento vociare "oooh, bada chie!! nooo, spettacolo! ciaoooo!" alzo gli occhi e vedo questo tizio che urla ste cose guardando me. Io imbarazzata faccio : "ma dici a me?" Grosso errore, non l'avevo riconosciuto ma lui aveva riconosciuto me...Io non mi ricordo dei matti ma i matti si ricordano di me, a quanto pare. Tombola! era il tipo del gabbiotto della stazione. E infatti mi dice "sìì, facevi la mia stessa facoltà, un giorno abbiamo preso il treno insiemeeeee". La gente (la biblio era affollata in quel momento) mi guarda, il silenzio dei curiosi cala su di noi per ascoltare la possibile conversazione assurda di come una persona normale possa essere messa in difficoltà dalle farneticazioni di un pazzo...i bibliotecari, i più pettegoli e ciaccioni, di turno proprio oggi, rallentano le loro attività per veder proseguire la scena....momenti di tensione stile film thriller...io rabbrividisco, capisco la gravità della situazione, faccio un sorriso di circostanza, imbarazzatissima (ti prego non arrossire, ti prego non arrossire....e inevitabilmente divento bordò). Fortunatamente la bibliotecaria è stata abbastanza veloce (ma non troppo) nel darmi il pass che mi ha permesso di fuggire in sala lettura evitando che il tipo aprisse un dialogo con me di stampo apertamente antisemita o iniziasse a risniffare tabacco (già, chissà se lo fa più).
Morale della favola: fate attenzione che i matti han buona memoria!!!

venerdì 2 marzo 2007

capita che...

Ci son giorni come oggi nei quali non so dove andare o che direzione prendere.
Mi pare che qualunque cosa possa fare possa aver ben poco senso...perchè mi sento senza meta.
Vorrei avere un ago come una bussola che mi indicasse il nord ma non vedendolo mi butto sullo studio che si rivela quanto mai deludente in queste situazioni visto che non ho particolare convinzione neanche lì. Sono una tipa cerebrale che ci posso fare?
Dovrei usare meno il cervello e aprire le gambe, direbbe con sarcasmo il beneamato Carrettoni.
Praticando yoga mi è stato detto che in questi momenti bisognerebbe affidarsi di più al proprio corpo e meno alla mente. Sarà per questa che mi son ritoccata le sopracciglia con la pinzetta? mmm
Fra l'altro dovrei anche vestirmi per andare a cena fuori ma pare che la tuta e la felpa mi si siano attaccate addosso...
Che palle queste giornate, che palle l'essere metereopatiche, che palle essere donne in fase premestruale!
Speriamo che sta giornata senza infamia e senza lode passi alla svelta, stavo meglio ieri quando bestemmiavo per la bottiglia d'acqua che rompendosi in borsa ha bagnato il mio cellulare!!