mercoledì 21 marzo 2007

Stream of consciousness serale

Caffè-sigaretta. Rassicurante binomio. Se smetto di fumare mi tocca smettere di prendere il caffè. Riuscirò mai a smettere? Io non ne ho voglia, ma un giorno devo. Un giorno...quando? Quando le cose si saranno appianate. Non credo lo faranno mai ma me lo ripeto. Fascino da autodistruzione. Se bruci in fretta fai luce più chiara. Non so se ne ho le palle.
Cazzo che casino questa mansarda. Fogli e fotocopie ovunque. Se me ne andassi io tutto resterebbe così vuoto. Quanta roba da buttare. Come a casa dei nonni. Ce ne andiamo e ci lasciamo dietro di noi solo cose inutili che riempiono i cassonetti. Cassonetti-inceneritore-inquinamento. Quanta roba viene riciclata? Tutta questa roba, tutta inutile. Tanta. Se scomparisse il genere umano la roba resterebbe lì da sola a imbrattare tutto per l'eternità.
Che stress. Non posso fermarmi. Se mi fermo penso. Come quando dormo, mentre dormo sto bene, ma appena mi sveglio ecco i pensieri acuminati che mi lacerano ricordandomi che sono viva. Dolorosa constatazione.
Fanculo, rabbia, fanculo tutto. Voglio sparare e uccidere gli ultimi sogni rimasti. Non sopporto di vederli morire uno a uno. Li finisco io. Non sono che un pugno. Erano tanti, li ho visti morire trucidati dai cecchini. Vorrei essere anch'io un cecchino dei sogni per sapere cosa si prova a stare con l'altra squadra.Quella che vince. La squadra che vince è quella che ha le armi più potenti. Veder morire i sogni agonizzanti e non poter fare niente ha ucciso una parte di me con loro. Che alla fine la morte non è un semplice passaggio, la morte vera sono i 5 minuti più lunghi della tua vita. E non te li puoi neanche godere, che stai morendo...Io sono morta una ventina di volte, ma mai davvero.

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