domenica 26 agosto 2007
venerdì 24 agosto 2007
Incontrare Totò a Barcellona
Sembra impossibile ma è proprio così. Totò a Barcellona, non è uno scherzo. E non si trova in un ristorante napoletano.
Mi aggiro per le sale ampie e asettiche del MACBA dove diversi schermi trasmettono all'unisono videoinstallazioni quando sento la sua voce, inconfondibile. Vado subito alla fonte: una piccola stanza allestita come un cinema. 4 file di sedie e uno schermo. Sullo schermo lui, il Principe, ma anche Franco e Ciccio.
Mi domando se non sia un'allucinazione ma è proprio così: al museo di Arte Contemporanea di Barcellona, in una sala allestita appositamente trasmettono a ciclo continuo un corto in italiano (sottotitolato in francese). E che corto! Pier Paolo Pasolini "Che cosa sono le nuvole". Mai visto prima. Pochi minuti di filmato e sono rapita. La mia soddisfazione raggiunge l'apice quando mi rendo conto che la sala è piena e non di italiani: francesi, spagnoli, inglesi e gente di chissà che altre nazionalità fissano lo schermo. Magari non tutti capiscono cosa stiano dicendo, ma ridono di gusto nel vedere la mimica di Totò e le gags di Franco e Ciccio. Tutti rapiti come me.
Pochi minuti e il corto finisce, sulle note di una canzone cantata da Modugno che recita anche lui come comparsa. Sono commossa dalla delicatezza del filmato, ma allo stesso tempo orgogliosa del fatto che l'Italia continui in modo ancora rilevante e forte ad essere presente nei musei del mondo e non solo con le varie Gioconde e i vari Caravaggi o Michelangeli, ma anche con qualcosa di più "moderno", seppure ormai appartenente al passato. E felice che il Principe sia presente anche nei musei stranieri, e faccia ridere non solo gli italiani, ma anche qualche giapponesi, tedeschi, americani o "chicche..e sia!".
Detto questo, consiglio caldamente a chi non l'avesse visto di vedere il suddetto corto dal titolo "Che cosa sono le nuvole", dolcissima allegoria della vita spiegata da...marionette. Teatro nel teatro nel teatro, con attori e comparse eccezionali.
Fra l'altro ho anche scoperto che il corto è disponibile anche su youtube, sebbene suddiviso in varie parti... Grande Totò!!! W il cinema italiano e Cinecittà quando non era solo la sede della casa del Grande Fratello!
giovedì 23 agosto 2007
Alcune cose che ho scoperto in vacanza a Barcellona
1) La popolazione maschile è così composta: 40% gay; 30% arabi con netta prevalenza di pachistani; 10% uomini accoppiati e il restante 20% equamente ripartito fra brutti ceffi e truzzi da competizione
2) I truzzi italiani non legano nemmeno le scarpe ai truzzi di Barcellona. Se volete riscoprire l'essenza del termine tamarro fatevi un giro per le strade della città catalana...ne vedrete delle belle...roba che in confronto Fast and Furious pare un documentario sul bon tonne e Vin Diesel un damerino del '700
3) Non esiste bar anche solo un pochino lurido in tutta Barcellona nel quale non faccia bella mostra di sè accanto all'ingresso un bel videopoker dalle luci e suoni ammiccanti
4) Gli indiani a Barcellona sono più degli autoctoni (quelli dell'india eh non i pellerossa!) e detengono il monopolio del piccolo commercio. Non c'è minimarket, negozio di souvenirs un tanto al kg o spaccio di snacks nelle stazioni della metro dove non campeggi dietro a uno sgabello almeno un indiano. Nel caso dei minimarket invece sono in due: uno alla cassa e l'altro che controlla che nessuno rubi niente.
5) Se gli indiani non lavorano, vanno a giro. Il più delle volte li potrete vedere a coppie di due giovani di sesso maschile, ambedue vestiti con jeans e camicetta dai colori sgargianti a mezze maniche. Uno dei due, comunemente noto come il "mattacchione" si contraddistingue quasi sempre per l'atteggiamento più scapestrato e menefreghista e per il taglio di capelli più avvenieristico (vale a dire che invece della divisa da una parte porta un pochino di gel). L'altro, noto come "il responsabile" mostra invece un atteggiamento serioso e impeccabile, controllando che l'altro non si cacci nei guai.
6) Io attraggo particolarmente gli indiani del tipo "mattacchione", che amano mandarmi sguardi languidi in metropolitana (vedi punto 7)
7) La metropolitana costituisce uno dei momenti principali per tentativi di approccio maldestri da parte dei più sciroccati e degli indiani "mattacchioni". Appena entrati in una stazione della metro viene messo in atto l'antico rito di seduzione dell'abitante di Barcellona, che manderà sguardi languidi ed intensi alla giovane prescelta che sarà costretta, per non dare adito a false speranze, a fissare la mappa di tutte le linee della metropolitana, imparando così a memoria i nomi di tutte le stazioni di Barcellona.
8) Nonostante sia vietato dalla legge, il gioco delle 3 carte sopravvive coriaceo sulla rambla. Si vocifera che il racket del gioco delle 3 carte sia in mano a un napoletano e io ci credo.
9) Il cuore della casa a Barcellona è il terrazzo. Sui terrazzi la gente ci mette di tutto: dalle piante (in quantità industriali) alle bombole del gas agli snowboards (??) per arrivare alle bici e ai motorini. Sui terrazzi la gente sta a ore: ci parla da un balcone all'altro, ci cena, ci beve, ci telefona, ci amoreggia, vengono tagliati i capelli con la macchinetta etc etc. Non si sa se sia usanza locale o che altro, fatto sta che a partire dalle 21 di sera praticamente su un balcone ogni 10 sia che il clima sia mite o afoso potrete vedere persone di sesso maschile (dai 10 agli 80 anni) a torso nudo. Cosa facciano e perchè stiano tutti a torso nudo visto che le zanzare letteralmente ti mangiano resta ancora un mistero. Forse si tratta di un'usanza locale.
10) Cosa sono i Tapas? Ufficialmente sono degli snacks da aperitivo: della serie uno va in un bar dalle 7 in poi e può trovare un vastissimo assortimento di crostini, bruschette, patatine, crocchette, insalate di pesce, polpettine etc da mangiare accompagnati dalla sangria o da altre bevande alcoliche. Ufficiosamente sono delle inculate paurose. Calorici e frittissimi, quando accompagnati da qualcosa di alcolico daranno inizio a un processo di sudorazione crescente che farà aumentare la sete. Apparentemente costano poco (con circa 3 euro ti danno un piattino con 4 unità)...il problema è che con un tapas non ci si sfama, ne occorrono molti. Questo porterà il malcapitato turista, mezzo brillo dalla sangria, a uscire dal locale con un bel po' di euro in meno e ancora affamato. Un consiglio? Meglio andare nei ristorantini tipici. Con 15 euro a testa mangi dei buoni piatti locali in abbondanza, come la paella, e ti bevi del buon vino...Morale della favola: spendi circa lo stesso, non avrai l'ascella pezzata e quando esci non hai più fame!
2) I truzzi italiani non legano nemmeno le scarpe ai truzzi di Barcellona. Se volete riscoprire l'essenza del termine tamarro fatevi un giro per le strade della città catalana...ne vedrete delle belle...roba che in confronto Fast and Furious pare un documentario sul bon tonne e Vin Diesel un damerino del '700
3) Non esiste bar anche solo un pochino lurido in tutta Barcellona nel quale non faccia bella mostra di sè accanto all'ingresso un bel videopoker dalle luci e suoni ammiccanti
4) Gli indiani a Barcellona sono più degli autoctoni (quelli dell'india eh non i pellerossa!) e detengono il monopolio del piccolo commercio. Non c'è minimarket, negozio di souvenirs un tanto al kg o spaccio di snacks nelle stazioni della metro dove non campeggi dietro a uno sgabello almeno un indiano. Nel caso dei minimarket invece sono in due: uno alla cassa e l'altro che controlla che nessuno rubi niente.
5) Se gli indiani non lavorano, vanno a giro. Il più delle volte li potrete vedere a coppie di due giovani di sesso maschile, ambedue vestiti con jeans e camicetta dai colori sgargianti a mezze maniche. Uno dei due, comunemente noto come il "mattacchione" si contraddistingue quasi sempre per l'atteggiamento più scapestrato e menefreghista e per il taglio di capelli più avvenieristico (vale a dire che invece della divisa da una parte porta un pochino di gel). L'altro, noto come "il responsabile" mostra invece un atteggiamento serioso e impeccabile, controllando che l'altro non si cacci nei guai.
6) Io attraggo particolarmente gli indiani del tipo "mattacchione", che amano mandarmi sguardi languidi in metropolitana (vedi punto 7)
7) La metropolitana costituisce uno dei momenti principali per tentativi di approccio maldestri da parte dei più sciroccati e degli indiani "mattacchioni". Appena entrati in una stazione della metro viene messo in atto l'antico rito di seduzione dell'abitante di Barcellona, che manderà sguardi languidi ed intensi alla giovane prescelta che sarà costretta, per non dare adito a false speranze, a fissare la mappa di tutte le linee della metropolitana, imparando così a memoria i nomi di tutte le stazioni di Barcellona.
8) Nonostante sia vietato dalla legge, il gioco delle 3 carte sopravvive coriaceo sulla rambla. Si vocifera che il racket del gioco delle 3 carte sia in mano a un napoletano e io ci credo.
9) Il cuore della casa a Barcellona è il terrazzo. Sui terrazzi la gente ci mette di tutto: dalle piante (in quantità industriali) alle bombole del gas agli snowboards (??) per arrivare alle bici e ai motorini. Sui terrazzi la gente sta a ore: ci parla da un balcone all'altro, ci cena, ci beve, ci telefona, ci amoreggia, vengono tagliati i capelli con la macchinetta etc etc. Non si sa se sia usanza locale o che altro, fatto sta che a partire dalle 21 di sera praticamente su un balcone ogni 10 sia che il clima sia mite o afoso potrete vedere persone di sesso maschile (dai 10 agli 80 anni) a torso nudo. Cosa facciano e perchè stiano tutti a torso nudo visto che le zanzare letteralmente ti mangiano resta ancora un mistero. Forse si tratta di un'usanza locale.
10) Cosa sono i Tapas? Ufficialmente sono degli snacks da aperitivo: della serie uno va in un bar dalle 7 in poi e può trovare un vastissimo assortimento di crostini, bruschette, patatine, crocchette, insalate di pesce, polpettine etc da mangiare accompagnati dalla sangria o da altre bevande alcoliche. Ufficiosamente sono delle inculate paurose. Calorici e frittissimi, quando accompagnati da qualcosa di alcolico daranno inizio a un processo di sudorazione crescente che farà aumentare la sete. Apparentemente costano poco (con circa 3 euro ti danno un piattino con 4 unità)...il problema è che con un tapas non ci si sfama, ne occorrono molti. Questo porterà il malcapitato turista, mezzo brillo dalla sangria, a uscire dal locale con un bel po' di euro in meno e ancora affamato. Un consiglio? Meglio andare nei ristorantini tipici. Con 15 euro a testa mangi dei buoni piatti locali in abbondanza, come la paella, e ti bevi del buon vino...Morale della favola: spendi circa lo stesso, non avrai l'ascella pezzata e quando esci non hai più fame!
lunedì 13 agosto 2007
Ri-chiuso per ferie
Cari tutti, ebbene sì, parto di nuovo, stavolta la meta è Barcellona.
Se tutto va secondo i piani alle 13 e 30 di oggi un volo rigorosamente low cost dovrebbe portare a destinazione (o quasi) me e le altre due squinternate che hanno scelto di fare con me questa vacanza.
Notizie dell'ultim'ora danno tempo pessimo a Barcellona per tutta la settimana, mentre altre (vedi i commenti di feedback sui vari siti) sostengono che il nostro albergo sia rumoroso, sudicio e che le camere siano minuscole...staremo a vedere...
Buone vacanze a tutti!!!
mercoledì 1 agosto 2007
Il viaggio della speranza
Salve a tutti, come alcuni sapevano, altri hanno supposto e certi invece ignoravano domenica sera sono rientrata a Pistoia dopo un lungo viaggio di ritorno agonizzante da sola che mi ha lasciata fino ad oggi tutta rincoglionita ed alienata. Ed è appunto di questo viaggio che vi voglio parlare.
Atto primo: la partenza
Domenica 28 ore 13 dunque mi metto in viaggio alla volta di Golfo Aranci per prendere il traghetto della Sardinia fino a Livorno, quello in partenza alle 15 e 30 per essere precisi,tutta bella abbronzata e col sorriso disteso di una persona che ha passato una bella vacanza...ecco, l'abbronzatura è rimasta, il sorriso invece si è tramutato in un ghigno rabbioso dopo...mmm...diciamo 5 minuti.
Fa un caldo boia, ho un sonno tremendo e mentre faccio le ultime curve verso il porto penso: mmm quasi quasi mi prendo una bella cabina e dormo tutto il tempo che domani mattina devo andare a lavorare...due curve sotto sento un brivido corrermi lungo la schiena a mò di presagio mortale scorgendo in sequenza: a) la nave lontanissima all'orizzonte che deve ancora entrare nel golfo, in ritardo di almeno mezz'ora e b) una DISTESA, ma sapete cosa vuol dire una DISTESA? di macchine in minacciosa attesa arrivate lì (un si sa come mai poi) con tipo 3 ore di anticipo...
Non mi resta altro che sperare che mi mettano in una fila buona e che mi facciano entrare presto.
Atto secondo: l'imbarco
La nave arriva e attracca dopo un'ora di sole che picchia sulla testa facendomi liquefare e nel frattempo la distesa di macchine si è decuplicata, divenendo un mare arrovellato di gente che urla e sbraita. A quel punto mi viene un sospettino ma no, non ci voglio credere.
Dopo un'altra mezz'ora buona ad attendere che i vacanzieri in arrivo sbarchino, la bagnarola comincia a imbarcare la fiumana di macchine...tutte, tranne la mia e poche altre. Alla fine, salendo con la mia lancia y, ultima insieme a 4 suv sfigati e un paio di camion, il sospettino si tramuta in sospetto...prendo il plaid multiuso da picnic della lidl (tm)e salgo la scala che mi porta alle sale passeggeri.
E lì l'incubo...solo in quel momento arriva lapidaria la conferma di quello che per tutto questo tempo avevo testardamente negato a me stessa: quelli della sardinia hanno stipato quella cavolo di nave all'impossibile. Cazzo, ai tempi del diluvio unversale Noè aveva avuto un bel da fare con la sua arca, ci aveva messo due animali per ogni specie, immaginatevi voi il pienone e la puzza...ma lì, su quella maledetta nave della sardinia le cose erano di gran lunga peggiori. Altro che due animali per ogni specie! Tolti due cani con la lingua a cravatta e 3 gatti sparuti la nave è GREMITA di gente, in particolar modo bambini.
A gomitate mi faccio largo, le cabine, manco a dirlo, son esaurite da eoni, non c'è un posto a sedere a pagarlo oro. Tutti i luoghi dove una persona può poggiare un quarto di culo sono stati presi: sedie, tavoli, sdraio, cuscini, la gente è ovunque...
Con un occhio che trema e la bocca storta inizio ad arrancare per trovare un posto. Rimangono due scelte: "la stanza dei giochi dei bambini (urlanti)" che, come recita il nome stesso, è piena di bambini (urlanti) o il sotto sudicio di una scala che conduce ai garages. Avendo mal di testa opto per il sudicio. Stendo il mio telo multiuso (tm) e in quel momento noto che a breve distanza, solo a parte me in quel luogo dimenticato da dio ma non certo dalla polvere, c'è un baldo giovine davvero carino: occhi celesti, capelli biondi, naso all'insù. Beh magari intavolo conversazione con questo figone e stai a vedere che questo viaggio che si prospetta infernale non sarà così pessimo come credo. No, è pessimo come credo: il figone, che evidentemente non è mai stato alla lidl, si stende così come è, privo di un qualsivoglia telo o protezione, sulla moquette orrida infettata da batteri e nel giro di due minuti chiude gli occhi per riaprirli solo all'attracco. Di tanto in tanto controllo che respiri, non si sa mai...
Provo a dormire. Tutte le volte che quasi ci riesco una voce all'altoparlante mi ricorda che i negozi, la profumeria e il ristorante sono aperti e a mia disposizione.L'aria condizionata a livelli terroristici mi fa venire un mal di gola memorabile, mentre io, ormai rassegnata, inganno il tempo facendo le parole crociate.
Dopo 40 volte che la voce registrata mi ripete che il ristorante self service è aperto, non so se per vera necessità o per effetto nemmeno troppo subliminale, mi viene fame...Riemergo dalle stive alla ricerca del tanto pubblicizzato ristorante, pubblicizzato così bene che è pienissimo, praticamente tutta la gente della nave (a parte il figone che ancora dorme) sta lì in fila. 45 minuti di fila coi vassoi degli altri che mi comprimono il costato per un lurido pezzo di pizza e delle patate gommose. Mentre mangio schiumante di rabbia mi guardo intorno...persone ovunque, grida, casino, bimbi che piangono...e ho una visione...mi immagino che tutte quelle persone siano animali qualsiasi, che so, topi. Una cosa disgustosa!! è pieno dappertutto...topi anziani, topi di mezza età, topi giovani e cuccioli di topo, topi che allattano, topi che mangiano, topi che pagano...A quel punto mi sento un po' Rossella O' Hara in Via col Vento quando, nella celeberrima scena resa ancora più celebre dalla colonna sonora abusata nello show di Bruno Vespa fa il suo giuramento. E' giunto il momento anche del mio: "giuro davanti a Dio-sempre che esista- e Dio mi è -sempre che esista- testimone (in realtà non ero davanti a Dio ma davanti all'Isola d'Elba) che sopravviverò alla metà della gente stipata in questa nave. Lasciamo da parte i bambini, che avendo minimo 20 anni meno di me hanno più chances di vivere più a lungo, ma cazzo io voglio campare più di questi altri qui".
Sancisco il mio patto ingurgitando l'ultima patatina-gum e torno nel mio loculo con vista sulla schiena del bonone.
Atto terzo: lo sbarco
Il porto di Livorno è solo un puntino all'orizzonte quando l'odiosa voce (la solita del ristorante e compagnia bella) inizia a romperci l'anima con un nuovo tormentone: fra un'ora si sbarca. Tutti più o meno sanno quanto è lunga un'ora, ma il fatto che una voce registrata te lo ripeta ogni minuto, oltre a non fartela passare mai, ti mette una certa urgenza. Tutti come pecoroni ipnotizzati iniziano allora a incamminarsi verso il garage.
Dopo mezz'ora, non potendo sopportare la vista del figone che si sveglia bello riposato da una dormita di 6 ore (e lui nemmeno aveva il telo lidl)e la voce metallica che dice che fra un'ora si sbarca (ma non diceva così anche mezz'ora fa?) mi aggrego ai pecoroni, faccio cartella e mi avvicino all'entrata dei garages. Grossissimo errore! Tutta la gente che prima era al self service adesso è lì che si accalca davanti a quella maledetta porta...poco male, fra pochino attraccheremo...sì, col cavolo! un'ora stretta come una sardina (o sardinia?) a sudare come una dannata, sempre fra i bimbi che ora urlano di più e gli umani maleodoranti...poi lo SBARCO.
Per la legge del contrappasso, essendo entrata fra gli ultimi ora sono fra i primi ad uscire..bene, peccato che nei garages, dove si scoppia di caldo e non si respira, tanti autisti si siano portati anche mogli e (indovinate un po'?) bambini quando i passeggeri potevano invece starsene comodi e scendere a piedi dalla scaletta. C'è un tipo, completamente folle, che per preservare il bambino y la moglie dal caldo sale sul suo suvvone (maledetto suv, ancora ci ritroviamo faccia a faccia eh?) e, dopo averlo acceso e aver sgassato (ancora a boccaporti chiusi) attacca l'aria condizionata a tutta manetta, lasciando noi in una nube di gas di scarico mefitico...
Alla fine riesco a uscire (semiviva) da quella trappola per topi e mi ritrovo a Livorno...imbottigliata...tempo stimato per uscire da Livorno e prendere l'autostrada...1 ora e mezzo a passo d'uomo...
Questa è la storia del mio viaggio di ritorno.
Se avete letto fin qui e siete uno di quelli che si trovavano sulla Sardinia Mega Express di domenica 29 in partenza alle ore 15.30 per il porto di Livorno...toccatevi le palle perchè vi ho tirato una di quelle gufate davanti all'Elba che nemmeno immaginate!
Atto primo: la partenza
Domenica 28 ore 13 dunque mi metto in viaggio alla volta di Golfo Aranci per prendere il traghetto della Sardinia fino a Livorno, quello in partenza alle 15 e 30 per essere precisi,tutta bella abbronzata e col sorriso disteso di una persona che ha passato una bella vacanza...ecco, l'abbronzatura è rimasta, il sorriso invece si è tramutato in un ghigno rabbioso dopo...mmm...diciamo 5 minuti.
Fa un caldo boia, ho un sonno tremendo e mentre faccio le ultime curve verso il porto penso: mmm quasi quasi mi prendo una bella cabina e dormo tutto il tempo che domani mattina devo andare a lavorare...due curve sotto sento un brivido corrermi lungo la schiena a mò di presagio mortale scorgendo in sequenza: a) la nave lontanissima all'orizzonte che deve ancora entrare nel golfo, in ritardo di almeno mezz'ora e b) una DISTESA, ma sapete cosa vuol dire una DISTESA? di macchine in minacciosa attesa arrivate lì (un si sa come mai poi) con tipo 3 ore di anticipo...
Non mi resta altro che sperare che mi mettano in una fila buona e che mi facciano entrare presto.
Atto secondo: l'imbarco
La nave arriva e attracca dopo un'ora di sole che picchia sulla testa facendomi liquefare e nel frattempo la distesa di macchine si è decuplicata, divenendo un mare arrovellato di gente che urla e sbraita. A quel punto mi viene un sospettino ma no, non ci voglio credere.
Dopo un'altra mezz'ora buona ad attendere che i vacanzieri in arrivo sbarchino, la bagnarola comincia a imbarcare la fiumana di macchine...tutte, tranne la mia e poche altre. Alla fine, salendo con la mia lancia y, ultima insieme a 4 suv sfigati e un paio di camion, il sospettino si tramuta in sospetto...prendo il plaid multiuso da picnic della lidl (tm)e salgo la scala che mi porta alle sale passeggeri.
E lì l'incubo...solo in quel momento arriva lapidaria la conferma di quello che per tutto questo tempo avevo testardamente negato a me stessa: quelli della sardinia hanno stipato quella cavolo di nave all'impossibile. Cazzo, ai tempi del diluvio unversale Noè aveva avuto un bel da fare con la sua arca, ci aveva messo due animali per ogni specie, immaginatevi voi il pienone e la puzza...ma lì, su quella maledetta nave della sardinia le cose erano di gran lunga peggiori. Altro che due animali per ogni specie! Tolti due cani con la lingua a cravatta e 3 gatti sparuti la nave è GREMITA di gente, in particolar modo bambini.
A gomitate mi faccio largo, le cabine, manco a dirlo, son esaurite da eoni, non c'è un posto a sedere a pagarlo oro. Tutti i luoghi dove una persona può poggiare un quarto di culo sono stati presi: sedie, tavoli, sdraio, cuscini, la gente è ovunque...
Con un occhio che trema e la bocca storta inizio ad arrancare per trovare un posto. Rimangono due scelte: "la stanza dei giochi dei bambini (urlanti)" che, come recita il nome stesso, è piena di bambini (urlanti) o il sotto sudicio di una scala che conduce ai garages. Avendo mal di testa opto per il sudicio. Stendo il mio telo multiuso (tm) e in quel momento noto che a breve distanza, solo a parte me in quel luogo dimenticato da dio ma non certo dalla polvere, c'è un baldo giovine davvero carino: occhi celesti, capelli biondi, naso all'insù. Beh magari intavolo conversazione con questo figone e stai a vedere che questo viaggio che si prospetta infernale non sarà così pessimo come credo. No, è pessimo come credo: il figone, che evidentemente non è mai stato alla lidl, si stende così come è, privo di un qualsivoglia telo o protezione, sulla moquette orrida infettata da batteri e nel giro di due minuti chiude gli occhi per riaprirli solo all'attracco. Di tanto in tanto controllo che respiri, non si sa mai...
Provo a dormire. Tutte le volte che quasi ci riesco una voce all'altoparlante mi ricorda che i negozi, la profumeria e il ristorante sono aperti e a mia disposizione.L'aria condizionata a livelli terroristici mi fa venire un mal di gola memorabile, mentre io, ormai rassegnata, inganno il tempo facendo le parole crociate.
Dopo 40 volte che la voce registrata mi ripete che il ristorante self service è aperto, non so se per vera necessità o per effetto nemmeno troppo subliminale, mi viene fame...Riemergo dalle stive alla ricerca del tanto pubblicizzato ristorante, pubblicizzato così bene che è pienissimo, praticamente tutta la gente della nave (a parte il figone che ancora dorme) sta lì in fila. 45 minuti di fila coi vassoi degli altri che mi comprimono il costato per un lurido pezzo di pizza e delle patate gommose. Mentre mangio schiumante di rabbia mi guardo intorno...persone ovunque, grida, casino, bimbi che piangono...e ho una visione...mi immagino che tutte quelle persone siano animali qualsiasi, che so, topi. Una cosa disgustosa!! è pieno dappertutto...topi anziani, topi di mezza età, topi giovani e cuccioli di topo, topi che allattano, topi che mangiano, topi che pagano...A quel punto mi sento un po' Rossella O' Hara in Via col Vento quando, nella celeberrima scena resa ancora più celebre dalla colonna sonora abusata nello show di Bruno Vespa fa il suo giuramento. E' giunto il momento anche del mio: "giuro davanti a Dio-sempre che esista- e Dio mi è -sempre che esista- testimone (in realtà non ero davanti a Dio ma davanti all'Isola d'Elba) che sopravviverò alla metà della gente stipata in questa nave. Lasciamo da parte i bambini, che avendo minimo 20 anni meno di me hanno più chances di vivere più a lungo, ma cazzo io voglio campare più di questi altri qui".
Sancisco il mio patto ingurgitando l'ultima patatina-gum e torno nel mio loculo con vista sulla schiena del bonone.
Atto terzo: lo sbarco
Il porto di Livorno è solo un puntino all'orizzonte quando l'odiosa voce (la solita del ristorante e compagnia bella) inizia a romperci l'anima con un nuovo tormentone: fra un'ora si sbarca. Tutti più o meno sanno quanto è lunga un'ora, ma il fatto che una voce registrata te lo ripeta ogni minuto, oltre a non fartela passare mai, ti mette una certa urgenza. Tutti come pecoroni ipnotizzati iniziano allora a incamminarsi verso il garage.
Dopo mezz'ora, non potendo sopportare la vista del figone che si sveglia bello riposato da una dormita di 6 ore (e lui nemmeno aveva il telo lidl)e la voce metallica che dice che fra un'ora si sbarca (ma non diceva così anche mezz'ora fa?) mi aggrego ai pecoroni, faccio cartella e mi avvicino all'entrata dei garages. Grossissimo errore! Tutta la gente che prima era al self service adesso è lì che si accalca davanti a quella maledetta porta...poco male, fra pochino attraccheremo...sì, col cavolo! un'ora stretta come una sardina (o sardinia?) a sudare come una dannata, sempre fra i bimbi che ora urlano di più e gli umani maleodoranti...poi lo SBARCO.
Per la legge del contrappasso, essendo entrata fra gli ultimi ora sono fra i primi ad uscire..bene, peccato che nei garages, dove si scoppia di caldo e non si respira, tanti autisti si siano portati anche mogli e (indovinate un po'?) bambini quando i passeggeri potevano invece starsene comodi e scendere a piedi dalla scaletta. C'è un tipo, completamente folle, che per preservare il bambino y la moglie dal caldo sale sul suo suvvone (maledetto suv, ancora ci ritroviamo faccia a faccia eh?) e, dopo averlo acceso e aver sgassato (ancora a boccaporti chiusi) attacca l'aria condizionata a tutta manetta, lasciando noi in una nube di gas di scarico mefitico...
Alla fine riesco a uscire (semiviva) da quella trappola per topi e mi ritrovo a Livorno...imbottigliata...tempo stimato per uscire da Livorno e prendere l'autostrada...1 ora e mezzo a passo d'uomo...
Questa è la storia del mio viaggio di ritorno.
Se avete letto fin qui e siete uno di quelli che si trovavano sulla Sardinia Mega Express di domenica 29 in partenza alle ore 15.30 per il porto di Livorno...toccatevi le palle perchè vi ho tirato una di quelle gufate davanti all'Elba che nemmeno immaginate!
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