lunedì 18 febbraio 2008

Nel ventre del tunnel


Non sono mai stata una persona particolarmente avventurosa o coraggiosa.
Mio padre invece, essendo il contrario di me, mi ha sempre spronato, dicendomi di tentare, di buttarmi, di non aver paura. Un insegnamento un po' singolare, se si pensa ai genitori di oggi iperprotettivi che coi loro cazzo di Suv nelle ore di punta parcheggiano davanti all'entrata delle scuole private cattoliche "Le Mantellate" bloccando il traffico a tutti gli altri comuni mortali che si trovano a passar di lì per pura sfiga. (quando a me a volte mi facevano tornare a casa da scuola a piedi, genitori snaturati!!) Comunque, non divaghiamo sulla mia acredine genetica verso i suv ele scuole cattoliche...
Tornando alla mia infanzia, sono sempre stata fifona ma, alla luce degli insegnamenti di mio padre e del fatto che gli altri bambini facevano con tanta naturalezza cose che a me mettevano una paura boia, ho sempre cercato anche io di vincere le mie paure.
A volte i miei mi portavano in un piccolo parco giochi vicino all'allora casa nostra, che, accanto ai consueti scivolo-altalena-giostrina aveva come attrattiva una specie di montagnola artificiale un po' difficile da descrivere.
Dunque, c'era (e c'è ancora) questa montagnola di terra abbastanza alta. Il suo interno, così come la sua sommità, sono cavi.
Alla base 4 tubi in cemento armato (di quelli stile parco di kiss me licia, per intendersi) che conducono tutti al centro, dove è stata ricavata una specie di "stanza" nel cuore della montagnetta, con le piccole pareti in cemento armato, che prende luce dalla sommità aperta della montagnola stessa.
Insomma, non so se mi sono spiegata ma ho fatto il meglio che potevo.
A tutti i bambini del parco la montagnola pareva un gioco straganzo, ci smattavano proprio per quel cavolo di coso, ci andavano tutti e mio padre mi incitava a fare altrettanto (facile eh, per lui, ci mandava me che ero una bambina minuta perchè lui che è alto 1 e 90 non ci passava mica da quei tubi!!) Io per non deluderlo e per non deludere me stessa ci andavo. Ma a me la montagnola non piaceva per niente, anzi, a me quei tubi facevano stracagare. Primo, erano tutti sporchi. Secondo, puzzavano di piscio che facevano schifo. Terzo: mentre passavo per quel tubo stretto stavo malissimo, avevo paura di rimanere incastrata e di non riuscire a uscire. Quarto: il tubo era troppo buio e vedevo solo un chiarore in lontananza, quello della "stanzetta" centrale.
Ricordo ancora oggi l'angoscia di percorrere gattoni quei cavolo di tubi pisciosi (già, ma poi chi era che riusciva a pisciare dentro a quei tubi? mah, un giorno me lo dovranno spiegare), la paura di non farcela, il primo sospiro di sollievo misto a un senso di intrappolamento quando giungevo alla stanzetta centrale per poi ripartire facendo il percorso a ritroso e essere finalmente fuori dalla montagnola della paura.
Perché questo ricordo? Perchè è come mi sento adesso. In un cunicolo stretto e buio, con solo un piccolo barlume alla fine, senza possibilità di fermarmi o tornare indietro. Stretta fra il lavoro, gli impegni e questa cazzo di tesi che mi soffoca.
Mi domando se tanti si siano sentiti così a meno di un mese dalla consegna del malloppo, o se forse sono io a dare troppo peso a cose insignificanti, nella fattispecie giochi da bambini, servizi civili o tesi...
Che ne sarà di me una volta laureata? cosa troverò fuori dal tunnel? Spero che almeno il puzzo di piscio passi.

7 commenti:

Mox ha detto...

- Vedo una luce in fondo al tunnel.
- Sì, è da dove siamo entrati.
(Bucchi)

Gattafruata ha detto...

Chissà se è il servizio civile a rendermi ancora più pessimista...
Comunque il notizione che mi hai dato di Filippo Bellissima mi ha rallegrata assai. Iniziavo ad essere preoccupata perchè non lo vedevo più girare per Pisa. E' bello venire a sapere che il vero, grande Profeta è ancora attivo e sparge i suoi pensieri in tutta Italia.
Anche da voi mandava accidenti al rettore?

CRAMPO ha detto...

Boia! Il tù babbo quando eri piccina ne ha tentate proprio di tutte per perderti.... purtroppo per loro sei sempre riuscita a tornare a casa :P
Si dai secondo me ti preoccupi troppo te l'ho già detto. La tesi in ogni caso sarà un successo.... il servizio civile dura un' anno, prima o poi finirà.... dopo inizierà il lavoro vero e allora li si che ti dovrai preoccupare! E quello non finirà in un'anno.... :P

Mox ha detto...

gli accidenti al rettore era il meno. Il più delle volte si rivolgeva al papa e al presidente della repubblica (http://www.youtube.com/watch?v=rdsFgMfC0-0).
Grande, grande Filippo Bellissima. E' un po' il Rousseau dei nostri tempi.

Gattafruata ha detto...

A me Filippo Bellissima fa pensare a un banditore del medioevo calato nel XXI secolo...Che mito!!! In uno dei miei post passati ho anche inserito un Suo video...

Anonimo ha detto...

chi era che riusciva a pisciare dentro a quei tubi? gatti e....l'accendiamo
comunque...se non riesci a uscire dal tunnel, puoi sempre iniziare ad arredarlo, almeno diventa un pò + confortevole ;)

Unnamed One ha detto...

Purtroppo il puzzo di piscio si farà sempre più forte, l'importante è tapparsi il naso o fare in modo che il cervello si convinca che quello è il profumo di una rosa, anche se poi quando annuserai una rosa vera una volta convinta sentirai un grandissimo puzzo di piscio. Quindi il problema sussiste in ogni caso uhm...

L'unica cosa è stringere i denti e tirare avanti ( e magari nel caso tapparsi il naso), a forza di tirare vedrai che prima o poi si va avanti anche se solo di un passetto.

( meno male che almeno l'ultima parte del messaggio è un pochino più ispirata >_>)