mercoledì 30 aprile 2008
lunedì 28 aprile 2008
Ora o mai più
Molti potranno giudicarmi stupida o esagerata, ma che ci devo fare, io sono così.
Credo sia normale provare questo stato di agitazione, di tensione e di apprensione nel giorno che precede la discussione della tesi.
La mia paura, la mia tensione però va al di là di questo.
Per molti la tesi è un momento come un altro. Non per me, che ho lottato tenacemente per anni per potermi laureare.
Fin da bambina sognavo di poter continuare gli studi col percorso universitario, e questo non per far precedere il mio cognome da un bel Dott. o per trovare un lavoro che mi permettesse di guadagnare tanti soldi (anche da piccola ero disincantata abbastanza da sapere che un dottore è uno stronzo come tutti gli altri e che la disoccupazione è un problema che affligge soprattutto i laureati) ma per il mio amore per gli studi, la mia fame di conoscenza.
Alla fine di questo percorso posso dire che sì, un po' di conoscenza l'ho ottenuta proprio grazie al percorso di studi universitario, ma la maggior parte delle cose che so le ho imparate fuori dai banchi del dipartimento.
Le ho imparate andando a Pisa, facendo la pendolare ogni giorno per diversi anni, aspettando il cambio a Lucca con un freddo gelido o con la pioggia e studiando sulle poltrone sporche del treno.
Le ho imparate rimanendo coriaceamente attaccata al vecchio ordinamento, quando tutti mi dicevano "passa al nuovo", dando tutti gli ultimi esami da non frequentante con professori di cui conoscevo a malapena il volto.
Le ho imparate preparando esami immensi con le compagne di sempre, la Sara, la Laura, la Bene, passando giornate con loro a ripetere, a bere caffè, a fumare sigarette e a fare schemi perchè ci entrassero le cose in testa e soprattutto a ridere.
Sempre con loro, correndo da una parte all'altra di Pisa su una 126 minuscola, ridendo come delle matte.
Ho imparato tanto in tutto questo tempo che ho dedicato alla mia tesi, aprendo manoscritti polverosi e sfogliando le pagine che odorano di giacca di pelle, scrivendo pagine e pagine davanti a questo stesso computer, andando a ricevimento dal prof tutti i giovedì, attendendo per ore in piedi nel corridoio strettissimo e privo di sedie.
Domani tutto questo finirà e ho tanta paura. Non ho paura di fare una figura di merda davanti alla commissione, questo l'ho già messo in conto. Ho paura di quello che verrà dopo. Quando mi chiederanno che lavoro fai e non potrò più usare come alibi della mia disoccupazione la parola "studente".
Quando non avrò più un piano di studi da seguire ma sarò libera, un altro laureato immesso in un mondo del lavoro già saturo.
Quando studiare significherà preparare concorsi per entrare per qualche mese in un qualche ente statale, pur sapendo che, con molta probabilità, quei 3 posti disponibili sono già stati assegnati.
Da domani non ho più scuse.
Mi sento come un animale nato e cresciuto in cattività che improvvisamente viene liberato in una giungla.
Questa sono io, Marta, a poche ore dalla discussione della tesi.
Credo sia normale provare questo stato di agitazione, di tensione e di apprensione nel giorno che precede la discussione della tesi.
La mia paura, la mia tensione però va al di là di questo.
Per molti la tesi è un momento come un altro. Non per me, che ho lottato tenacemente per anni per potermi laureare.
Fin da bambina sognavo di poter continuare gli studi col percorso universitario, e questo non per far precedere il mio cognome da un bel Dott. o per trovare un lavoro che mi permettesse di guadagnare tanti soldi (anche da piccola ero disincantata abbastanza da sapere che un dottore è uno stronzo come tutti gli altri e che la disoccupazione è un problema che affligge soprattutto i laureati) ma per il mio amore per gli studi, la mia fame di conoscenza.
Alla fine di questo percorso posso dire che sì, un po' di conoscenza l'ho ottenuta proprio grazie al percorso di studi universitario, ma la maggior parte delle cose che so le ho imparate fuori dai banchi del dipartimento.
Le ho imparate andando a Pisa, facendo la pendolare ogni giorno per diversi anni, aspettando il cambio a Lucca con un freddo gelido o con la pioggia e studiando sulle poltrone sporche del treno.
Le ho imparate rimanendo coriaceamente attaccata al vecchio ordinamento, quando tutti mi dicevano "passa al nuovo", dando tutti gli ultimi esami da non frequentante con professori di cui conoscevo a malapena il volto.
Le ho imparate preparando esami immensi con le compagne di sempre, la Sara, la Laura, la Bene, passando giornate con loro a ripetere, a bere caffè, a fumare sigarette e a fare schemi perchè ci entrassero le cose in testa e soprattutto a ridere.
Sempre con loro, correndo da una parte all'altra di Pisa su una 126 minuscola, ridendo come delle matte.
Ho imparato tanto in tutto questo tempo che ho dedicato alla mia tesi, aprendo manoscritti polverosi e sfogliando le pagine che odorano di giacca di pelle, scrivendo pagine e pagine davanti a questo stesso computer, andando a ricevimento dal prof tutti i giovedì, attendendo per ore in piedi nel corridoio strettissimo e privo di sedie.
Domani tutto questo finirà e ho tanta paura. Non ho paura di fare una figura di merda davanti alla commissione, questo l'ho già messo in conto. Ho paura di quello che verrà dopo. Quando mi chiederanno che lavoro fai e non potrò più usare come alibi della mia disoccupazione la parola "studente".
Quando non avrò più un piano di studi da seguire ma sarò libera, un altro laureato immesso in un mondo del lavoro già saturo.
Quando studiare significherà preparare concorsi per entrare per qualche mese in un qualche ente statale, pur sapendo che, con molta probabilità, quei 3 posti disponibili sono già stati assegnati.
Da domani non ho più scuse.
Mi sento come un animale nato e cresciuto in cattività che improvvisamente viene liberato in una giungla.
Questa sono io, Marta, a poche ore dalla discussione della tesi.
mercoledì 16 aprile 2008
Non vi fa sfavare quando...
Non vi fa sfavare quando, dopo una mattinata di lavoro snervante, durante la quale vi sono toccati solo compiti strapallosi e strarognosi, salite in macchina, con una fame veramente da lupi, non vedendo l'ora di tornare a casa, e vi rendete conto che la vostra cara Lancia y vi ha fottuto la seconda centralina nel giro di un anno, lasciandovi a piedi?
Ah, dimenticavo di dire che lavorate a circa (forse qualcosina di più) 20 km da casa e che non c'è nessuno che vi possa riaccompagnare, che il clima pazzerello ha deciso di fare un'escursione termica pazzesca e che dai 10 gradi circa di stamani col sole del pomeriggio si è passati a circa 25 e che state sudando come pazzi vestiti con tanto di maglia a collo alto.
Grazie a un provvidenziale bus arrivate a casa con "soltanto" un'ora di ritardo...e se prima eravate "solamente" affamati come lupi adesso è tutta un'altra storia...
E dopo aver mangiato roast-beef avanzato che vostra madre vi ha lasciato in cucina alle 3 e mezza del pomeriggio, con un mal di testa crescente finalmente vi accingete a dedicarvi a quello che più vi preme: studiare la tesi che fra 10 giorni vi laureate.
Vi è mai successo, eh, vi è mai successo?
Ah, dimenticavo di dire che lavorate a circa (forse qualcosina di più) 20 km da casa e che non c'è nessuno che vi possa riaccompagnare, che il clima pazzerello ha deciso di fare un'escursione termica pazzesca e che dai 10 gradi circa di stamani col sole del pomeriggio si è passati a circa 25 e che state sudando come pazzi vestiti con tanto di maglia a collo alto.
Grazie a un provvidenziale bus arrivate a casa con "soltanto" un'ora di ritardo...e se prima eravate "solamente" affamati come lupi adesso è tutta un'altra storia...
E dopo aver mangiato roast-beef avanzato che vostra madre vi ha lasciato in cucina alle 3 e mezza del pomeriggio, con un mal di testa crescente finalmente vi accingete a dedicarvi a quello che più vi preme: studiare la tesi che fra 10 giorni vi laureate.
Vi è mai successo, eh, vi è mai successo?
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