"per me si va ne la città dolente
per me si va ne l'etterno dolore
per me si va tra la perduta gente"
queste parole utilizzate da Dante per la porta dell'inferno io le riprenderei pari pari e le scriverei a caratteri cubitali sopra la biglietteria della stazione di Pistoia.
Ora, io SO che ci sono altri modi per prenotare un eurostar che non includano per forza il dover andare alla biglietteria della stazione ma, per una serie di ragioni che non mi va di star qui a spiegarvi io NON VOGLIO usufruire di questi altri modi.
Così eccomi a stringere il volante della mia lancia y, psicologicamente già in assetto da guerra e con lo stesso atteggiamento di Rambo. Lo scopo: prenotare il viaggio da Pistoia a Vercelli.
Primo errore commesso: mi sono avviata alla volta della stazione in un giorno feriale, con la pioggia alle 17 e 10, più o meno l'ora in cui arriva il treno da Firenze. Il treno da Firenze è strapieno di gente che scende tutta a Pistoia invadendo la stazione e, quel che è peggio, crea un intaso totale del traffico nelle vie limitrofe, causato dall'incauto riversarsi dei pendolari in strada e dagli ancor più incauti parenti dei pendolari summenzionti che parcheggiano in terza fila ostrendo il passaggio a qualsiasi cosa si muova via terra.
Arrivo alla stazione e, prima cosa, osservo il display: il treno da Firenze dovrebbe arrivare tra 10 minuti ma ha 10 minuti di ritardo, che significa 20 minuti per fare un biglietto, ce la faccio agile.
Due sportelli aperti: il primo con una sola donnina e l'altro con una fila luuunghissima di gente. Senza pensarci due volte mi metto dietro all'ultimo della coda luunga e la manovra si rivela azzeccata: la donnina sola all'altro sportello è la classica vecchietta che ha voglia di chiacchierare da morire: sarebbe stata una mossa da pivelli mettersi dietro di lei.
Così, mentre lei racconta non so cosa al bigliettaio, la mia coda progredisce in men che non si dica.
Ora sta al tizio col cappotto davanti a me che per convenzione chiamerò il tizio col cappotto.
Il tizio col cappotto fa quello che fanno tutti alla biglietteria della stazione di Pistoia: si piazza davanti allo sportello del bigliettaio, si piega a 90 gradi perchè a un'altezza di circa 70cm dal suolo c'è l'unica fessura nel vetro che separa il bigliettaio dall'utente, unico spiraglio che fa passare un filo di voce a malapena comprensibile e sbraita: UN BIGLIETTO PER LUCCAAAAA!
Vai, tutto regolare, faccio presto, ho ancora 15 min per prendere il biglietto e scappare prima dell'arrivo del treno da Firenze.
Ma qui l'imprevisto: il tizio col cappotto fa una domanda che non doveva fare: CHE ME LA FA LA FATTURAAAAAAAA?
Il bigliettaio sbianca, si alza e, quando torna con una cartellina consunta e ne estrae un consuntissimo e ingiallito libro delle fatture e un foglio di CARTA CARBONE (sì, avete capito bene ragazzi, carta carbone) sbianco anche io perchè capisco.
Capisco che più o meno è dall'epoca di Spadolini che non vengono fatte fatture a questa biglietteria e, insomma, siccome son passati un po' di anni ...beh, il bigliettaio non sa molto bene dove mettere le mani.
La mia intuizione si rivela ovviamente esatta.
Guardo nervosamente il tempo che passa e il momento dell'arrivo del treno da Firenze che si avvicina.
Il bigliettaio è ancora in alto mare, il tempo scorre, i minuti pure, una voce annuncia il treno da Firenze...
Dopo momenti che sembrano interminabili, finalmente il tizio col cappotto se ne va soddisfatto del suo biglietto per Lucca e della sua fattura. Sta a me. Come un fulmine mi avvicino al vetro, mi piego verso la fessura e tutto d'un fiato, parlando più veloce che posso "PERVERCELLISOLANDATACOLTRENODELLENOVEILTRENTUNO!"
"Come scusi? non ho capito. Dove vuole andare? a Vercelli?"
"Sì"
"Da Pistoia?"
"Sì"
"allora aspetti che inserisco la destinazione..."tricchettrocche (rumore di dita grassocce e incerte su tastiera) "da Pistoia...per Vercelli...il 31 ha detto?"tricchettrocche
"sì sì il 31 col treno delle nove, cambio a firenze, solo andata, seconda classe"
"...ecco...il 31....alle nove...deve cambiare a firenze, sa?" (ma non mi dire...) "allora...l'eurostar...seconda classe...corridoio o finestrino?"
"è uguale, è uguale" dico io mentre sento la voce registrata annunciare l'arrivo in stazione del treno da Firenze.
"allora un posto a caso" tricchettrocche "per Vercelli, il 31..." io intanto ho già preparato i soldi precisi del costo del biglietto, anche se so che è troppo tardi.
E difatti così è. Quando arrivo a stringere il biglietto tra le mani un'orda barbarica di gente è già scena dal treno e si è riversata nelle strade.
Torno sconsolata alla mia lancia y che ora è rinchiusa tra migliaia di macchine, metto la freccia, inserisco la marcia e a passo di lumaca mi avvio verso casa.
E per due settimane sono a posto, fino al prossimo viaggio a Vercelli...
giovedì 30 ottobre 2008
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2 commenti:
Te devi smettere di scrivere questi post!!!
Non posso mettermi a ridere così in ufficio!!!
Buon viaggio..... :D
Aaaahhhhh!
Ieri sera ti sei persaaaa!!!
E' uno spettaolo!
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