martedì 18 marzo 2008

Spettacolo in unico atto

Il mio ragazzo sostiene che le prime cose a colpirlo di me furono lo sguardo e la mia innata capacità di essere catalizzatrice di situazioni bizzarre, nel senso che, se c'è un pazzo nel raggio di un km, questo viene a piazzarsi proprio di fronte a me o, peggio, se deve accadere una situazione strana, assurda o particolarmente sfigata, questa avviene sempre e comunque sotto ai miei occhi.
I fatti di oggi, almeno in parte, non lo hanno smentito. Per quanto riguarda lo sguardo, beh, quello non sta a me valutarlo...
Già a cose normali, a partire dalle 17 in poi, le strade nei dintorni di casa mia diventano un inferno di macchine che si muovono a passo d'uomo, questo dovuto in parte alla congenita e conclamata incapacità di guidare del pistoiese medio (che quado vede giallo al semaforo dei pedoni si deve fermare, formando file incredibili), in parte all'incapacità da parte di chi ci amministra di gestire il traffico e, da ultimo ma non per ultimo, dal fatto che vivo in una zona a ridosso del centro. Il normale ingorgo del rientro poi diviene una cosa quasi insostenibile se per puro caso cadono anche solo due gocce di pioggia(com'è noto il pistoiese odia bagnarsi).
Ebbene, oggi dopo 3 settimane durante le quali non ho potuto farlo a causa della labirintite, oggi ho deciso di andare a farmi una passeggiata cn Arturo.
A malapena abbiamo messo il naso fuori che un pandino ci passa davanti per poi inchiodare e mentre penso "ecco il tonfo"...il tonfo arriva!!
Non so come mai ma quando due macchine picchiano fra di loro il rumore che fanno mi ricorda quello che fa una bottiglia d'acqua diplastica che viene piegata per essere gettata nella spazzatura.
Stavolta però il rumore è più forte e a quello si unisce il classico suono di vetri e plastiche rotte.
In meno di un istante siamo lì, ad ammirare un pasticcio di 4 macchine (che adesso occupano lo spazio di due): una panda, due utilitarie e un jeeppone, tutte incastonate l'una nell'altra, dalle quali escono in sequenza i seguenti personaggi:
a) il Tamarro, 20 anni circa, autista della Panda che è arrivata per ultima e ha tamponato le altre, gilet della ditta e berretto di lana da questiere nero della west cost.
b) il Bambino, divisa granata, parastinchi, calzettoni lunghi e scarpe da ginnastica.
c) il Trentenne. Attonito, abulico.
d) La Donnina, autista del jeeppone: ho detto tutto.
e) L'Imberbe. 19 anni circa, probabile primo incidente in macchina, sangue che cola dal naso su viso bianco dallo spavento. Anzi, lui non scende di macchina. Gli sportelli della macchina non si aprono più. Gli aprono da fuori.
3 secondi e i marciapiede si riempiono di curiosi, più numerosi del solito. Il fatto è che lì davanti c'è proprio un ambulatorio medico. Una bella fortuna per i pazienti che stavano lì in sala d'attesa a rompersi le palle, con un "Gente" di 8 mesi fa talmente consunto che non si possono più leggere gli intrighi dell'estate 2007.
Nemmeno a dirlo, i primi spettatori a procacciarsi un posto in prima fila son i vecchietti, per la maggior parte fuoriusciti proprio dall'ambulatorio medico: ovviamente, loro che fino a due minuti fa lamentavano malattie inguaribili, al rumore del tonfo sono corsi in strada scattanti come maratoneti e ora fanno a gomitate per avere una visuale migliore.
E ora che abbiamo un pubblico, dei protagonisti e una situazione, lo spettacolo può andare in scena.
Appena sceso di macchina, il Tamarro si accende la sigaretta e guarda il panino di macchine girottolando nervosamente, con aria da "Sono stato io a combinare tutto questo casino??" Il Trentenne lo guarda fra il sardonico e il rassegnato, da uomo che ne ha talmente viste tante nella vita che ormai non c'è nient'altro da fare che "chiamare i vigili". Appena proferite queste parole, la Donnina, che guidava il suvvone (con baby calciatore dentro), sclera. Dice che i vigili sono incompetenti, che la colpa è tutta dell'ultimo della fila,che lei, poverina, ha solo frenato perchè c'era la fila e che ora ha furia perchè ha tante cose da fare "quindi io prendo e me ne vado" (ma è trattenuta dal trentenne che la guarda con aria truce: "se fai per andartene, brutta stronza, ti piglio a badilate la macchina" sembrano voler dire i suoi occhi.
Già...Facile per lei, che guidava quella specie di arrogante mezzo cingolato da città che non ha subito alcun danno. Comunque, in quanto donna alla guida di un suv, io la includo fra i maggiori sospettati: deve per forza averci messo del suo a provocare l'incidente.
Intanto il Tamarro spalanca le braccia: "ho frenato ma ho visto troppo tardi..."la Donnina continua a urlare, qualcuno fra le fila degli spettatori, forse una comparsa, fa il battutone ridacchiando "e ora l'ultimo paga per tutti."
Nel frattempo nessuno si cura dell'Imberbe che, sceso di macchina tutto sanguinolento, se ne sta zitto zitto e dice, rivolto a me "ah, io non so come levarla la macchina da qui". Gli suggerisco di andare al pronto soccorso: il colpo di frusta è sempre dietro l'angolo, non si sa mai.
Lo sguardo odioso che mi rivolgono all'unisono la Donnina e il Tamarro mi fanno capire che era molto, ma molto meglio se me ne restavo zitta.
A complicare il tutto, ecco che arriva, in perfetto ridardo, l'autobus delle 17.00 che in tutto quel casino resta imbottigliato e le macchine non passano più.
Un omino scende dalla propria vettura e, in un delirio di onnipotenza, si improvvisa vigile per dirigere il traffico a senso alterno,creando più casino che mai e provocando persistenti e fastidiosi strombazzamenti di protesta.
La situazione sta diventando troppo caotica per i miei gusti, senza considerare le vecchine arrivate tardi che mi tirano la manica per sapere da me cosa è successo e Arturo che mi tira dall'altra per andare via e proseguire il giro.
"Non c'è niente da vedere" dice una voce profonda da poliziotto americano dentro di me, presumibilmente copiaincollata nel mio subconscio da chissà quale film, e mi allontano. Arturo però si ferma un ultimo istante sul luogo del delitto. Si avvicina alle 4 macchine tamponate, una attaccata all'altra. Infine annusa la ruota posteriore del suv, tira su la zampa e lascia in ricordo una bella pisciatina.
Adoro quel cane, in fin dei conti ha già imparato dalla vita tutto quello che c'è da sapere...

1 commento:

Mox ha detto...

a volte una pisciata vale più di cento parole