Ovvia, sentite il che m'è venuto in mente.
Siccome a me quel mangiacrauti lì che sta in Vaticano, un paga le tasse e rompe sempre i coglioni con famiglia/utero/aborto/fecondazione e i gay (e poi dice A NOI che siamo fissati col sesso!!) un mi vòle garbare, ho pensato di fare una bella petizioncina per rispedillo a Avignone dove un tempo c'era la sede papale e dove secondo me il papa ci stava un gran bene tutta la su' curia. (porca miseria, ma perchè s'è tanto insistito per fallo tornà qui?)
Per cui, se la pensate come me e volete rispedillo ad Avignone, firmate nei commenti questa petizione. Vabbè via, se siete di quelli che si spacciano per cattoliconi praticanti ma sotto sotto infamate il papa e avete paura che il prete domenica prossima un vi dia più l'ostia potete firmare anche con pseudonimo!!!
Io mi firmerò per prima!!
martedì 29 maggio 2007
Quel puttanone sul suv
Ammetto di non essere quella che si definisce generalmente una persona pacifica, ma vi giuro che se sabato scorso non ho fracassato la macchina di quella donnina al parcheggio dei Gigli è stato solo perchè non avevo una mazza da baseball in bauliera. Son proprio andata fuori dai gangheri.
Premessa: esiste una piccola legge di natura credo matematica che fa sì che una persona già arrogante di suo divenga quantomeno insopportabile se messa al volante di un suv. Se poi la persona in questione possiede anche una vagina, iniziate a gridare.
Ora, io ho fatto una cosa che non dovevo fare: andare in un centro commerciale in un torrido sabato pomeriggio ma, dovendo comprare delle cose e non avendo altri giorni disponibili...sì vabbè ma a chi la racconto? no, ho proprio fatto una stronzata a andare ai Gigli!
Chi è stato almeno un sabato pomeriggio nella sua vita in un centro commerciale sa che quei posti, già terrificanti nei giorni normali, di sabato o sotto Natale si trasformano nell'anticamera dell'inferno. Ecco, i Gigli sabato scorso non erano da meno: gente ovunque, macchine, motorini, pedoni e, come se non bastasse, festeggiavano i primi 10 anni con uno spettacolino di balletti brasiliani con 10 tipe inguainate in abiti brasiliani che si vedeva benissimo che erano di Campi Bisenzio o al massimo, se proprio si vuol scialare, di Calenzano.
Comunque, prima di entrare nel centro commerciale e godere della vista di sederoni nostrani spacciati per culi carioca, arriva il dannato momento del parcheggio.
Tutto pieno, non un posto. A un certo punto mi piazzo davanti all'uscita e baccaglio una coppietta (non in senso reale eh! non son tipa da scambi di coppie!) "andate via?" "sì sì, la nostra macchina è quella là". Al che io, individuata la macchina, ingrano la retro e mi metto lì di fianco, freccia inserita, ovviamente lasciando il posto a loro per uscire.
In quella ti arriva il già nominato troione. I puttanoni al volante dei suv si riconoscono per alcune caratteristiche:
a) il ghigno rabbioso
b) l'aspetto da troia
c) la totale incapacità di guidare
Bene, la tizia in questione le aveva tutte. Con la coda dell'occhio guardo nello specchietto retrovisore e ti vedo questa qui bella languida che arriva mentre la coppia sta uscendo e mette la freccia (difficile anche non vederla, dal momento che quei "tamburlani" hanno frecce della grandezza di uno schermo televisivo al plasma da bar). Come se non bastasse, mi guarda e mi fa un sorriso sarcastico, della serie "io c'ho la macchina più grossa per cui lasciami il posto". Ora, dal momento che non credo che per quanto riguarda i parcheggi vigano leggi di natura darwiniana, faccio alla mia amica in macchina con me "guarda, scendi e tienimi il posto, che quella lì vuol fare la furba".
Tempo zero si scatena l'inferno. Appena il troione col suv vede la mia amica a piedi nel posto auto inizia prima a sbraitare, poi fa finta di investirla con il suo pageronzone dai vetri oscurati come l'auto di un rapper americano dei più tamarri, infine scende di macchina continuando a inveire.
Insomma, ne esce fuori una sceneggiata napoletana proprio niente male, fatta di pageri lasciati accesi in folle, bambini che guardano dai vetri oscurati, la mia amica che si incazza, e io che perdo le staffe.
Sì, a vedere l'arroganza di questa troia mi parte il nervo, lascio praticamente la macchina in mezzo alla strada e mi dirigo da lei.
Come in seguito a un'ubriacatura pesa, ricordo solo a sprazzi quello che ho fatto e detto. La leggenda narra che mi sia avvicinata alla macchina e le abbia detto prima di comprare del valium, poi volevo darle il numero telefonico di uno psichiatra, poi ho detto qualcosa riguardo ai vibratori e la sua voglia di cazzo e ringrazio il cielo che la mia amica mi ha fermata quando, in risposta a un "se non la fà finita chiamo i carabinieri" dicessi qualcosa del tipo: "cavoli, lei proprio non lo vede da parecchio, vuole farsi anche loro?".
Insomma, alla fine ce ne siamo andate,visto che quel parcheggio pareva per lei questione di vita o di morte, lasciando la signora al volante del suo suv con il solito ghigno famelico sulla faccia e due bambini che avranno avuto 8 anni attoniti sul sedile posteriore. So che magari non è stato il modo più giusto per dirglielo, ma prima o poi dovevano pur sapere che la loro mamma è una troia di prima categoria.
Beh, ora che ci penso a mente libera, dall'esperienza ho tratto le seguenti conclusioni
A) che prima di tornare ai gigli di sabato pomeriggio dovranno passare almeno altri 10 anni, poi, dimentica dell'accaduto, mi ripresenterò là e chissà che non ritrovi le stesse ballerine brasilocalenzanesi invecchiate che festeggiano i 20 anni del centro commerciale
B) che nei centri commerciali la gente dà il peggio di sè
C) che se un uomo compra un suv alla su' moglie, o questa è davvero maiala e chissà cosa non gli fa a letto, oppure è un povero imbecille.
Premessa: esiste una piccola legge di natura credo matematica che fa sì che una persona già arrogante di suo divenga quantomeno insopportabile se messa al volante di un suv. Se poi la persona in questione possiede anche una vagina, iniziate a gridare.
Ora, io ho fatto una cosa che non dovevo fare: andare in un centro commerciale in un torrido sabato pomeriggio ma, dovendo comprare delle cose e non avendo altri giorni disponibili...sì vabbè ma a chi la racconto? no, ho proprio fatto una stronzata a andare ai Gigli!
Chi è stato almeno un sabato pomeriggio nella sua vita in un centro commerciale sa che quei posti, già terrificanti nei giorni normali, di sabato o sotto Natale si trasformano nell'anticamera dell'inferno. Ecco, i Gigli sabato scorso non erano da meno: gente ovunque, macchine, motorini, pedoni e, come se non bastasse, festeggiavano i primi 10 anni con uno spettacolino di balletti brasiliani con 10 tipe inguainate in abiti brasiliani che si vedeva benissimo che erano di Campi Bisenzio o al massimo, se proprio si vuol scialare, di Calenzano.
Comunque, prima di entrare nel centro commerciale e godere della vista di sederoni nostrani spacciati per culi carioca, arriva il dannato momento del parcheggio.
Tutto pieno, non un posto. A un certo punto mi piazzo davanti all'uscita e baccaglio una coppietta (non in senso reale eh! non son tipa da scambi di coppie!) "andate via?" "sì sì, la nostra macchina è quella là". Al che io, individuata la macchina, ingrano la retro e mi metto lì di fianco, freccia inserita, ovviamente lasciando il posto a loro per uscire.
In quella ti arriva il già nominato troione. I puttanoni al volante dei suv si riconoscono per alcune caratteristiche:
a) il ghigno rabbioso
b) l'aspetto da troia
c) la totale incapacità di guidare
Bene, la tizia in questione le aveva tutte. Con la coda dell'occhio guardo nello specchietto retrovisore e ti vedo questa qui bella languida che arriva mentre la coppia sta uscendo e mette la freccia (difficile anche non vederla, dal momento che quei "tamburlani" hanno frecce della grandezza di uno schermo televisivo al plasma da bar). Come se non bastasse, mi guarda e mi fa un sorriso sarcastico, della serie "io c'ho la macchina più grossa per cui lasciami il posto". Ora, dal momento che non credo che per quanto riguarda i parcheggi vigano leggi di natura darwiniana, faccio alla mia amica in macchina con me "guarda, scendi e tienimi il posto, che quella lì vuol fare la furba".
Tempo zero si scatena l'inferno. Appena il troione col suv vede la mia amica a piedi nel posto auto inizia prima a sbraitare, poi fa finta di investirla con il suo pageronzone dai vetri oscurati come l'auto di un rapper americano dei più tamarri, infine scende di macchina continuando a inveire.
Insomma, ne esce fuori una sceneggiata napoletana proprio niente male, fatta di pageri lasciati accesi in folle, bambini che guardano dai vetri oscurati, la mia amica che si incazza, e io che perdo le staffe.
Sì, a vedere l'arroganza di questa troia mi parte il nervo, lascio praticamente la macchina in mezzo alla strada e mi dirigo da lei.
Come in seguito a un'ubriacatura pesa, ricordo solo a sprazzi quello che ho fatto e detto. La leggenda narra che mi sia avvicinata alla macchina e le abbia detto prima di comprare del valium, poi volevo darle il numero telefonico di uno psichiatra, poi ho detto qualcosa riguardo ai vibratori e la sua voglia di cazzo e ringrazio il cielo che la mia amica mi ha fermata quando, in risposta a un "se non la fà finita chiamo i carabinieri" dicessi qualcosa del tipo: "cavoli, lei proprio non lo vede da parecchio, vuole farsi anche loro?".
Insomma, alla fine ce ne siamo andate,visto che quel parcheggio pareva per lei questione di vita o di morte, lasciando la signora al volante del suo suv con il solito ghigno famelico sulla faccia e due bambini che avranno avuto 8 anni attoniti sul sedile posteriore. So che magari non è stato il modo più giusto per dirglielo, ma prima o poi dovevano pur sapere che la loro mamma è una troia di prima categoria.
Beh, ora che ci penso a mente libera, dall'esperienza ho tratto le seguenti conclusioni
A) che prima di tornare ai gigli di sabato pomeriggio dovranno passare almeno altri 10 anni, poi, dimentica dell'accaduto, mi ripresenterò là e chissà che non ritrovi le stesse ballerine brasilocalenzanesi invecchiate che festeggiano i 20 anni del centro commerciale
B) che nei centri commerciali la gente dà il peggio di sè
C) che se un uomo compra un suv alla su' moglie, o questa è davvero maiala e chissà cosa non gli fa a letto, oppure è un povero imbecille.
giovedì 17 maggio 2007
Aspetto il giorno in cui terminerò,in cui il mio processo giungerà finalmente al termine.
Sto predisponendo tutto; la strada che ho fatto, sulla quale non credevo di trovarmi, mi ha quasi portato a destinazione, senza neppure che lo volessi.
Presto lo schema sarà terminato, e voi sarete solo numeri entro una griglia.
Tanti numeri, in sequenza, senza alcun significato.
Nessuno varrà più dell’altro, nessuno avrà più potere, né più multipli o sottomultipli,
niente di niente, solo i numeri nella mia tabella.Una tabella invasa di numeri insignificanti, questo sarete.Il processo è avviato, non si può fermare.
Ho trasformato le persone in numeri, e i numeri non contano più nulla.
lunedì 14 maggio 2007
Le musichine di attesa
Ci sono delle cose che, quando sei irritato, riescono, come per miracolo, a irritarti ancora di più.
Fra queste un premio speciale della giuria va conferito a quelle che sono definite "musichine di attesa", ovvero quelle che passano al telefono quando chiami a un cavolo di centralino e la persona con cui vuoi parlare è occupata.
Ora, mettiamo da parte il caso, non sempre vero, in cui uno abbia chiamato il tale numero proprio per infamare qualcuno e per protestare e quindi sia già incazzato nero di suo (tipo mio padre con la telecom)...voglio invece portare all'attenzione il classico esempio di una persona normale, che magari deve chiamare per motivi di lavoro, alla quale dicono "sì, le passo il responsabile" ..beh, ecco, magari preferirebbe attendere che le passino il tipo con cui devi parlare senza musiche roboanti...preferirebbe un sano silenzio dall'altra parte della cornetta o, che so, sentire dei passi e una voce che dire: "oh, c'è una troia rompicoglioni al telefono che ti vuole!"...e invece no!!
La subdola perfidia dei centralini! Appena ti metti tranquillo ad attendere, ecco che parte la musica che risponde solitamente alle seguenti caratteristiche:
a) è a volume altissimo e, oltre ad assordarti perchè, appunto, in quanto subdola, parte all'improvviso, risulta anche distorta come suono
b) è solitamente una nenia improponibile, del tipo, se sei fortunato, una musica classica (e fin qui andrebbe anche bene) in formato MIDI (oddio...) o, peggio, la hit modaiola del momento, o una cosina da carillon orripilante
c) nel caso in cui tu debba attendere molto la musica dopo un po' finisce e riparte da capo, lasciando però quel maligno intervallo di silenzio che ti fa sperare, ahimè invano, di sentire la voce di qualcuno, un operatore, un responsabile, un maniaco, un assassino, una voce umana che ti consideri, cazzo!
d) Solitamente sono intervallate da voci elettroniche ed antipatiche (ma come mai non son ancora riusciti a creare una voce artificiale che sia meno indisponente?), anch'esse a livelli di volume irresponsabili, che ti gracchiano un "attendere prego" direttamente nei padiglioni proprio sul più bello
e) (e questa è veramente cattiva.) Nel corso dell'attesa senti e risenti quella nenia maledetta talmente tante volte che ti resta in testa tutto il giorno e non solo, ti ritrovi a canticchiarla, a ballettarla, a fischiettarla, a pensarla... e state certi che non se ne andrà dalla vostra mente fino a che non ci dormirete sopra.
Ecco, questa, signori, è la mia situazione odierna, e anche mentre ho scritto questo post ho continuato imperterrita a canticchiare la canzone del Titanic di Celine Dion grazie ad uno stramaledetto centralino.
Qualcuno conosce per caso un rimedio per questo?
Fra queste un premio speciale della giuria va conferito a quelle che sono definite "musichine di attesa", ovvero quelle che passano al telefono quando chiami a un cavolo di centralino e la persona con cui vuoi parlare è occupata.
Ora, mettiamo da parte il caso, non sempre vero, in cui uno abbia chiamato il tale numero proprio per infamare qualcuno e per protestare e quindi sia già incazzato nero di suo (tipo mio padre con la telecom)...voglio invece portare all'attenzione il classico esempio di una persona normale, che magari deve chiamare per motivi di lavoro, alla quale dicono "sì, le passo il responsabile" ..beh, ecco, magari preferirebbe attendere che le passino il tipo con cui devi parlare senza musiche roboanti...preferirebbe un sano silenzio dall'altra parte della cornetta o, che so, sentire dei passi e una voce che dire: "oh, c'è una troia rompicoglioni al telefono che ti vuole!"...e invece no!!
La subdola perfidia dei centralini! Appena ti metti tranquillo ad attendere, ecco che parte la musica che risponde solitamente alle seguenti caratteristiche:
a) è a volume altissimo e, oltre ad assordarti perchè, appunto, in quanto subdola, parte all'improvviso, risulta anche distorta come suono
b) è solitamente una nenia improponibile, del tipo, se sei fortunato, una musica classica (e fin qui andrebbe anche bene) in formato MIDI (oddio...) o, peggio, la hit modaiola del momento, o una cosina da carillon orripilante
c) nel caso in cui tu debba attendere molto la musica dopo un po' finisce e riparte da capo, lasciando però quel maligno intervallo di silenzio che ti fa sperare, ahimè invano, di sentire la voce di qualcuno, un operatore, un responsabile, un maniaco, un assassino, una voce umana che ti consideri, cazzo!
d) Solitamente sono intervallate da voci elettroniche ed antipatiche (ma come mai non son ancora riusciti a creare una voce artificiale che sia meno indisponente?), anch'esse a livelli di volume irresponsabili, che ti gracchiano un "attendere prego" direttamente nei padiglioni proprio sul più bello
e) (e questa è veramente cattiva.) Nel corso dell'attesa senti e risenti quella nenia maledetta talmente tante volte che ti resta in testa tutto il giorno e non solo, ti ritrovi a canticchiarla, a ballettarla, a fischiettarla, a pensarla... e state certi che non se ne andrà dalla vostra mente fino a che non ci dormirete sopra.
Ecco, questa, signori, è la mia situazione odierna, e anche mentre ho scritto questo post ho continuato imperterrita a canticchiare la canzone del Titanic di Celine Dion grazie ad uno stramaledetto centralino.
Qualcuno conosce per caso un rimedio per questo?
domenica 13 maggio 2007
Il mio family-day al parco/pacco di Pinocchio
Ora, che Pinocchio potesse rifilare dei bidoni era cosa risaputa, ma che ci rifilasse un bidone come quello di oggi, no, non lo credevo capace di tanto....
Oggi, dopo essere stati ammorbati in un bar/rosticceria a pranzo dalle chiacchiere insensate di studio aperto (il tg sputasentenze per eccellenza) che elogiava il family day (stendiamo un velo pietoso e facciamo finta che non abbia detto nulla) ci siamo recati a Collodi al parco di pinocchio, classico luogo da famigliole, del quale conservavo un bel ricordo da bambina e che tanto volevo rivedere.
Avevo sentito circolare voci che fosse UN PO' in decadenza, ma sulla scia dell'entusiasmo gli avevo dato poco peso, così, pagati i 10 (e dico DIECI) euri di ingresso, mi son munita tutta bella contenta di biglietto e sono entrata in quello che a me è parso a tutti gli effetti un grande, colossale SFACELO.
Non so se da bambini tutto ci appare più bello di quel che sia o se nei 20 anni trascorsi le cose al parco di Pinocchio si siano messe male, fatto sta che, non fossi stata un'amante del trash, mi sarei suicidata dopo i primi minuti.
Già dai primi momenti mi sono accorta che c'era qualcosa di lievemente trasandato, nel vedere una specie di grande gioco del memory in legno a cui mancavano delle tessere, ma non gli ho dato credito (Marta incosciente che non sei altro!)...bene, da lì in poi la situazione è andata peggiorando sempre più.
Ora, tralasciamo la natural bruttezza del "villaggio di pinocchio", costituito da muri tirati su bovinamente con mattoni avanzati a una ditta di costruzioni scrausa con grande senso dell'abusivismo edilizio, ma appena ti imbatti in un triste automa ligneo raffigurante per l'appunto il "nostro" Pinocchio che, con tanto di ghigno da satanasso, pedala su una bici da circo emettendo sinistri cigolii ti accorgi che qualcosa proprio no, non quadra.
Tuttavia, proseguiamo, animati ancora da un po' di entusiasmo e dall'idea che "oh, se c'han fatto pagare 10 euri qualcosa di carino da vedere ci dovrà pur essere".
Della mia ultima visita al parco di Collodi, che a occhio e croce risaliva all'88, ricordavo in particolare la fiabesca casa della fatina, fatta di vetro, dalle cui finestrelle si poteva vedere l'interno attraverso un gioco di specchi. Lo ammetto, grande e grossa come sono ero voluta andare a Collodi soprattutto per vedere la casa della fatina...
Appena la vedo, mi precipito subito alla famigerata finestrella...guardo e...cosa vedo? Vedo l'interno in completo disarmo, tutto ammuffito a causa delle infiltrazioni: il letto dove giace Pinocchio (ma che Pinocchio andava a letto con la fatina?) completamente marcio e la fatina accanto, torva, con un occhio pio e i capelli crespi dall'umidità.
Avrei voluto piangere!! Al piano di sotto, dove uno sconosciuto visitatore ci invita a non andare perchè, dice "non c'è niente, è una gran tistezza" (cazzo se aveva ragione!!) c'è una specie di scantinato in disarmo, diciamo la rimessa degli attrezzi della fatina, dove sta parcheggiata la sagoma di una squallida carrozza in legno stinto. L'insieme, a detta di Francesco, ricorda molto da vicino "un ossario".
Ormai capiamo l'antifona, e così passiamo con nonchalance davanti al granchio che un tempo spruzzava acqua ed ora non più, la fontana "sonora" il cui unico suono è un sinistro gorgoglìo da marchingegno malfunzionante, la padella del pescatore verde che non si sa cosa avesse dovuto fare in origine, forse spruzzare acqua anche lei e che invece adesso è un covo di girini e i numerosi cartelli esplicativi dove son più le lettere mancanti di quelle rimaste.
La cosa migliore forse la Balena, carina nell'insieme nonostante l'eccessivo uso di cemento sciupato dalle infiltrazioni e le frasi sconce scritte al suo interno da altri visitatori (notevole tuttavia quella che recitava "fottetevi!") e la grotta dei pirati, non per l'umida bellezza ma semmai per il fatto che fosse l'unico posto fresco in quel parco infernale a 200 gradi.
Concludiamo il tour guardando di traverso quella un tempo nota come "barca dei pirati", adesso un qualcosa che ricorda sì una barca ma arenata in una putrida pozzanghera di acqua verdognola stagnante. (davvero molto acuta la scritta "Acqua non potabile", non c'è che dire! ).
Che il labirinto non fosse accessibile già ci aveva avvertiti un cartello all'ingresso "a causa di restauri del verde" o qualcosa del genere, sì, ma cazzo, anche quella doveva essere una delle famigerate bugie di Pinocchio, dal momento che improvvisamente ci troviamo davanti alla zona un tempo adibita a labirinto diventata qualcosa come il deserto del sahara, un'arida spianata terrosa dove nessuno ha mai avuto l'intenzione di ripiantarci nemmeno una rapa.
Dopo tante risate fatte alle spalle di Pinocchio e dei volti tristi dei genitori che si erano trascinati chissà da dove i propri pargoli per visitare questa meraviglia (perchè sì, cari miei, il family day alla fine è anche questo!) facciamo per uscire e cosa troviamo? un computer messo lì per esprimere un giudizio sul parco...Penso: ah-ah! ora vi faccio vedere io, ve ne dico quattro, voi e i vostri fottutissimi 10 euri...ma...ovviamente, accidenti a me che continuo a sperare, non era funzionante. La sola cosa che son riuscita a fare è aprire word e scrivere tre righe di lamentele e, non potendo salvare causa malfunzionamento del computer, l'ho lasciato lì, in bella vista, affinchè potesse essere letto dai successivi avventori.
Detto questo, posso solo aggiungere "non andateci, a meno che non siate cultori, ma proprio CULTORI del trash e della decadenza!!!"
Oggi, dopo essere stati ammorbati in un bar/rosticceria a pranzo dalle chiacchiere insensate di studio aperto (il tg sputasentenze per eccellenza) che elogiava il family day (stendiamo un velo pietoso e facciamo finta che non abbia detto nulla) ci siamo recati a Collodi al parco di pinocchio, classico luogo da famigliole, del quale conservavo un bel ricordo da bambina e che tanto volevo rivedere.
Avevo sentito circolare voci che fosse UN PO' in decadenza, ma sulla scia dell'entusiasmo gli avevo dato poco peso, così, pagati i 10 (e dico DIECI) euri di ingresso, mi son munita tutta bella contenta di biglietto e sono entrata in quello che a me è parso a tutti gli effetti un grande, colossale SFACELO.
Non so se da bambini tutto ci appare più bello di quel che sia o se nei 20 anni trascorsi le cose al parco di Pinocchio si siano messe male, fatto sta che, non fossi stata un'amante del trash, mi sarei suicidata dopo i primi minuti.
Già dai primi momenti mi sono accorta che c'era qualcosa di lievemente trasandato, nel vedere una specie di grande gioco del memory in legno a cui mancavano delle tessere, ma non gli ho dato credito (Marta incosciente che non sei altro!)...bene, da lì in poi la situazione è andata peggiorando sempre più.
Ora, tralasciamo la natural bruttezza del "villaggio di pinocchio", costituito da muri tirati su bovinamente con mattoni avanzati a una ditta di costruzioni scrausa con grande senso dell'abusivismo edilizio, ma appena ti imbatti in un triste automa ligneo raffigurante per l'appunto il "nostro" Pinocchio che, con tanto di ghigno da satanasso, pedala su una bici da circo emettendo sinistri cigolii ti accorgi che qualcosa proprio no, non quadra.
Tuttavia, proseguiamo, animati ancora da un po' di entusiasmo e dall'idea che "oh, se c'han fatto pagare 10 euri qualcosa di carino da vedere ci dovrà pur essere".
Della mia ultima visita al parco di Collodi, che a occhio e croce risaliva all'88, ricordavo in particolare la fiabesca casa della fatina, fatta di vetro, dalle cui finestrelle si poteva vedere l'interno attraverso un gioco di specchi. Lo ammetto, grande e grossa come sono ero voluta andare a Collodi soprattutto per vedere la casa della fatina...
Appena la vedo, mi precipito subito alla famigerata finestrella...guardo e...cosa vedo? Vedo l'interno in completo disarmo, tutto ammuffito a causa delle infiltrazioni: il letto dove giace Pinocchio (ma che Pinocchio andava a letto con la fatina?) completamente marcio e la fatina accanto, torva, con un occhio pio e i capelli crespi dall'umidità.
Avrei voluto piangere!! Al piano di sotto, dove uno sconosciuto visitatore ci invita a non andare perchè, dice "non c'è niente, è una gran tistezza" (cazzo se aveva ragione!!) c'è una specie di scantinato in disarmo, diciamo la rimessa degli attrezzi della fatina, dove sta parcheggiata la sagoma di una squallida carrozza in legno stinto. L'insieme, a detta di Francesco, ricorda molto da vicino "un ossario".
Ormai capiamo l'antifona, e così passiamo con nonchalance davanti al granchio che un tempo spruzzava acqua ed ora non più, la fontana "sonora" il cui unico suono è un sinistro gorgoglìo da marchingegno malfunzionante, la padella del pescatore verde che non si sa cosa avesse dovuto fare in origine, forse spruzzare acqua anche lei e che invece adesso è un covo di girini e i numerosi cartelli esplicativi dove son più le lettere mancanti di quelle rimaste.
La cosa migliore forse la Balena, carina nell'insieme nonostante l'eccessivo uso di cemento sciupato dalle infiltrazioni e le frasi sconce scritte al suo interno da altri visitatori (notevole tuttavia quella che recitava "fottetevi!") e la grotta dei pirati, non per l'umida bellezza ma semmai per il fatto che fosse l'unico posto fresco in quel parco infernale a 200 gradi.
Concludiamo il tour guardando di traverso quella un tempo nota come "barca dei pirati", adesso un qualcosa che ricorda sì una barca ma arenata in una putrida pozzanghera di acqua verdognola stagnante. (davvero molto acuta la scritta "Acqua non potabile", non c'è che dire! ).
Che il labirinto non fosse accessibile già ci aveva avvertiti un cartello all'ingresso "a causa di restauri del verde" o qualcosa del genere, sì, ma cazzo, anche quella doveva essere una delle famigerate bugie di Pinocchio, dal momento che improvvisamente ci troviamo davanti alla zona un tempo adibita a labirinto diventata qualcosa come il deserto del sahara, un'arida spianata terrosa dove nessuno ha mai avuto l'intenzione di ripiantarci nemmeno una rapa.
Dopo tante risate fatte alle spalle di Pinocchio e dei volti tristi dei genitori che si erano trascinati chissà da dove i propri pargoli per visitare questa meraviglia (perchè sì, cari miei, il family day alla fine è anche questo!) facciamo per uscire e cosa troviamo? un computer messo lì per esprimere un giudizio sul parco...Penso: ah-ah! ora vi faccio vedere io, ve ne dico quattro, voi e i vostri fottutissimi 10 euri...ma...ovviamente, accidenti a me che continuo a sperare, non era funzionante. La sola cosa che son riuscita a fare è aprire word e scrivere tre righe di lamentele e, non potendo salvare causa malfunzionamento del computer, l'ho lasciato lì, in bella vista, affinchè potesse essere letto dai successivi avventori.
Detto questo, posso solo aggiungere "non andateci, a meno che non siate cultori, ma proprio CULTORI del trash e della decadenza!!!"
martedì 8 maggio 2007
La funari da blog
Non chiedetemi cos'è la funari. Se volete chiedete a Crampo, io non ne ho voglia. Diciamo che è tipo paranoia, via. Ma rende di più.Allora, ultimamente non ho scritto perchè non mi sentivo ispirata. Sì, vabbè, cose mi son successe, ne solite cose,e riflessioni ne ho fatte. Ma son le solite riflessioni di sempre, quindi perchè tediarvi?Più che altro mi sento il colpa se trascuro il blog. Dovrei coccolarlo, curarlo di più come un piccolo giardino, non credete?Sì ma possibile che uno debba sempre avere cose da scrivere?Non mi piace citare cose d'altri, a meno che non siano brevi. Scrivere testi di canzoni etc non mi sa di nulla (non me ne avere Crampo) tanto le potreste trovare dagli stessi siti dai quali uno le copia e incolla. E non mi piace che gli altri esprimano quello che penso io. Non è la stessa cosa. Sì, ci possono essere dei punti di contatto, ma poi basta.Potrei mettere qualche foto, questo è vero, ma mi fa fatica.Di scrivere i miei pensieri più profondi o descrivere come mi va la vita nei minimi particolari non mi va, non mi piace sbattere le cose in piazza, quindi se volete sapere, chiedete e se vi va bene ve lo dico, altrimenti, se ho una giornatuccia, vi mando a quel paese.Comunque sono preoccupata. Che sia finita la mia vena polemica? No, cavoli, non posso smettere d'incazzarmi col mondo, non io.Cioè, per la verità non ho smesso. Ma mi incazzo soprattutto per il traffico, sul quale ho già scritto abbondantemente e non voglio essere ripetitiva.Questo è tutto, sappiate solo che continuo a esistere, come fanno tutti (più o meno).Detto questo, belli miei, vado ad asciugarmi i capelli (ci vorrà un'ora, dannati capelli lunghi! Wow! Ecco, vedete? la mia vena polemica non è finita!!)
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