domenica 14 gennaio 2007

Berlin #2

02/08/06
Mattinata a Potsdamer Platz, poi alla Gemaeldegalerie, un museo-incubo con quadri di valore ma assai male allestito.
Pomeriggio preso l'autobus numero 100 (che, a dispetto di quanto diceva la guida, si è rivelato una grossa fregatura) fino allo Zoologischer Garten, dove abbiamo notato con piacere che è pieno di negozi un tanto al chilo.
Ho mangiato il primo Brezel della vacanza.
Anche stasera a letto presto, stanche morte. Stranamente l'inglese non era nel suo giaciglio. Svegliata verso le 2 da una stramaledetta polacca che ha fatto un casino tremendo dall'armadietto. Ore 4 e 30: mesto ritorno dell'inglese ubriaco in camera...parlava da solo come mr Bean.

La storia di cosa è stato il muro per Berlino è visibile ancor oggi, seppure questo non esista più, nelle macroscopiche differenze fra quanto era est e quanto ovest.
I berlinesi per esempio: quelli dell'est sono visibilmente diversi da quelli dell'ovest e non solo per i vestiti a buon mercato o le pettinature talvolta demodè. Li si riconosce da quello sguardo triste e vagamente malinconico che affiora dai loro inconfondibili occhi celesti, la melanconia che pervade la loro vita, dolce come una poesia di un popolo vissuto nel sacrificio e nella miseria, nutrito di speranze. Questa vaga tristezza rende eccezionale anche il loro più piccolo gesto, da come un giovane padre divorziato legge un libro ai suoi due bambini in un vagone affollato di uno Stressenbahn al venditore di miele che espone la sua merce in Warschauerstrasse.
Le differenze vengono meno nel centro della città, forse perchè qui la maggior parte della folla è composta da turisti o per le architetture ultramoderne, ma via via che ci si sposta verso est tutto cambia bruscamente. Prendendo lo Strassenbahn da Alexanderplatz verso Warschauerstr. e osservando dai finestrini, grossi e tristi blocchi di appartamenti uniformi in stile sovietico prendono il posto di centri commerciali. E' in questi palazzoni grigi dall'intonaco cadente che vive buona parte degli "Osti", dove si consuma la vita di ogni giorno, fra nascite, morti, festini e serate come tante.

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