martedì 16 gennaio 2007

Berlin#4

04/08/05
Mattina ad Oranienburg. Bellissimo! Mi è piaciuto un sacco.
Pessima figura in Apotheke, proprio di merda visto che volevo comprare un lass....
Dopo pranzo Berlino ci ha rifilato la nostra prima vera sola: il Checkpoint Charlie...che delusione!! Ma non sa di nulla!
Passeggiata serale nel quartiere di Warschauerstrasse dove abbiamo assistito ad una rissa fra barboni.
Dopo vari giorni che lo studiavamo, abbiamo finalmente fatto amicizia con l'inglese. E' a Berlino da solo causa pacco di un amico, passa le giornate senza parlare ad anima viva e le serate in camera steso a letto, così, quando ha beccato noi che gli davamo considerazione ci ha attaccato un bottone che non la finiva più Ah! Si chiama Neil, come il "grande artista" di Art attack e appena ha saputo che eravamo italiane ci ha preso per il culo perchè abbiamo al governo Berlusconi...tanto per cambiare!! Abbiamo precisato che noi non abbiamo votato per lui.

Berlino non ha un vero e proprio centro, semmai tanti centri sparsi fra est ed ovest, nodi frenetici dove si incrociano tante vite senza tuttavia toccarsi intervallati da zone sornione, strade di abitazioni perennemente semideserte a due passi dal caos e dal traffico.
I principali nuclei vitali sono condensati attorno a quelle che chiamo le "stazioni principali" ,dove fermano più linee di U-Bahn e str.bahn: Zoologischer Garten, Potsdamerplatz, Friedrichstr e Dio solo sa quante altre.
La torre della televisione di Alexanderplatz appare quasi come l'ultimo baluardo del mondo occidentalizzato prima di entrare in un ambiente di impronta ancora fortemente sovietica. Dal regno dei centri commerciali si passa al regno dei negozi "un tanto al chilo". Certo, anche ad est la globalizzazione non manca, è il caso dei Mc Donald's che son veramente ovunque, ma anche questi si adattano via via all'ambiente nel quale sorgono. Mentre quello della Kudamm è pulito, ben illuminato, opulento, il Mac di Warschauerstr. risulta triste e misero, male illuminato da luci al neon che sfrigolano. Come ovunque, una capitale la si riconosce dal numero dei Mac Donald's.
Per quanto riguarda la confusione, Berlino si distanzia dalle altre grandi città in virtù di quell'aria sorniona che assume in certi momenti della giornata.
Se da metà mattinata fino a pomeriggio inoltrato è pura frenesia, passate le 5 tutto, anche i centri nevralgici si svuotano. I negozi chiudono, la gente corre a casa per cena, alcuni bar che fanno aperitivi si riempiono ma con un riservato silenzio. Alexanderplatz alle 7 di sera è il deserto, eccezion fatta per qualche ritardatario che accelera il passo o per qualche senzatetto che beve birra su una panchina. Anche la grande stazione cambia aspetto. Abbassate le serrande, non resta nulla della piccola città sotterranea quale appare di giorno e diviene semplicemente un labirinto di tubi, metallo e cemento armato.
Ancora più terrificante risulta Potsdamer platz di domenica mattina. Quelle svettanti architetture tutte vetri e luci, dall'aspetto così nuovo e pulito che sembrano appena uscite da una gigante cassa d'imballaggio si ergono mute come montagne, mentre il silenzio è rotto soltanto dall'acqua che zampilla in fontane ultramoderne. Un deserto di cristallo in cui addentrarsi in punta di piedi per paura di rompere qualcosa, talmente liscio e lucente da dare il capogiro.

1 commento:

CRAMPO ha detto...

E brava Gattafruata... scrivi proprio bene, mi hai fatto tornare alla mente le sensazioni che anch'io ho provato a Berlino... però... Gattafruata ma dai che nome è?!?!? :-)))