lunedì 16 aprile 2007

Panini imbottiti

Ieri, nell'ambito di una delle famose gite sociali della domenica (in formato ridotto a causa delle scarse adesioni, praticamente eravamo in 2) siamo finiti in un posto bellissimo che non posso non citare in questo blog.
Uno dei miei sogni fino a poco tempo fa era scrivere una guida a tutti i locali trucidi che conosco (nella fattispecie bar e ristoranti) ma a quanto pare qualcuno mi ha preceduto e pare abbia già scritto un libro....che devo dire? Mi secca ammetterlo ma quell'omo di stranicchia che è Crampo ancora una volta ha avuto ragione, quando ha detto "tutte le volte che mi viene un'idea carina mi accorgo che non solo qualcun altro l'ha già avuta, ma ci ha anche scritto un libro". Comunque vaffandomo, sto posto lo descrivo lo stesso perchè credo proprio lo conoscano in pochi. Si tratta di un bar/ristorante/casa del popolo/alimentari/maniscalco/tuttoquellochevolete dove sono capitata ieri, ubicato in un paesino sperdutissimo sui colli pistoiesi.
A parte il fatto che il paesaggio era bellissimo, comunque la cosa che conta non è il paesaggio, ma l'opportunità che ho avuto di bermi un caffè in un posto del genere.
Bene, ora che ho catturato la vostra attenzione (già vi vedo, uno si misura la pressione, uno si lima le unghie e l'altro dorme) passo subitaneamente alla descrizione del suddetto ambientino.
L'entrata dà su una piccola verandina alla quale ci introduce un arco dove sono ancora inchiodate le illuminazioni natalizie perchè così la vita del gestore è molto più semplice: quando arriva Natale non deve far altro che attaccare la spina. Nella veranda, sedie sparse di quelle che piacciono a me: anni 60, finta pelle marrone, in realtà plastica spesso rotta che lascia vedere la gommapiuma giallastra e, se siete fortunati, il truciolato sotto.
L'ingresso al negozio è segnato da una scritta bombata su ferro ormai arrugginito che mi ha fatto battere il cuore: "PANINI IMBOTTITI". Cavolo, non è un sogno? Panini imbottiti. Da quanto tempo non sentivo più questo termine!!
Dentro c'è di tutto: a sinistra una serie di tavoli in fòrmica con sopra polverosi fiori finti, poi una bacheca con delle coppe vinte da non so chi in non so quale disciplina, dritto davanti a voi il bancone. Arredato con un'altra serie di lucine di natale spente (anche in questo caso vale quanto già detto sopra) e da un sacco di teste di animali imbalsamate come nei migliori bar di montagna, il bancone nella sua scarna semplicità riceve un non so che di retrò dai bagliori delle bottiglie di amari strega e altre diavolerie anni 70 imbottigliate alle spalle. Ovviamente non c'è lavastoviglie eh! Tazzine e bicchieri son tutte rigorosamente lavate a mano come ai "bei vecchi tempi".
Accanto al bancone, all'interno di un espositore/frigo ronzante alcuni affettati e formaggi fanno bella mostra di sè, come a voler mantenere la promessa dei "panini imbottiti" attaccata fuori.
La cosa bellissima che mi ha fatto fare veramente un tuffo nel passato, oltre a queste già descritte ed all'arredamento sono stati però due espositori FANTASTICI soprattutto per la merce che sostenevano. Nel primo, accanto a varie confezioni di biscotti le merendine SFUSE!
Sì, non in quelle stronzissime confezioni da 6 o 12 tipo mulino bianco che ti vengono anche a noia. No, SFUSE!! che bellezza!! E poi, beh, l'altro, mitico espositore di generi di prima necessità: lumini rossi da cimitero con padre pio sopra e CIABATTE e SCARPE modelli rigorosamente per ultrasettantenni...
Non ci volevo credere! Mi ha fatto tornare indietro negli anni, a quando mia nonna mi portava con sè a fare la spesa alla bottega sotto casa. Sembra passata un'eternità. Ebbene, in 20 anni e poco più le cose sono cambiate di brutto; se negli anni 60-70 questi bar erano la norma e ancora qualcosa di simile lo potevi vedere negli anni 80...beh, adessoguarda un po' dove devi andare: nei paesini sperduti e nemmeno lì sei certo che ti possa capitare di vedere luoghi del genere.
E' brutto sapere che questi posti, che sì, hanno fatto la storia, sono entrati fortemente a far parte della nostra cultura (Stefano Benni in primis ne è testimone) stiano sparendo rapidamente per lasciare il posto a cose magari più eleganti, più chic, più pulite, ma tanto più impersonali.
Mi piacerebbe per far qualcosa per salvare questi luogi che secondo me son anche questi beni culturali, non solo la chiesa medievale o la casa fatta dall'architetto tal dei tali. Quello che temo è che un giorno neanche troppo lontano di questi posti, divenuti ormai rarità, non restino che flebili ricordi nella mente di alcuni nostalgici.

4 commenti:

CRAMPO ha detto...

Vabbè il libro lo potresti sempre scrivere, i locali retrò/trucidi non sono mica stati recensiti tutti. Potremmo fare delle gite sociali alla ricerca di queste perle nascoste, te scrivi la recenzione e io faccio le foto....

Gattafruata ha detto...

cazzo una volta tanto Crampo tu hai avuto un'idea intelligente!!

CRAMPO ha detto...

Io ho sempre idee intelligenti! Le volte che non vi sembrano tali è perchè siete voi altri che non capite....

Gattafruata ha detto...

Eh sì, perchè le tue idee sono di STRANICCHIA