martedì 24 aprile 2007

Pillow fight Bologna

"In un mondo che ci è ostile, rovinato dalla droga (sì, caro Elio, ma anche da Maurizio Costanzo, da suo marito Maria de Filippi, i vari grandi fratelli e come non citare l'inquietante e deprimente ritorno sulle scene dei Take That?) c'è una stella che riluce, c'è qualcosa in cui sperare...."
Ebbene sì, trattasi della battaglia dei cuscini che, come dice Crampo, è purtroppo divenuta un po' troppo modaiola grazie al famoso film sui "pruriti adolescenziali" (e qui ho citato paro paro Giovanni) "Notte prima degli esami". Pur non essendo un evento di stranicchia, ho deciso di parteciparvi, anche perchè da un po' avevo l'idea di prendere parte ad un flash mob, o, se non ad un flash mob, di fare una cazzata goliardica. E' stato fantastico.
La giornata flashmobbiana si è aperta nel migliore dei modi: sole splendente e un bel calduccio han fatto sì che io e Crampo (sigh, i nostri altri amici non son voluti venire, forse perchè ritenevano l'esperienza troppo di nicchia), rimpiattati i nostri cuscini negli zaini, prendessimo il treno per Bologna, pranzando alla stazione di Prato con il solito metro quadro di schiacciata con la mortazza ormai divenuta di rito.
Dopo bighellonamenti vari per Bologna, alle 17 e 30 ci piazziamo nel luogo stabilito per la battaglia: Piazza Maggiore davanti a San Petronio, con una mezz'ora d'anticipo voluta per poter studiare il campo di battaglia e ipotizzare le strategie migliori. Già a quell'ora l'aria appariva tesa nella piazza principale: una band su un palco stava facendo il sound check e tutto quel rimbombio di bassi contribuiva a creare l'atmosfera tipica da quiete prima della tempesta. Seduti su un gradino, sigaretta all'angolo della bocca, io e Crampo ci guardiamo intorno, cercando di individuare gli altri possibili "cuscinatori" (e qui ci sarebbe stata bene un'inquadratura alla Sergio Leone dei soli nostri occhi che guardano con una musica stile "il buono, il brutto e il cattivo"). In particolare, la nostra attenzione si focalizza sulle loro borse, le osserviamo per vedere strani rigonfiamenti o fuoriuscite di federe, cerchiamo un segno, uno qualsiasi. (E qui dal western passiamo al classico film americano sulla droga, quando c'è il poliziotto che ha intercettato una chiamata nella quale il corriere dice al complice "Alle 13 mi farò trovare all'incrocio con la 37esima ed avrò con me una borsa rossa dei grandi magazzini"). Tuttavia, solo pochi zaini ci appaiono "sospetti", mentre altri, pochi, pischelletti, nemmeno si son dati da fare per nascondere il cuscino che fa bella mostra di sè sulle loro spalle.
Ore 17:45: impazienti dell'attesa facciamo un giro della piazza, osservando il resto dei passanti. La maggior parte di quelli con zaini sospetti ha una decina d'anni buona in meno di noi....e qui entra in gioco la componente imbarazzo mista all'esame di coscienza quando è ormai troppo tardi: "ma davvero son così bambinona?".
Ad ogni modo anche il giro della piazza ci dà poche soddisfazioni, stimiamo sì e no una cinquantina di persone in tutto, possibili combattenti dell'esercito dei cuscinatori.
17:55: torniamo a prendere posto al solito gradino, in quanto Crampo lo stratega sostiene che da lì possiamo sferrare un attacco a sorpresa sfondando le resistenze nemiche. Cavoli, nel giro di 5 minuti la tensione inizia a salire alle stelle. Vediamo sempre più gente dagli zaini loschi che con aria sospetta si guarda intorno, con lo sguardo tipico del bimbo che sta per combinare una marachella alla nonna. Ci beiamo di questi ultimi minuti di pace e dell'aria ignara dei passanti, che di lì a poco sarà turbata da grida, urla e voli di piume.
Ore 18:00: il campanile della chiesa inizia a rintoccare...don...don....don...(ultimo tiro di sigaretta) don...don (schiaccio la sigaretta sotto il piede) don. Finiti i rintocchi, in un nanosecondo... il DELIRIO!
Tutti, estratti i cuscini, iniziano la lotta. Uno sguardo a Crampo e mi lancio anche io, urlando come un'ossessa e brandendo il mio guanciale come una katana. Nel mezzo è una serie di grida, colpi, risate, è bellissimo stare in mezzo alla gente che non conosci e giocare insieme come dei bambinoni.
Le 50 persone diventano sempre di più: 100-200....io credo che alla fine fossimo in 300. Di tanto in tanto mi fermavo a riprendere fiato ai bordi della piazza, mentre al centro la lotta continuava, fra nuvole di ovatta e piume.
La guerra è andata avanti per un'ora, e quando ce ne siamo andati per prendere il treno qualche irriducibile continuava ancora. Alla fine tutto il pavimento della piazza era coperto da una fitta nevicata di imbottiture, qualcuno (tipo me) si massaggiava il naso colpito, altri si ravviavano i capelli pieni di piume, altri ancora, grondanti di sudore, bevevano una birra, tutti col sorrisone da bambini stampato sulle labbra.
Fra i personaggi singolari o bislacchi che hanno preso parte al pillow fight (ormai la conoscete la mia propensione per lo studio di queste figure) si riscontrano: un ragazzetto sui 15 con un braccio ingessato che le menava di santa ragione (poi uno si domanda come mai uno scalmanato a quel modo avesse un braccio rotto), una tipa dall'aria poco convinta che cercava di lottare con un miserrimo cuscino da seggiola da giardino rosso a pois bianchi ed un ragazzo tutto elegante in completo e occhiali neri che menava cuscinate stilose con un guanciale anni 70 ricoperto da pelo nero.
Cazzo, troppo bello.
Comunque, ho deciso di prendere parte ad altri flash mob, magari un po' più di nicchia, senza cuscini, e dove non si rischia di spaccarsi il naso.
Per la cronaca: il mio naso ora sta benino, solo un po' dolorante!!!

1 commento:

CRAMPO ha detto...

Siamo sopravvissuti ad una dura battaglia. Ma ora abbiamo qualcosa da raccontare ai nostri nipoti!