lunedì 24 dicembre 2007
Natale sarcastico
Stamani una pace inaudita regnava ovunque.
Mi alzo con gli occhi ancora abbottonati per andare a lavoro. Fuori è buio. Il cane dorme tranquillamente nella cuccia. Scavalco accuratamente la valigia ancora da disfare che ieri sera ho lasciato ai piedi del letto e, mentre il mio cervello sta ancora nel mondo dei sogni, comincio la classica tiritera mattutina: caffèlavarsivestirsitruccarsichiudolaportasalgoinmacchinaecciao.
Per strada non incontro quasi nessuno: cavoli quanta poca gente, Dio benedica la chiusura delle scuole! Arrivo sul posto di lavoro prima di sempre. Trovo parcheggio proprio davanti (meglio di così..)salgo le scale e tutto il piano è ancora al buio.
Sono io ad accendere i neon del piano, poi entro nell'ufficio.
Sulla scrivania c'è un quintale di biglietti di auguri arrivati da chissà dove a ricordarmi che è la vigilia di Natale. Un QUINTALE di biglietti. Di auguri. Di Natale. Già, fantastico. Sono per il SINDACO. E io NON sono il sindaco. Sono un QUINTALE. Il mio compito: controllare i mittenti. Vedere se a loro si è già mandata la cartolina di auguri. Qualora non sia stata già mandata, rimandar loro una cartolina. Inserire l'indirizzo nuovo nell'indirizzario. Poi archiviarli nell'apposita cartellina. a proposito. Vi ho già detto che sono un QUINTALE?
Al piano di sotto è aperto un solo ufficio, con la metà del personale. Gli altri son tutti in vacanza. Sento un gran vociare. Stanno festeggiando il Natale, mangiano biscotti e bevono spumante e qualcuno ha un buffo cappellino da Babbo Natale in testa. Noi abbiamo già festeggiato venerdì, oggi si lavora.
Secondo compito: andare al mercato a distribuire volantini pubblicitari per non so cosa. Fa freddo ed è umido. La gente in giro si affretta per fare gli ultimi acquisti di Natale. Mi guarda con diffidenza mentre porgo loro i volantini. Qualcuno mi scansa. Io li guardo con aria di supplica: vi prego, fatemi distribuire questi cazzo di volantini così posso tornare in ufficio al caldo!!
Faccio appena il gesto di dare un volantino a una donnina che questa mi si rigira come una vipera e mi fa: "no, non compro nulla, sono stufa di voi usciti di comunità che volete affibbiarci le cartoline in cambio di un'offerta!! Andate a lavorare!". Rimango interdetta, neanche il tempo di dirle: "veda un po' di andarsene affanculo per questo Natale!".
Quando inizio a sentirmi come la piccola fiammiferaia mezza congelata (ricordate la storia patetica della bimba che vende i fiammiferi la vigilia di Natale e ci resta secca?) mi rendo conto che finalmente i volantini sono finiti. Pareggio i conti con me stessa e col destino avverso fermandomi al banco che avevo davanti mentre distribuivo i volantini, dove un twin set a righe mi guardava con aria di sfida. Pochi euro ed è mio. Ride ben chi ride ultimo!
Torno in ufficio e finisco la mattinata attaccando etichette su un migliaio di lettere.
Torno a casa. Sì vabbè, le scuole saranno pure chiuse, ci sarà pure poco traffico, ma gli stronzi che vanno a 20 dove non si può sorpassare li trovo solo io?
Fuori dalla porta di casa mia c'è un lumino appeso. Sì un lumino, cazzo, che penzola sopra la porta. Con una candela rossa dentro che brilluccica fioca. Per poco non ci batto il naso. Sono tentata di fare il segno della croce, già pronta a trovarmi davanti una bara con chissà chi dentro quando corre mia madre giuliva ad aprirmi la porta e, indicandomi l'obbrobrio, mi chiede se mi piace la sua ultima decorazione natalizia. (AARGH)
Casa mia è invasa di regali. Mia madre è in fibrillazione. Mia zia pure. Ogni 3 minuti mi chiede urlando (dal piano terra al secondo piano dove sono io) che mi ha regalato il tale o il tal altro. Rispondo secca e poi mi scambio uno sguardo di intesa con la mia gatta che dorme al mio fianco.
Ho un sonno bestia, vorrei dormire. Invece devo finire la tesi e ricorreggerla perchè fra pochi giorni si consegna, cavoli!
Ciononostante sono felice che sia Natale. Non me lo sto godendo per niente ma adoro l'atmosfera natalizia che mi ronza intorno come una colonna sonora totalmente in dissonanza con le azioni del film. Niente male questo Natale sarcastico. Niente male davvero.
Auguroni a tutti eccetto a quella stronza della donnina che mi ha scambiato per una uscita di comunità. E poi che cazzo, ma anche se fossi uscita di comunità potevi rispondermi più a garbo no? dopotutto è Natale... Ma vaffanculo!!
lunedì 10 dicembre 2007
Natale alle porte
Arrivo alla sera stremata che non so più nemmeno da che parte di mondo stia. Dopo il lavoro la giornata diviene una veloce corsa inseguita dalla sera. Devo fare più cose possibili concentrandole in un solo pomeriggio. Fra questo alcune sono obbligatorie: portare fuori il cane, lavorare alla tesi, vari ed eventuali impegni. Poi ci sono gli optional che hanno sempre meno spazio: per esempio, la parrucchiera si può rimandare; lo stesso vale per andare a comperare cose di cui ho bisogno, pulire la macchina, riordinare la camera. Se ho tempo le faccio, altrimenti rimando a data da destinarsi.
Le settimane si sono susseguite una dietro l'altra veloci e già il Natale è alle porte.
Da qui le famose QNAC (Questioni Natalizie A Catena in quanto da una si genera l'altra in un eterno e inquietante gioco di scatoline cinesi). Ecco un esempio, non solo di questioni natalizie, ma anche di cosa mi passa per la mente.
1) Cazzo devo fare l'albero...vabbè ci penserà la mamma...ok, la mamma ci ha pensato...e ovviamente ha fatto un albero kitsh che mi fa cacare...e tutte le volte che scendo in salotto e vedo quella baroccata mi sale la stizza per non averlo fatto io.
2) Almeno il presepe porco giuda lo devo fare io eh altrimenti mamma fa anche quello coi personaggi in cartapesta comprati a Napoli durante il suo viaggio di nozze e che ora son tutti mezzi marci e puzzano di muffa (oltre che kitsch)...ma tempo non ne ho...vabbè, intanto inizierò a sgomberare il ripiano della credenza, quello in alto. Meglio farlo in alto: non lo vede nessuno ma almeno nè il cane nè il gatto mi ci pisciano.
3) Merda, i regali di Natale. Tanto per cominciare, a chi li faccio? E' proprio necessario farli a tutti? Posso saltare qualcuno? E se poi quelli a cui non l'ho specificamente comprato mi regalano qualcosa? che faccio? ok, allora compro i 6 regali FONDAMENTALI, quelli accuratamente scelti e suddivisi fra ragazzo amici, e parenti strettissimi (babbo e mamma)e poi ne compro 3 jolly ovvero regali impersonali che posso rifilare a chi, prima del 25, si presenterà sotto casa mia a portarmi l'ignobile pacchetto.
4)Ok. Stabilito QUANTI ne devo comprare devo decidere COSA devo comprare e soprattutto DOVE per non parlare del QUANDO. Già, quando cazzo li compro? Allora, domani e dopodomani pomeriggio lavoro. Mi resta quindi la fine di questa settimana e parte della prossima. L'importante è NON andare di sabato o domenica. Stare alla larga dal centro e dai centri commerciali. Già, perchè non voglio nemmeno pensare cosa succede sotto natale nei centri commerciali...brr...
5) Natale...feste di Natale...e già parte l'allarme per l'ultimo dell'anno...Noo cazzo l'ultimo dell'anno. Che rogna! Dove vado? Soldi zero. Voglia di girare zero. Cosa faccio? Aiuto, aiuto! Mi prende il panico, l'angoscia. Prendere il treno nei giorni sotto l'ultimo dell'anno per andare dal mio lui. Cazzo, ci sarà un pieno pazzesco sui treni, no, devo prenotare per forza di qui a pochi giorni!!
Sta storia dell'ultimo dell'anno mi ha sempre innervosita. Visto e considerato quanto sono stanca in questi giorni, tutto quello che vorrei fare sarebbe infilarmi a letto. La sola cosa che sfava di più di andare a letto alle 10 la sera dell'ultimo dell'anno non è l'andare sotto le coperte all'ora delle galline ma il fatto che a mezzanotte sarai svegliato dai botti...
Insomma, alla fine di questo discorso confuso le conclusioni sono sempre e comunque le stesse. Natale porta, in me come in tanti altri, un sacco di stress e un sacco di spese non tutte agilmente sostenibili. Inutile che la gente auspichi un ritorno alla purezza e allo spirito natalizio per una festa che ormai è diventata ultracommerciale.
Quanto all'ultimo dell'anno...per quello non c'è proprio speranza: lo ODIO con tutta me stessa!!
lunedì 19 novembre 2007
Noi viaggiatori del week end...LA PARTENZA
In passato, nel vecchio sito gassendondo (non chiedetemi il link perchè tanto tale rubrica non è più online) avevo inserito un lungo articolo dedicato ai vari tipi di pendolari. Ecco, i viaggiatori del fine settimana, così come i pendolari, fanno uso dei treni, con la sola differenza che in questo caso si tratta di treni più grandi, a più lunga percorrenza, e che la loro permanenza fuori casa è destinata a durare più di una sola giornata, in genere appunto tutto il week end.
Il venerdì, fin dal primo pomeriggio, nelle stazioni un po' più grandi l'atmosfera è elettrica. Le banchine sono gremite di gente che aspetta impaziente l'eurostar o l'intercity, quasi sempre un po' in ritardo. La maggior parte di questo popolo, che talvolta arriva ad occupare l'intero marciapiede, è per l'appunto costituito dai viaggiatori del week end; li si può riconoscere dal portamento, assorto e pensieroso, frenetico ma allo stesso tempo posato, quasi rassegnato, dal piccolo bagaglio che si trascinano dietro come una zavorra e dal fatto che viaggiano sempre da soli.
Rapidi scambi di sguardi mentre una voce robotica annuncia che il nostro treno è in arrivo. Ognuno cerca di prendere posto dove meglio crede lungo il marciapiede, per poter salire prima degli altri e accomodarsi prima al proprio posto.
I viaggiatori del week end sono generalmente suddivisibili in 4 categorie ben distinte:
A) Viaggiatori per lavoro
B) Viaggiatori per amore
C) Viaggiatori per studio
D) Viaggiatori per famiglia
Come si può vedere, in nessuno di questi casi il viaggio avviene per puro piacere. Il viaggio è il più delle volte una necessità, una cosa dalla quale non si può prescindere. Questo spiega l'aria mesta di molti di loro. Ma analizziamo più accuratamente i vari casi.
A) I viaggiatori per lavoro generalmente non svolgono mai un lavoro normale tipo che so, impiegato alle poste o portinaio...e di fatto perchè cazzo dovrebbero lavorare nel week end queste categorie? No, i viaggiatori per lavoro di solito fanno un lavoro impegnativissimo che li porta a lavorare SOPRATTUTTO nei week end, un lavoro che ritengono FIGHISSIMO, originale,del quale vanno fieri ma che li rende nervosissimi. I lavoratori del week end non sono mai scazzati perchè devono lavorare di sabato e di domenica (del resto sono così autoconvinti ed egocentrici che, se non lavorassero, non saprebbero con chi passare il finesettimana ), anzi, ne vanno FIERI!! E per farti vedere quanto cazzo vanno fieri del loro lavoro FIGHISSIMO per prima cosa si vestono a FIGHISSIMI, con completi firmati, quantità industriali di profumo, volto ben lampadato etc etc, per seconda cosa ti rompono i coglioni tutto il viaggio cianciando con voce stridula a un cellulare e raccontando a un loro amico (secondo me il più delle volte immaginario, si son fatti suonare da soli il cellulare per farti vedere quanto sono fighi) che lavoro impegnativo e di responsabilità devono fare nel week end (di solito si tratta di metting o riunioni di cui si devono decidere le sorti dell'intero pianeta).
B) I viaggiatori per amore generalmente hanno un'età compresa fra i 20 e i 35 anni. Sono vestiti casual e si confondono fra la folla. Solitamente passano tutto il viaggio per conto loro, senza neppure guardare fuori dal finestrino. Come zombie, si siedono al loro posto tirano fuori un libro o un lettore mp3 (o spesso tutti e due insieme) e non alzano la testa fino all'arrivo. Non rompono le palle a nessuno, stanno zitti e buoni...finchè non sono arrivati alla stazione di destinazione!! Appena arrivati, da personaggi insulsi destinati a vivere nell'ignavia si trasformano in attori di fiction di infima categoria. Questi pazzi scatenati, fino a un momento prima buoni come il pane, seduti accanto a te nello scompartimento, appena si aprono le portiere si buttano giù dal treno iniziando a correre e urlare come pazzi, facendo cappottare più volte il trolleyno che si portano appresso, per poi lanciarsi alla velocità della luce fra le braccia dell'amato/a. A seguire l'abbraccio con sollevamento, triplice girotondo e bacio con o senza lingua a seconda dei casi. Mancano il mare al tramonto e una musichetta dolce e il quadro sarebbe al completo. Da notare una legge: per qualche insana ragione, la melodramaticità della scena è direttamente proporzionale alle dimensioni della stazione...nel senso, più grande e incasinata è la stazione, più eccessivi e cinematografici saranno gli abbracci fra gli amati...per la serie: se a Firenze Santa Maria Novella si vedono scenone da film con tanto di lacrime, abbracci interminabili etc etc, al Neto invece i due amanti si danno mestamente la mano e basta...
C) I viaggiatori per studio, ovvero studenti universitari che studiano lontano da casa,sono giovani come alcuni viaggiatori per amore ma si possono riconoscere per l'aria più sciagattona propria di chi vive lontano dai genitori pur non avendo ancora raggiunto il grado di maturità necessaria per badare in modo appropriato a se stessi e soprattutto alla propria igiene. Gli studenti del week end si distinguono generalmente in due tipi: i bravi studenti e gli sciagattoni veri e propri.
I primi, nonostante l'aspetto inevitabilmente un po' trasandato, si presentano nel complesso più curati; generalmente subito dopo essersi seduti aprono un fascicolo di fotocopie e, matita ed evidenziatore alla mano, iniziano a studiare cristo solo sa quale materia (le fotocopie sono in realtà fotocopie di fotocopie di fotocopie alla n, per cui solo loro ci sanno leggere in quelle pagine tutte nere). I secondi invece, sono talmente strafatti dai festini che appena toccano il sedile iniziano a dormire e russare come ghiri.
D) I viaggiatori per famiglia sono coloro che, come gli studenti universitari, lavorano in una città diversa rispetto a quella dove si trova la loro famiglia, e approfittano per l'appunto del week end per tornare dai propri cari. Di solito si presentano alla stazione più tristi degli altri, l'aria stanca ma allo stesso tempo speranzosa. Saliti sul treno, si eclissano nei loro pensieri o più spesso si addormentano. Questa ultima sottocategoria gode generalmente del massimo rispetto da parte delle altre, che si mostrano sempre molto solidali e gentili.
Dopo lunga attesa finalmente il treno arriva e tutti saliamo in fila nelle varie carrozze. A poco a poco ognuno prende posto, finchè quasi nessuno resta in piedi. Si aprono i libri alla pagina col segnalibro e si riprende la lettura interrotta la scorsa domenica, si dà uno sguardo alla rivista comprata all'edicola della stazione oppure si chiudono gli occhi nel tepore del riscaldamento aspettado che sopraggiunga il sonno. In tutti i casi i pensieri sono occupati da una specie di malinconica speranza, di aspettative, di progetti. Per tutta la durata del viaggio la nostra vita sarà sospesa. Dal momento in cui metteremo piede fuori dal treno, il week end inizierà a scorrere veloce. Occorre fare tesoro di ogni attimo, investirlo al meglio, abbracciare il più a lungo possibile li propri cari, godere di ogni attimo con gli amici, farsi strada fra la concorrenza nel lavoro, che la domenica arriva sempre troppo alla svelta.
domenica 21 ottobre 2007
Un ulteriore tributo ai tamarri
Dato che ho riportato un po' in auge l'idea di tamarro anni '90 ho deciso di dedicare questo post (a dire il vero era un po' che ci pensavo) a colui che è stato l'idolo dei tamarri toscani della mia generazione: MARRRRCO BRRRESCIANI.
(Piccola parentesi: io non ho mai fatto parte della ghenga dei truzzi, tuttavia non sono rimasta del tutto estranea al loro movimento fra anni 90 e nuovo millennio. Ricordo ancora le volte quando io e la Sara ai primi anni di università ci vestivamo a maranza per intrufolarsi nei luoghi cult per i truzzi e fare delle grasse risate).
Dunque, Marco Bresciani, chi era costui, o meglio, chi è visto che a quanto pare è sempre vivo e vegeto? (google in questo caso mi ha dato la conferma che per certi versi il Bresciani è sempre attivo sul fronte dei tamarri).
Marco Bresciani è un dj che ha raggiunto il massimo della popolarità (???!!!) negli anni '90 nel jet set delle disco tamarre toscane. Se ben ricordo, lavorava in diverse disco truzzone della toscana centro occidentale, memorabili le sue serate al Concorde e al Pappafico e teneva un programma (Danzoterapia, mi pare) su una abbastanza nota emittente locale tutti i pomeriggi.
La sua specialità, sia dal vivo che per radio, era passare musiche, una più truzza dell'altra,intervallate da alcune rime che potevano essere delle sue invenzioni originali, oppure delle citazioni da altri dj di più chiara fama con voce da bambino dalla oscena ERRRRE ridondante.
Queste poesiole (non me ne voglia il sommo Dante se le chiamo così) erano in alcuni casi divenuti i veri e propri slogan per i suoi adepti, una torma di tamarri che lo veneravano come un dio e lo seguivano nelle sue serate.
Lo scopo di questo post è appunto cercare di ricordare, magari con l'aiuto di coloro che occasionalmente leggono questo blog, le più celebri frasi proferite da tale individuo e farsi due risate in onore dei vecchi tempi.
Ecco quelle che ricordo io. Nei commenti, se vorrete, potrete aggiungerne delle altre o apportare correzioni, affinchè questo personaggio dimenticato trovi una sua giusta celebrazione. (Un grazie speciale a Crilioz che ha contribuito affinchè questo progetto prendesse forma, aiutandomi a ricordare le frasi)
1) "Sono un alieno in missione segreta. Cerco BRRRRRResciani su questo pianeta." (questa credo sia una sua originale)
2) "E non esiste il diavolo e neanche l'uomo nero, ci sei soltanto tu che fai paura per davveRRRRRO" (come sopra)
3) "Noi siamo come il prezzemolo, balliamo ovunque" (questa mi è rimasta scolpita nella mente per la sua bruttura per cui credo sia una sua invenzione)
4) "Noi siamo come il lampo che non ti lascia scampo" (secondo me questa è stata ripresa da alcuni dj più famosi)
5) "C'era un cielo pieno di stelle, sembravan caramelle, prendine in mano una, ti poRRRteRRRà foRRRRtuna" (questa l'ho trovata sul web, la ricordavo vagamente)
6) "Vola pilota ad alta quota facci vedere il mondo da lassù" (come sopra)
7) "c'era una volta un re seduto su un sofà che disse alla sua dama, raccontami una fiaba la fiaba incominciò: c'era una volta un re, seduto su un sofà " (questa l'ha rubata, ne sono certa)
8) "E' un mo-vi-men-to che è un toRRR-men-to è una tRRRRRibù che balla tRRRRRibù che fa l'amore" (anche su questa ho dei dubbi, secondo me aveva rubato pure questa)
Questo per ora è quanto il mio cervello, annebbiato dalla tachipirina ma coadiuvato dal web e dall'aiuto di Crilioz, è riuscito a riportare alla luce dal buio di quegli anni...
Se qualcuno può gentilmente contribuire...
sabato 20 ottobre 2007
Ma puppateci la fava
Personalmente, non ho partecipato al vaffanculo day che ho guardato con un po' di diffidenza ma non posso negare di aver ammirato l'energia di Grillo quando, pur non potendo lavorare in tv se non sporadicamente a causa delle sue idee scomode, è riuscito a ritagliarsi una fetta via via più vasta dell'attenzione grazie all'utilizzo di un blog. Ci ha dimostrato che comunque internet funzionava e non solo per vedere culi gnudi o casalinghe in calore. Funzionava soprattutto per la diffusione di idee che fuori dal web o te le tieni per te o se le espirimi ti vengono messi i bavagli della censura.
Personalmente ritengo quanto fatto da Grillo un modello per chi abbia idee diverse dalla massa e la voglia di comunicarle, di condividerle.
Era inevitabile che il governo (un governo di SINISTRA, ecco il paradosso, dio che schifo!) facesse prima o poi la contromossa.
Di seguito copio e incollo quando pubblicato con la data di ieri sul blog di Grillo
"Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo.
La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
Il 99% chiuderebbe.
Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”.
Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia.
Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico.
Ps: Chi volesse esprimere la sua opinione a Ricardo Franco Levi può inviargli una mail a : levi_r@camera.it"
Ecco, oltre a questo direi che c'è poco altro da aggiungere. Per quanto riguarda la mia opinione in proposito, se volete saperla un vaffanculo nazionale mi sembra troppo poco colorito. In queste situazioni qui prediligo di gran lunga il toscano/pistoiese "Ma puppateci la fava!"
venerdì 19 ottobre 2007
Lo faccio o non lo faccio?
Non sono solita postare citazioni altrui o testi di canzoni...però cavoli questa è sempre stata una delle mie preferite..e il video è geniale, riprende un film muto dal titolo (Laura, correggimi se sbaglio) "Viaggio sulla luna" dei primi del '900 (Laura, come sopra).
Questo il testo della canzone
"Tonight, Tonight"
Time is never time at all
You can never ever leave without leaving a piece of youth
And our lives are forever changed
We will never be the same
The more you change the less you feel
Believe, believe in me, believe
That life can change, that you're not stuck in vain
We're not the same, we're different tonight
Tonight, so bright
Tonight
And you know you're never sure
But you're sure you could be right
If you held yourself up to the light
And the embers never fade in your city by the lake
The place where you were born
Believe, believe in me, believe
In the resolute urgency of now
And if you believe there's not a chance tonight
Tonight, so bright
Tonight
We'll crucify the insincere tonight
We'll make things right, we'll feel it all tonight
We'll find a way to offer up the night tonight
The indescribable moments of your life tonight
The impossible is possible tonight
Believe in me as I believe in you, tonight
giovedì 18 ottobre 2007
Comunicazione di servizio sul post precedente
Grazie Giova. Purtroppo la mia memoria a volte fa cilecca, come ho fatto a dimenticarmene!!!
mercoledì 17 ottobre 2007
Non ci sono più i tamarri di una volta. Dedicato ai maranza della mia generazione
A mio parere, una persona si rende conto d'essere invecchiata quando si rende conto che le cose non sono più come se le ricordava ma che anzi si sono evolute in fretta.
Nella fattispecie torno a scrivere sul blog dopo un periodo di impegni vari in seguito a una breve riflessione fatta l'altra sera con la Sara dopo essere stata a ballare in un locale.
Non essendo un'amante delle disco-e men che meno della gente che le popola- vado di rado a ballare, quindi quando ci capito mi soffermo a guardare la gente con lo stesso stupore più o meno che potrebbe avere un alieno piombato con la propria astronave direttamente in uno di quei locali.E in effetti tale mi sono sentita.
Quando ero una teen ager (bei tempi ma mica poi tanto) girovagavo un po' per le varie disco della zona. Alcune erano più "bene" altre più "scazzone" comunque su una cosa non ti potevi sbagliare: la presenza dei tamarri.
Che questi costituissero il 99% della gente presente (come nel caso del Concorde che vantava le serate animate dal sempiterno Marco Bresciani...già, che fine ha fatto questo idolo dei truzzi? Se qualcuno lo sa può cortesemente dirmelo?) o il solo 5% i maranzoni erano una certezza.
Immancabili come l'influenza sotto le feste di Natale, questi mitologici personaggi arrivavano in discoteca con le seguenti modalità:
a) accompagnati dai genitori che li lasciavano a un paio di km di distanza dall'entrata perchè, si sa, andare a ballare accompagnati dai genitori non fa onore ad un tamarrone doc
b) a sciami di scooter truccatissimi e rumorosissimi stile sbarco in Normandia
c) A gruppi di 3 su un'ape (due nell'abitacolo e uno seduto sul cassone che rimbalzava ad ogni buca)
d) a bordo di una punto gialla guidata dal capotamarro diciottenne patentato
Appena entrati nel locale, subito si facevano riconoscere per 3 precise caratteristiche: il casino che facevano, l'abbigliamento pacchiano e il loro inconfondibile modo di ballare.
Per quanto riguarda il casino, questo veniva alimentato dal loro stesso essere in un gruppo -solitamente numeroso- di personaggi che si autoesaltavano a vicenda e da beveroni alcolici di dubbia qualità. Il casino fatto dai tamarri in discoteca era un must: si andava dalle grida quando passava una bella ragazza, ai fischi, alle risse, agli immancabili cori costituiti per lo più da (ooo-ooo-ooo) quando mettevano le canzoni più truzze.
L'abbigliamento del tamarro fra la fine degli anni 90 e i primi anni del nuovo millennio era per lo più contraddistinto da pantaloni plastificati ultrafruscianti in colori improbabili (giallo canarino, arancio, verde pistacchio) abbinati a magliettine striminzite, la buzza da bevitore ben in evidenza, con imbarazzanti e pacchianissime fantasie (righe fuxia e gialle, quadrettini verde acido e celestini) e piumini coloratoni con cappucci di pelo.
Come accessori un'immancabile catena alla Tony Manero al collo e gli occhiali da sole (di notte. in disco.) appunto detti "a maranza", dalle gigantesche dimensioni e con la montatura solitamente in colore bianco.
I capelli del truzzettone spiccavano fra le teste dei presenti in disco per il colore (molto di moda le meches giallo-arancio)ma soprattutto per le dosi industriali di gel grazie al quale, attraverso una sapiente manipolazione della chioma, riuscivano a creare teste puntute e solide come la roccia.
Per quanto riguarda il modo di ballare invece, mi ricordo in particolare alcune variazioni sul tema:
a) ballo base: il tamarro, avvolto nei suoi abitini striminziti, faceva scivolare velocemente i piedoni per terra senza piegare le ginocchia (e del resto come cazzo potevano fare a piegarle, inguainate com'erano nella plastica dei pantaloni) muovendo le braccia a robottino e roteando la testa ingelatinata ed irta da una parte all'altra.
b) ballo del bevitore: il tamarro, già alticcio, ballava il ballo base con la schiena semiappoggiata al muro, muovendosi un po' meno a scatti e reggendo in alto nella destra un bicchiere colmo di non si sa che cocktail mortale, rovesciandone il contenuto un po' qua e un po' là e bevendone il rimanente.
c) Ballo sincrono: due tamarroni amici saltavano in pista e proponevano la loro coreografia, costituita dal ballo base più alcune varianti di loro invenzione sicuramente provate insieme nella loro cameretta una domenica pomeriggio. Era incredibile vedere una perfetta sincronia fra loro mischiata alla loro totale incapacità di seguire il ritmo della musica.
d) Ballo dell'accoppiamento: il tamarro adocchiava una bella ragazza. Puntava gli occhiali nella sua direzione (dove puntasse gli occhi era difficile dirlo, date le lenti scure) e improvvisamente i suoi movimenti si facevano più fluidi e meno scattosi. Invece di muovere i piedi come se stesse eternamente scivolando sul posto, iniziava a muovere il pacco con risultati imbarazzanti.
e) Ballo Dio Bonino come spacca questa canzone: ballato dai tamarri solo quando il dj si degnava di mettere una di quelle canzoni orrende che costituivano i loro inni nazionali. Immancabilmente tutti si mettevano a gridare ballando il ballo base con l'aggiunta di coretti e mani levate al cielo come se avessero voluto tirare ceffoni all'aria.
Questi i tamarri che ero abituata a vedere. Erano una sicurezza: ovunque andassi li trovavi, in qualsiasi posto c'erano almeno 2 persone del genere.
Poi sono cresciuta...che ne è stato dei tamarri? Quelli "dei giorni nostri" si sono per lo più convertiti a una vita normale. A ballare ci vanno di rado. I tamarri della mia età oggi sono tristi, lampadati e vestiti come le persone modaiole ma con meno classe e più chiazze di sudore.
I neotamarrini invece imitano semrpe di più i rapper americani ma fanno troppa poca scena al confronto dei nostri.
Che tristezza pensare che si è invecchiati ma soprattutto che i maranza come li conoscevo io si sono estinti!!!
venerdì 28 settembre 2007
Questa sala c'ha rotto i coglioni
Allora, a me la Sala mi piace. E' un bel posto, una bella piazzetta medievale rimasta più o meno intatta da un punto di vista storico artistico. Adoro di giorno l'odore di frutta, verdura, pesce e formaggio che si respira nei suoi vicoli...ma la sera m'ha strarotto i coglioni.
Qualche anno fa Pistoia aveva altri punti di aggregazione: prima venne il periodo del bar al centro del parco di Piazza D'Armi (dalla Sara detto "Baraccopoli" )ma ci furono dei problemi di droga e gente imboscata fra le frasche per cui dopo alcune retate della polizia fu soppiantato dal più pratico Frisco, casottino in ondulato al centro di Piazza Mazzini dove i giovani potevano prendersi da bere e conversare intorno a due vasche di acqua putrida e pesci morenti e sedersi sulle panchine. Il vantaggio di Frisco era quello di essere assai accessibile, nel punto di intersezione fra due strade abbastanza transitate, e di avere un ampio parcheggio accanto (che, come c'insegna Elio in "Tapparella" è una cosa fondamentale), per cui non era strano fermarsi un po' lì, bere un bicchiere e poi partire in macchina bello arzillo verso altre destinazioni.
Quando Frisco iniziò a decadere iniziò parallelamente l'ascesa della sala. La Sala era allora un posticino tranquillo, di nicchia, con un bel pubbettino dove bersi una buona birra e fare due chiacchiere in santa pace, l'ideale per chi non amava particolarmente Piazza Mazzini (come me). Poi la cosa inspiegabilmente degenerò. Frisco fu lasciato alla stregua dei pischelletti mentre la Sala fu invasa da tutta quella STESSA gente che l'anno prima se ne stava a sorseggiare da Frisco. Cambia lo scenario ma la storia è sempre la stessa.
E ora veniamo al dunque: perchè a me la sala dovrebbe avermi rotto i coglioni?
Ora non nego che sia bello avere un posto di aggregazione, un posto dove andare per fare quattro chiacchiere e trovare sicuramente qualcuno che conosci, della serie che si fa? Di andare fuori Pistoia non c'ho voglia, soldi in tasca ne ho pochi, non ci sono programmi interessanti in ballo...ma sì, andiamo sulla sala, facciamoci una bevutina tranquilla, 2 chiacchiere e poi a nanna. E questo ci può stare. Del resto anche io sono visibile sulla sala spesso e volentieri. Quello che però non tollero è il risvolto OSCURO della cosa. Mi spiego.
Esempio A: sabato sera, siamo tutti felici e contenti a cena insieme fra amici. Si ride, si scherza, ci si diverte. A un certo punto c'è quasi sempre qualcuno che si alza e dice: oh ragazzi, io voglio andare a vedere chi c'è sulla sala. MA chi cazzo te lo fa fare? ma non si sta bene fra noi? Siamo qui che si ride e si scherza al calduccio. ma chi vuoi che ci sia? i soliti di sempre.
Mi pare di vederli 10 minuti dopo, aggirarsi sulla sala, le mani in tasca per scaldarsele dal gelo, alla ricerca frenetica di qualcuno con cui parlare. Che poi alla fine la gente con cui parlare è sempre la stessa: vecchi compagni di scuola, amici del tuo gruppo o semplicemente conoscenti. In tutti i casi se sulla sala ci vai tutte le sere i discorsi saranno più o meno sempre gli stessi, no? Se dovevi beccare una tipa e rimorchiarla ti era già successo, no?
Esempio B: i soldi (strano ma vero) ce li abbiamo, la voglia di girare anche e un programma alternativo pure. Si dice: oh ragazzi, va bene se venerdì andiamo a vedere quel locale nuovo? dai passiamo la serata lì. Però bisogna partire presto perchè è a Firenze...
Dal coro si alzan sempre una o due voci: "mah così presto? Ma io prima volevo andare sulla sala..."
Ora io mi domando e dico cosa ci sia di così bello. Sarà che io sulla sala ci lavoravo...Per un anno ci ho passato quasi tutte le sere della mia vita, ma così tanto contenta proprio non mi pareva d'essere.
Anche ora ci capito, ma non mi pare di sprizzare allegria da tutti i pori...mah...
Ora lo so che con questo post mi attirerò dietro le ire dei pistoiesi. Accomodatevi.
lunedì 24 settembre 2007
In ricordo di un'amica
Oggi frucchiando fra le varie cartelle sparse nel mio computer (chi è disordinato nella vita è disordinato anche nella gestione dei files) ho ritrovato per caso questa foto.
Per coloro che non lo sanno, trattasi dell'interno della mia 126, macchinina rossa bellissima ereditata da mia nonna quando le cascarono le cataratte (e gliela dovemmo togliere a forza perchè sennò lei continuava a guidare, costituendo un pericolo per sè e per gli altri) che fu subito utilizzata dal mio gruppo di squinternate pendolari (io, la Sara, la Laura, la Bene, la Mari) per muoversi fra i vari dipartimenti pisani. Una macchina in multiproprietà, della quale dividevamo le spese, ma anche una specie di amica, di animale domestico da coccolare. Al suo interno viaggiavamo, andavamo al mare, pranzavamo, studiavamo e io mi ci lavavo pure i denti (poi vabbè, sputavo il dentifricio fuori dal finestrino ma questo è un altro discorso). E' stata un'amica, una macchina, una casa, una confidente e chissà che altro.
Per renderla più "confortevole" (come se una 126 minuscola divisa in 5 potesse mai diventare confortevole) l'avevamo addobbata per sentirci a casa. Questa foto mostra una parte dell'arredamento che ci avevamo messo dentro. Dalla foto sono esclusi il presepe, utilizzato solo nel periodo natalizio, e le parrucche, usate invece durante carnevale. Per un breve periodo di tempo fu aggiunto all'arredamento ed ai soprammobili anche "quizzy", l'indimenticabile telecomandino anni 90 lanciato dalle trasmissioni di Mike Bongiorno dell'epoca. Narra la leggenda che, se indovinavi le risposte ai quiz presentati durante la trasmissione premendo i tasti nella corretta sequenza, quizzy si mettesse a suonare l'inno alla gioia.
Dopo averci accompagnato per ben 3 anni la nostra macchinina è passata a miglior vita tramite la crudele mano di un'autodemolizioni. Causa del decesso: frizione andata.
Invito tutti coloro che leggeranno questo post a fare un minuto di silenzio in memoria della sempre mitica 126, l'unica auto capace di fare il rumore di una ferrari pur viaggiando a 10 km l'ora.
giovedì 13 settembre 2007
Provviste per l'inverno
L'estate è finita e mi appresto al letargo. L'inverno mi spaventa sempre un po', per cui investo questi ultimi giorni di caldo nella preparazione per quello che verrà. La stagione fredda mi sembra terribilmente lunga e noiosa, e mi incatena a un posto che non mi piace.
Adesso faccio come gli scoiattoli: ammasso cibarie etc nella mia tana, tutto l'occorrente e mi libero del superfluo. E' brutto rendersi conto che qualcosa che ha fatto parte della tua vita per tanto tempo possa risultare una zavorra anziché un aiuto. Ma devo liberarmi del superfluo, e prepararmi ad affrontare un altro inverno lungo, freddo e anche stavolta da sola.
Ironia della sorte, sono sempre da sola nei momenti difficili. Alla fine la solitudine diviene una tale abitudine che non puoi nemmeno immaginare la tua vita in un modo diverso, al fianco di qualcuno.
Non è che sia difficile per me stare da sola...cioè, lo stare da sola diventa difficile quando mi metto a pensare, troppo.
Vorrei ancora essere a Barcellona, la confusione fuori che assorda quella dentro di me, il caldo che mi avvolge, la gente, mille sguardi fra gli sguardi.
Adesso solo occhi stanchi o troppo distanti. Cerco i miei nello specchio, sperando che mi diano delle conferme, che mi dicano "stai agendo nel modo giusto".
Dedicato a tutti gli amici che ho perso per strada senza nemmeno capire bene come.
venerdì 7 settembre 2007
Un'ora e mezza di relax
Capita, nelle giornate come la mia di ieri, definite "di merda" di aver bisogno di staccare con tutto, spegnere il cervello e rilassarsi. Ognuno lo fa a modo suo: mia madre guarda Porta a Porta (Dio la perdoni!!), mio nonno faceva le parole crociate...Questo rilassarsi a modo proprio crea a mio parere delle sicurezze, diviene come un rito perchè queste cose ci sono note, sono familiari, la loro ripetuta routine (si veda ad esempio l'onnipresente definizione della Settimana Enigmistica "Pallida rosa" o il "dlin dlon" seguito dalla musica sparata di "Via col Vento" di Porta a Porta) ci coccola, ci consola dall'imprevedibilità della vita.
Ecco, il mio metodo di rilassarmi è guardare film horror o thriller. Sembrerà strano, lo so, ma niente a mio avviso è più sicuro e prevedibile di un film horror fatto coi piedi. (Quelli belli, che sono tutta un'altra cosa, sono difficili da trovare!)
Gli horror-trogolai in effetti seguono sempre degli schemi fissi, paradossalmente solo in un film horror del genere tutto va come è stabilito che debba andare, per cui in quei momenti io spengo il cervello e mi abbandono a bagni di sangue, sbudellamenti, grida e corse col nemico alle spalle.
Nei filmonzi horror ci sono sempre delle costanti dalle quali non si scappa: il nero che muore subito proprio perchè di colore, il fumatore anche lui destinato a morire perchè tanto se non l'ammazza un mostro o uno psicopatico sarebbe ucciso da un cancro ai polmoni quindi alla fine il mostro altro non fa che anticipare un destino segnato, una scena di sesso gratuita e alquanto scontata fra le uniche due persone decenti che fanno parte del cast e delle quali andava pur fatta vedere un po' di carne in più, il buono e un po' sfigato che alla fine trionfa o, nel sottogenere "horror patetico con finale aperto" muore...
Come non citare poi la donna in preda al panico che grida come un'ossessa e crea più danni della grandine, il classico assalto alle spalle con utilizzo terroristico di picchi sonori, la fuga disperata dell'ultimo minuto (quando era ormai da due ore che tutte le persone normale avrebbero già annusato che era tempo di levarsi dai coglioni)?
Ci sono poi le frasi....aaah, quanto adoro le frasine dei film horror...
"Andrà tutto bene" tormentone onnipresente che porta una sfiga tremenda
"Se è uno scherzo non è divertente" (ma che fantasia)
"Questo posto ha qualcosa di malvagio...lo SENTO" (Grazie al cavolo, è mezz'ora che muore gente, volano mobili, cola sangue dalle pareti...)
Insomma, ho finito per associare il mio rito rilassante della visione di un horror alla tombola dei vecchietti la domenica pomeriggio sotto Natale (nelle altre città non lo so, a Pistoia però questo avviene al Circolo Garibaldi)...perchè alla fine è uguale...del tipo: mi manca un "Andrà tutto bene" per fare cinquina...nooo, porcaputtana, me l'ha strozzato, ha detto "Vedrai che riusciremo ad uscirne"...sto per due alla tombola: il nero ucciso e la porta che sbatte all'improvviso...azz, è uscito il ritardato con le premonizioni e io non ce l'ho!!
Alla fine sapete cosa? vorrei che la mia vita fosse un film horror, almeno saprei davvero come gestirmela, invece che palle, non mi capita mai di dover combattere a mani nude contro un folle che sta brandendo una motosega (me la caverei infilandomi in un ambiente stretto: "o passaci cretino con codesta motosega ingombrante da un pertugio di pochi cm!")ma mi devo scontrare con ben altri mostri: la tesi, il precariato, gli amici che te la tirano in quel posto, le paturnie della gente, le mie funari...
Beh, a ognuno la sua croce, che vi devo dire? Fortuna che le case produttrici continuano a sfornare filmazzi horror da un tanto al kg...finchè avrò loro non avrò problemi a rilassami!!
giovedì 6 settembre 2007
Un mito!
Ultimamente mi ero dimenticata della sua esistenza...poi oggi all'improvviso mi è tornato in mente. Signore e signori, ecco a voi un personaggione di Pisa: Filippo Bellissima, l'uomo col megafono che si aggira per le strade della città infamando le istituzioni, il rettore o, come in questo caso, il papa...un grande!!
domenica 2 settembre 2007
sabato 1 settembre 2007
Pensieri di finestate cioè la Festa dell'Unità
Adesso mi metto qui e scrivo quello che mi passa per la testa, così mi sfogo.
L'estate sta chiudendo i battenti e c'è la festa dell'Unità a Pistoia che me lo ricorda. Ecco una cosa strana. Amo l'estate e ODIO la festa dell'Unità. La odio proprio perchè amo l'estate, perchè essa sancisce definitivamente la fine dell'estate e, ai tempi della scuola, sanciva definitivamente anche la fine delle vacanze estive (di solito l'ultima sera di vacanza si andava alla festa dell'Unità per chiudere "in bellezza"--->affermazione da leggere con sarcasmo). E, insomma, mi sa che in qualche angolo della mia mente, non so per quale strana associazione malata di idee, io dia la colpa alla festa dell'Unità per la fine dell'estate. Secondo me se quella cazzo di festa dell'Unità non venisse a Pistoia l'estate non finirebbe, ne sono più che sicura.
La vedo arrivare come una minaccia già i primi giorni di Agosto, quando sotto al sole caldissimo inizio a scorgere gente che con manovre assai losche inizia a montare in sordina gazebi, stand e palchi in legno marcio e un brivido di freddo mi accarezza la schiena anche con 40 gradi all'ombra. Sì, perchè già so che quando tornerò dalle ferie la maledetta la Festa dell'Unità (nota anche come Festa dell'Umidità) sarà lì ad aspettarmi, maligna, pronta a portarmi via l'estate con le sue sedie di plastica bianche a suon di liscio...
La festa dell'Unità di Pistoia è sicuramente, fra le feste all'aperto della zona, quella più fiacca e loffia. E' l'ultima e la più sfigata. Non offre nulla di "sugoso" ma soltanto una rassegna di cose "già viste e già vissute":troppo grande per essere la festa del paesino, dove si può respirare un'aria di folklore familiare e mangiare dell'ottima rosticciana, troppo piccola perchè proponga qualcosa di nuovo ed interessante e per incontrare gente nuova. Ci sono i dibattiti politici che non ho la minima voglia di ascoltare, perchè tanto non si dirà niente di nuovo, l'immancabile stand delle macchine che non me ne può fregare di meno, il capannone della birra dove te la fanno al solito prezzo di un pub solo più annacquata, il tendone della Folletto (tm) che tanto ho già a casa (merito di mia mamma), lo stand dei libri talmente umidi da essere buoni solo per farci i carri di carnevale e che altro? Ah sì, qualche concertino (solo di rado ci suona gente valida), i padiglioni della rosticciana (troppo affollati e dal cibo troppo scadente) l'omino della "ruota a premi" che promette sempre la stessa spalla di maiale da anni che ormai si sarà fossilizzata e da ultimo ma non per ultimo il solo stand che salverei, quello delle crepes...(ma mi son messa a dieta!)
Bah, non sapevo cosa scrivere e ho parlato tutto il tempo seminfamando la festa dell'Unità per il solo fatto che a Pistoia cade fra Agosto e Settembre...la facessero a Giugno o a Luglio son sicura mi sarebbe rimasta molto più simpatica.
Adesso stacco, vado a prepararmi, vado a cena fuori e dopo indovinate un po' dove dovrei andare? Avete indovinato: alla Festa dell'Unità.
domenica 26 agosto 2007
venerdì 24 agosto 2007
Incontrare Totò a Barcellona
Sembra impossibile ma è proprio così. Totò a Barcellona, non è uno scherzo. E non si trova in un ristorante napoletano.
Mi aggiro per le sale ampie e asettiche del MACBA dove diversi schermi trasmettono all'unisono videoinstallazioni quando sento la sua voce, inconfondibile. Vado subito alla fonte: una piccola stanza allestita come un cinema. 4 file di sedie e uno schermo. Sullo schermo lui, il Principe, ma anche Franco e Ciccio.
Mi domando se non sia un'allucinazione ma è proprio così: al museo di Arte Contemporanea di Barcellona, in una sala allestita appositamente trasmettono a ciclo continuo un corto in italiano (sottotitolato in francese). E che corto! Pier Paolo Pasolini "Che cosa sono le nuvole". Mai visto prima. Pochi minuti di filmato e sono rapita. La mia soddisfazione raggiunge l'apice quando mi rendo conto che la sala è piena e non di italiani: francesi, spagnoli, inglesi e gente di chissà che altre nazionalità fissano lo schermo. Magari non tutti capiscono cosa stiano dicendo, ma ridono di gusto nel vedere la mimica di Totò e le gags di Franco e Ciccio. Tutti rapiti come me.
Pochi minuti e il corto finisce, sulle note di una canzone cantata da Modugno che recita anche lui come comparsa. Sono commossa dalla delicatezza del filmato, ma allo stesso tempo orgogliosa del fatto che l'Italia continui in modo ancora rilevante e forte ad essere presente nei musei del mondo e non solo con le varie Gioconde e i vari Caravaggi o Michelangeli, ma anche con qualcosa di più "moderno", seppure ormai appartenente al passato. E felice che il Principe sia presente anche nei musei stranieri, e faccia ridere non solo gli italiani, ma anche qualche giapponesi, tedeschi, americani o "chicche..e sia!".
Detto questo, consiglio caldamente a chi non l'avesse visto di vedere il suddetto corto dal titolo "Che cosa sono le nuvole", dolcissima allegoria della vita spiegata da...marionette. Teatro nel teatro nel teatro, con attori e comparse eccezionali.
Fra l'altro ho anche scoperto che il corto è disponibile anche su youtube, sebbene suddiviso in varie parti... Grande Totò!!! W il cinema italiano e Cinecittà quando non era solo la sede della casa del Grande Fratello!
giovedì 23 agosto 2007
Alcune cose che ho scoperto in vacanza a Barcellona
2) I truzzi italiani non legano nemmeno le scarpe ai truzzi di Barcellona. Se volete riscoprire l'essenza del termine tamarro fatevi un giro per le strade della città catalana...ne vedrete delle belle...roba che in confronto Fast and Furious pare un documentario sul bon tonne e Vin Diesel un damerino del '700
3) Non esiste bar anche solo un pochino lurido in tutta Barcellona nel quale non faccia bella mostra di sè accanto all'ingresso un bel videopoker dalle luci e suoni ammiccanti
4) Gli indiani a Barcellona sono più degli autoctoni (quelli dell'india eh non i pellerossa!) e detengono il monopolio del piccolo commercio. Non c'è minimarket, negozio di souvenirs un tanto al kg o spaccio di snacks nelle stazioni della metro dove non campeggi dietro a uno sgabello almeno un indiano. Nel caso dei minimarket invece sono in due: uno alla cassa e l'altro che controlla che nessuno rubi niente.
5) Se gli indiani non lavorano, vanno a giro. Il più delle volte li potrete vedere a coppie di due giovani di sesso maschile, ambedue vestiti con jeans e camicetta dai colori sgargianti a mezze maniche. Uno dei due, comunemente noto come il "mattacchione" si contraddistingue quasi sempre per l'atteggiamento più scapestrato e menefreghista e per il taglio di capelli più avvenieristico (vale a dire che invece della divisa da una parte porta un pochino di gel). L'altro, noto come "il responsabile" mostra invece un atteggiamento serioso e impeccabile, controllando che l'altro non si cacci nei guai.
6) Io attraggo particolarmente gli indiani del tipo "mattacchione", che amano mandarmi sguardi languidi in metropolitana (vedi punto 7)
7) La metropolitana costituisce uno dei momenti principali per tentativi di approccio maldestri da parte dei più sciroccati e degli indiani "mattacchioni". Appena entrati in una stazione della metro viene messo in atto l'antico rito di seduzione dell'abitante di Barcellona, che manderà sguardi languidi ed intensi alla giovane prescelta che sarà costretta, per non dare adito a false speranze, a fissare la mappa di tutte le linee della metropolitana, imparando così a memoria i nomi di tutte le stazioni di Barcellona.
8) Nonostante sia vietato dalla legge, il gioco delle 3 carte sopravvive coriaceo sulla rambla. Si vocifera che il racket del gioco delle 3 carte sia in mano a un napoletano e io ci credo.
9) Il cuore della casa a Barcellona è il terrazzo. Sui terrazzi la gente ci mette di tutto: dalle piante (in quantità industriali) alle bombole del gas agli snowboards (??) per arrivare alle bici e ai motorini. Sui terrazzi la gente sta a ore: ci parla da un balcone all'altro, ci cena, ci beve, ci telefona, ci amoreggia, vengono tagliati i capelli con la macchinetta etc etc. Non si sa se sia usanza locale o che altro, fatto sta che a partire dalle 21 di sera praticamente su un balcone ogni 10 sia che il clima sia mite o afoso potrete vedere persone di sesso maschile (dai 10 agli 80 anni) a torso nudo. Cosa facciano e perchè stiano tutti a torso nudo visto che le zanzare letteralmente ti mangiano resta ancora un mistero. Forse si tratta di un'usanza locale.
10) Cosa sono i Tapas? Ufficialmente sono degli snacks da aperitivo: della serie uno va in un bar dalle 7 in poi e può trovare un vastissimo assortimento di crostini, bruschette, patatine, crocchette, insalate di pesce, polpettine etc da mangiare accompagnati dalla sangria o da altre bevande alcoliche. Ufficiosamente sono delle inculate paurose. Calorici e frittissimi, quando accompagnati da qualcosa di alcolico daranno inizio a un processo di sudorazione crescente che farà aumentare la sete. Apparentemente costano poco (con circa 3 euro ti danno un piattino con 4 unità)...il problema è che con un tapas non ci si sfama, ne occorrono molti. Questo porterà il malcapitato turista, mezzo brillo dalla sangria, a uscire dal locale con un bel po' di euro in meno e ancora affamato. Un consiglio? Meglio andare nei ristorantini tipici. Con 15 euro a testa mangi dei buoni piatti locali in abbondanza, come la paella, e ti bevi del buon vino...Morale della favola: spendi circa lo stesso, non avrai l'ascella pezzata e quando esci non hai più fame!
lunedì 13 agosto 2007
Ri-chiuso per ferie
Cari tutti, ebbene sì, parto di nuovo, stavolta la meta è Barcellona.
Se tutto va secondo i piani alle 13 e 30 di oggi un volo rigorosamente low cost dovrebbe portare a destinazione (o quasi) me e le altre due squinternate che hanno scelto di fare con me questa vacanza.
Notizie dell'ultim'ora danno tempo pessimo a Barcellona per tutta la settimana, mentre altre (vedi i commenti di feedback sui vari siti) sostengono che il nostro albergo sia rumoroso, sudicio e che le camere siano minuscole...staremo a vedere...
Buone vacanze a tutti!!!
mercoledì 1 agosto 2007
Il viaggio della speranza
Atto primo: la partenza
Domenica 28 ore 13 dunque mi metto in viaggio alla volta di Golfo Aranci per prendere il traghetto della Sardinia fino a Livorno, quello in partenza alle 15 e 30 per essere precisi,tutta bella abbronzata e col sorriso disteso di una persona che ha passato una bella vacanza...ecco, l'abbronzatura è rimasta, il sorriso invece si è tramutato in un ghigno rabbioso dopo...mmm...diciamo 5 minuti.
Fa un caldo boia, ho un sonno tremendo e mentre faccio le ultime curve verso il porto penso: mmm quasi quasi mi prendo una bella cabina e dormo tutto il tempo che domani mattina devo andare a lavorare...due curve sotto sento un brivido corrermi lungo la schiena a mò di presagio mortale scorgendo in sequenza: a) la nave lontanissima all'orizzonte che deve ancora entrare nel golfo, in ritardo di almeno mezz'ora e b) una DISTESA, ma sapete cosa vuol dire una DISTESA? di macchine in minacciosa attesa arrivate lì (un si sa come mai poi) con tipo 3 ore di anticipo...
Non mi resta altro che sperare che mi mettano in una fila buona e che mi facciano entrare presto.
Atto secondo: l'imbarco
La nave arriva e attracca dopo un'ora di sole che picchia sulla testa facendomi liquefare e nel frattempo la distesa di macchine si è decuplicata, divenendo un mare arrovellato di gente che urla e sbraita. A quel punto mi viene un sospettino ma no, non ci voglio credere.
Dopo un'altra mezz'ora buona ad attendere che i vacanzieri in arrivo sbarchino, la bagnarola comincia a imbarcare la fiumana di macchine...tutte, tranne la mia e poche altre. Alla fine, salendo con la mia lancia y, ultima insieme a 4 suv sfigati e un paio di camion, il sospettino si tramuta in sospetto...prendo il plaid multiuso da picnic della lidl (tm)e salgo la scala che mi porta alle sale passeggeri.
E lì l'incubo...solo in quel momento arriva lapidaria la conferma di quello che per tutto questo tempo avevo testardamente negato a me stessa: quelli della sardinia hanno stipato quella cavolo di nave all'impossibile. Cazzo, ai tempi del diluvio unversale Noè aveva avuto un bel da fare con la sua arca, ci aveva messo due animali per ogni specie, immaginatevi voi il pienone e la puzza...ma lì, su quella maledetta nave della sardinia le cose erano di gran lunga peggiori. Altro che due animali per ogni specie! Tolti due cani con la lingua a cravatta e 3 gatti sparuti la nave è GREMITA di gente, in particolar modo bambini.
A gomitate mi faccio largo, le cabine, manco a dirlo, son esaurite da eoni, non c'è un posto a sedere a pagarlo oro. Tutti i luoghi dove una persona può poggiare un quarto di culo sono stati presi: sedie, tavoli, sdraio, cuscini, la gente è ovunque...
Con un occhio che trema e la bocca storta inizio ad arrancare per trovare un posto. Rimangono due scelte: "la stanza dei giochi dei bambini (urlanti)" che, come recita il nome stesso, è piena di bambini (urlanti) o il sotto sudicio di una scala che conduce ai garages. Avendo mal di testa opto per il sudicio. Stendo il mio telo multiuso (tm) e in quel momento noto che a breve distanza, solo a parte me in quel luogo dimenticato da dio ma non certo dalla polvere, c'è un baldo giovine davvero carino: occhi celesti, capelli biondi, naso all'insù. Beh magari intavolo conversazione con questo figone e stai a vedere che questo viaggio che si prospetta infernale non sarà così pessimo come credo. No, è pessimo come credo: il figone, che evidentemente non è mai stato alla lidl, si stende così come è, privo di un qualsivoglia telo o protezione, sulla moquette orrida infettata da batteri e nel giro di due minuti chiude gli occhi per riaprirli solo all'attracco. Di tanto in tanto controllo che respiri, non si sa mai...
Provo a dormire. Tutte le volte che quasi ci riesco una voce all'altoparlante mi ricorda che i negozi, la profumeria e il ristorante sono aperti e a mia disposizione.L'aria condizionata a livelli terroristici mi fa venire un mal di gola memorabile, mentre io, ormai rassegnata, inganno il tempo facendo le parole crociate.
Dopo 40 volte che la voce registrata mi ripete che il ristorante self service è aperto, non so se per vera necessità o per effetto nemmeno troppo subliminale, mi viene fame...Riemergo dalle stive alla ricerca del tanto pubblicizzato ristorante, pubblicizzato così bene che è pienissimo, praticamente tutta la gente della nave (a parte il figone che ancora dorme) sta lì in fila. 45 minuti di fila coi vassoi degli altri che mi comprimono il costato per un lurido pezzo di pizza e delle patate gommose. Mentre mangio schiumante di rabbia mi guardo intorno...persone ovunque, grida, casino, bimbi che piangono...e ho una visione...mi immagino che tutte quelle persone siano animali qualsiasi, che so, topi. Una cosa disgustosa!! è pieno dappertutto...topi anziani, topi di mezza età, topi giovani e cuccioli di topo, topi che allattano, topi che mangiano, topi che pagano...A quel punto mi sento un po' Rossella O' Hara in Via col Vento quando, nella celeberrima scena resa ancora più celebre dalla colonna sonora abusata nello show di Bruno Vespa fa il suo giuramento. E' giunto il momento anche del mio: "giuro davanti a Dio-sempre che esista- e Dio mi è -sempre che esista- testimone (in realtà non ero davanti a Dio ma davanti all'Isola d'Elba) che sopravviverò alla metà della gente stipata in questa nave. Lasciamo da parte i bambini, che avendo minimo 20 anni meno di me hanno più chances di vivere più a lungo, ma cazzo io voglio campare più di questi altri qui".
Sancisco il mio patto ingurgitando l'ultima patatina-gum e torno nel mio loculo con vista sulla schiena del bonone.
Atto terzo: lo sbarco
Il porto di Livorno è solo un puntino all'orizzonte quando l'odiosa voce (la solita del ristorante e compagnia bella) inizia a romperci l'anima con un nuovo tormentone: fra un'ora si sbarca. Tutti più o meno sanno quanto è lunga un'ora, ma il fatto che una voce registrata te lo ripeta ogni minuto, oltre a non fartela passare mai, ti mette una certa urgenza. Tutti come pecoroni ipnotizzati iniziano allora a incamminarsi verso il garage.
Dopo mezz'ora, non potendo sopportare la vista del figone che si sveglia bello riposato da una dormita di 6 ore (e lui nemmeno aveva il telo lidl)e la voce metallica che dice che fra un'ora si sbarca (ma non diceva così anche mezz'ora fa?) mi aggrego ai pecoroni, faccio cartella e mi avvicino all'entrata dei garages. Grossissimo errore! Tutta la gente che prima era al self service adesso è lì che si accalca davanti a quella maledetta porta...poco male, fra pochino attraccheremo...sì, col cavolo! un'ora stretta come una sardina (o sardinia?) a sudare come una dannata, sempre fra i bimbi che ora urlano di più e gli umani maleodoranti...poi lo SBARCO.
Per la legge del contrappasso, essendo entrata fra gli ultimi ora sono fra i primi ad uscire..bene, peccato che nei garages, dove si scoppia di caldo e non si respira, tanti autisti si siano portati anche mogli e (indovinate un po'?) bambini quando i passeggeri potevano invece starsene comodi e scendere a piedi dalla scaletta. C'è un tipo, completamente folle, che per preservare il bambino y la moglie dal caldo sale sul suo suvvone (maledetto suv, ancora ci ritroviamo faccia a faccia eh?) e, dopo averlo acceso e aver sgassato (ancora a boccaporti chiusi) attacca l'aria condizionata a tutta manetta, lasciando noi in una nube di gas di scarico mefitico...
Alla fine riesco a uscire (semiviva) da quella trappola per topi e mi ritrovo a Livorno...imbottigliata...tempo stimato per uscire da Livorno e prendere l'autostrada...1 ora e mezzo a passo d'uomo...
Questa è la storia del mio viaggio di ritorno.
Se avete letto fin qui e siete uno di quelli che si trovavano sulla Sardinia Mega Express di domenica 29 in partenza alle ore 15.30 per il porto di Livorno...toccatevi le palle perchè vi ho tirato una di quelle gufate davanti all'Elba che nemmeno immaginate!
sabato 21 luglio 2007
Chiuso per ferie
Non chiamate "chi l'ha visto" se non mi vedrete in giro o se non vi risponderò al cellulare, fa parte della politica speciale che ho scelto quest'anno per le ferie: cercare, per quanto possibile, di sparire dalla circolazione per qualche giorno.Quindi non preoccupatevi-i pochi che ancora si preoccupano di me- se non avrete nuove da me, non pensatemi in un fosso il corpo martoriato dai fendenti di una lama da taglio, pensatemi piuttosto, come spero di essere, a fare il bagno nel mare turchese con una bella abbronzatura e la faccia rilassata.
Sono arrivata a oggi con la lingua per terra, stressata da matti, alle 5 di mattina da una settimana ormai i miei occhi si aprono e non c'è verso di ridormire, incattivita dal caldo dalle zanzare e dalla mi gatta che a quell'ora mi sveglia e fa casino perchè vuole mangiare e andare fuori. Vado a letto alla sera e il mio cervello continua a pensare alle mille cose da fare.
Oltre al caldo, alla tesi, al lavoro, ci si mettono anche dei sani rompicoglioni. Ora sono stanca e mi prendo il mio meritato riposo della durata di una settimana (tirati su le puppe eh!)con il solo scopo di ripigliarmi un pochino perché non è banda.
Buone vacanze anche a voi e gli altri se ne vadano tutti affanculo!
venerdì 13 luglio 2007
Un evento che di nicchia non è di sicuro
Salvo le rare volte che in questo periodo sono stata in vacanza di Blues me ne sono vissuti un sacco e sotto molte forme: da spettatrice dei concerti, da acquirente dei mercatini, da passante, da aiuto-venditrice a un banchino del mercatino, da venditrice io stessa a un banchino del mercatino e (esperienza veramente agghiacciante) come cameriera di un ristorante in pieno centro!! Diciamo che mi manca di fare la roadie e la cantante blues (ma visto il mio fisicuccio e la mia orrida voce nessuna delle due ipotesi suddette dubito si avvererà mai).
Insomma, ormai lo dicono in tanti e io lo confermo: il Blues è decaduto alla grande sotto molti aspetti.
Ricordo tanti anni or sono quando passeggiavo per la città odorosa di incensi e altro e osservavo meravigliata i personaggi pittoreschi che si aggiravano per le strade...molti dei pistoiesi doc, spocchiosi e diffidenti, non vedevano di buon occhio questa iniziativa. "eccoci, arrivano i sudici del blues" si sentiva dire davanti al Ducale "attenti, viene tutta quella gentaglia"...ma ora, mi domando e dico, salvo alcuni coriacei che son rimasti fermi sulle loro posizioni, dov'è finita tutta questa gente che lo criticava?
E' presto detto...in questi 3 giorni tutti i peggio fighetti pottini si trasformano come per magia nei fricchettoni dell'ultimo minuto.
Roba che secondo me se le studiano a tavolino!! Già me li immagino, a 3 mesi dal festival questi tipi, avvezzi alle discoteche bene della Versilia dove c'è "tanta bella gente" che ti fanno? Prendono un paio di pantalonacci (firmati) da casa, scuciono la marca richmond, li fischiano al macero nel cestino dei panni da lavare insieme a calzini coi quali sono andati in palestra senza mai cambiarseli per due settimane di fila e li lasciano lì, dove i batteri si moltiplicano (come ci ha insegnato bene la pubblicità del Napisan Plus) per ritirarli fuori il primo giorno del blues.
Ai pantaloni poi abbinano un paio di ciabattacce (in realtà sono di Gucci e le hanno pagate un occhio della testa lo scorso anno ma con astuzia son riusciti ad adattarle all'occasione, cucendoci sopra con la spillatrice pezzi di spazzatura e tenendole ai piedi mentre camminavano da piazza del Duomo a L'Orsigna e ritorno per 3 settimane a fila)e una maglietta rubata all'imbianchino che gli ha ridipinto la facciata della casa. Per concludere l'opera, dopo essersi legati in vita un cordino con moschettone preso a prestito dal loro vicino che ha fatto il militare negli alpini a mò di cintura, prendono un jambe della Chicco, riempiono un cartone di Tavernello di Morellino di Scansano d'annata e sono pronti.
Alcuni di loro me li vedo già a ricercare nei diari della smemoranda delle superiori i numeri telefonici dei loro compagni di classe che disprezzavano, quelli fricchettoni, per chiedere se per caso hanno dell'erba da vendergli, e il gioco è fatto.
Così te li vedi fricchettoneggiare in giro come i primi dei fricchettoni, loro ai quali del blues non importa un tubo, manco sanno chi suona ai concerti, manco ci vanno ai concerti perchè costano(quelli sì, le scarpe di Gucci no!).
Ora, il vederli in giro non mi fa nè caldo nè freddo, sono abituata alle loro facce, li riconosco anche sotto un quintale di finti rasta fatti coi capelli della barbie delle loro sorelline. Quello che mi fa dare di matto, ma veramente di matto, è quando, presi da un raptus eccessivo di finta fricchettonaggine, iniziano TUTTI insieme e TUTTI rigorosamente ubriachi, a suonare i loro bonghi.
Cazzo, non ce n'è uno che vada a tempo! Fanno un trogolaio incredibile, un casino, un frastuono, la negazione del ritmo e della musica. Ognuno ha un suo ritmo al punto che è come se sentissi un'unica incessante percussione che dura per tre giorni a martellarmi gli orecchi. E nel mezzo, cosa ovvia, si crea il cerchietto dei finti invasati che tentano di ballare su di un ritmo che non può esistere.
Accetto tutto, accetto la finta fricchettonaggine ma questo è un appello serio fatto da una persona che non è nè pottina nè fricchettona: ABBOZZATELA DI SONA' I CAZZO DI BONGHI SE UN LI SAPETE SONARE!!!!
giovedì 12 luglio 2007
ma io dico....
Sono stata un po' meno assidua negli ultimi tempi, come forse avrete notato. No, non ero in vacanza...ero semplicemente a corto di ispirazione. Ma, per fortuna o per disgrazia, questa folle vita riesce sempre a stupirmi e a fornirmi, anche se con un po' di tempi morti, qualcosa di cui parlare.
Vero è che al giorno d'oggi non c'è da stupirsi di nulla, in un mondo dove il trash regna incontrastato, basta guardarsi intorno. Nel caso della mia zona, giusto per citare un esempio, c'è il caso del proprietario (non facciamo nomi) di una ditta di surgelati (dicono) abbastanza nota che, tornato al paesello natìo con un bel gruzzoletto, organizza un festival musicale (e fin qui ok) chiamandolo come la propria ditta (questo fa un po' strano) come una nota razza di cani (!!!) al quale partecipano tante note celebrità.
Che poi uno che legge il volantino mica capisce:
- sarà una mostra canina presenziata da persone famose? C'è il rischio che ai concerti ci vadano espositori di cani poco informati con i loro migliori esemplari che si aspettano di vincere un premio?
- sarà una megavendita promozionale con tanto di omini vestiti alla bo-frost che ti accompagnano ai posti e dopo gli spettacoli tentano di venderti paelle e gelati?
- gli artisti in questione saranno surgelati e ti potrai portare a casa un sacchettino con dentro i Pooh da mettere nel congelatore?
Ai posteri l'ardua sentenza
mercoledì 4 luglio 2007
La mia prima volta...
Ommammasanta, son così agitata che non riesco nemmeno a scrivere!!!
Guardate che straeventone di nicchia che vi schiaffo, stiò!
P.S: non è che avete per caso pensato a un'altra prima volta mia? Vabbè che sono trash, ma certe cose mica ve le vengo a dire a voi...
mercoledì 20 giugno 2007
Ancora sulla nicchia...attenzione all'inganno
La Nicchia è un po' l'anti-massoneria, nel senso che, per entrare a farne parte, NON devi essere importante e nemmeno avere soldi (perchè, ripeto, gli eventi di nicchia sono solitamente gratuiti o, al massimo, volti ad aiutare chi ha più bisogno...appunto, il contrario della massoneria!)ma, come la massoneria, è ovunque, anche dove meno te l'aspetti...
Il pericolo, riscontrato soprattutto negli ultimi anni, è che certe cose di nicchia divengano "moda" e che quindi, per cause di forza maggiori, oltre a non essere più di nicchia ma modaiole, rischiano di dar luogo a falsi e apocrifi.
Ecco di sotto due famosissime discipline, originariamente di nicchia, divenute un po' troppo inflazionate negli ultimi tempi, dalle quali occorre guardarsi le spalle.
1) La nicchia etnica: era il settore più pittoresco, raggruppava sotto di sè eventi tutti generalmente inerenti i paesi arabi o africani (tipo, appunto, il concerto di hukulele suonato dai tuareg). Adesso tuttavia si riscontrano numerosi individui che, pur non essendo di nicchia, si professano sostenitori della nicchia etnica, nelle cui case solitamente è visibile almeno uno dei seguenti oggetti:
- incensi con relativa incensiera realizzata in pelle di animale sudafricano impastata con polvere di cocco e tuorli d'uova di struzzo e dipinta a mano con una mistura di sangue e guano (questo è quello che ti fanno credere loro, in realtà è stata fabbricata in Taiwan sfruttando il lavoro di bambini innocenti e poi messa in vendita fra le offerte civetta dell Penny Market)
- lampada etnica comprata all'Ikea che, si sa, è svedese, ma loro te la spacciano come africana
- cd con canzoni rituali dei beduini cantate quando impastano il pane, da ascoltare in macchina durante i viaggi (occhio, il colpo di sonno con queste è assicurato!!)...ora, vi pare che i beduini si mettano a registrare mentre impastano il pane e che poi pensino di vendere il cd? ma via!! in realtà si tratta dei cori da stadio registrati durante la partita lazio-milan ma camuffati e distorti attraverso non si sa quale marchingegno discografico.
- strumento musicale africano o arabo, possibilmente in terracotta, fabbricato a Peccioli in catena di montaggio
2) La nicchia asiatica. Come la nicchia etnica, solo che riguarda i paesi asiatici. La nicchia asiatica era spesso strettamente collegata alle seguenti attività: yoga, tai ji, medicina tradizionale cinese, reiki. Tuttavia, grazie alla grande moda odierna etc etc, come la nicchia etnica è divenuta popolata da attività paranicchioidi e apocrife, generalmente tutte terminanti per "terapia": mineraloterapia, aromaterapia, metalloterapia,delfinoterapia, o che cominciano con "meditazione": meditazione sui colori dell'arcobaleno, meditazione sui suoni della foresta, meditazione sulle ultime puntate di Porta a Porta...e, a seguire, in ordine sparso, altre attività attribuite a un qualche saggio cinese o santone indiano ma in realtà probabilmente inventate da un mobiliere di Quarrata che ha creato questa credenza per vendere uno scomodissimo divano interamente realizzato in quarzo rosa.
Di attività qui ce ne sono a bizzeffe, è inutile che ve le stia a elencare; anche nel campo dell'oggettistica ormai, visto il grande successo, il mercato si è sbizzarrito, tuttavia, per il puro piacere di nominare alcune di queste cose, vi elenco qui di sotto alcuni oggetti che potrete trovare in casa di un apocrifo sostenitore di questo particolare tipo di nicchia:
- un immancabile acchiappasogni (anche se, da quanto so, credo sia stato inventato dagli indiani d'America che in Asia non ci stanno ma che ci volete fare, gli indiani son pur sempre indiani da qualsiasi parte del mondo provengano)
- minerali, in particolare i quarzi, grezzi o lavorati in varie forme: soprammobili a forma di animali, lampade, collanine o, per l'appunto, il famoso divano in quarzo rosa, rimasto invenduto nei magazzini del suddetto mobilificio di Quarrata per anni che adesso ha finalmente trovato un padrone
- giardino zen (attenzione, il rischio che sia stato comprato all'ikea è altissimo)
- riproduzione di una stampa di Hokusai coi colori sfalsati perchè stampato in serie con un megaplotter malfunzionante
- lampada con lava (che non si sa che c'entri con tutto il resto ma pare aiuti a meditare, su cosa non si sa, forse sugli anni '70)
- ventaglione giappo e katane in plastica alla parete
venerdì 15 giugno 2007
Rito d'iniziazione alla nicchia
Qui di seguito elenco alcune cose che una persona che vuol entrare a far parte della nicchia deve assolutamente fare. Come vedete io sono a buon punto, ma devo ancora fare tanta strada...
1) Andare, almeno una volta nella vita, a un concerto degli Inti Illimani (mima)
2) Vedere almeno un film di un regista sconosciuto e sperimentale senza annoiarsi (c'ho provato ma non ce l'ho fatta)
3) Tenere in casa prodotti da bagno acquistati in un negozio equosolidale, utilizzarli e non avere reazioni allergiche (celo, ma me li hanno regalati. Vale uguale?)
4) Firmare almeno una petizione promossa da Greenpeace (celo)
5) Avere sull'hard disk minimo due canzoni di Marasco (me ne manca una)
6) Andare a cena in un ristorante vegano (mima)
7) Prendere parte ad un flash mob (celo!! non sapete cosa è un flash mob? cliccate qui
8) NON avere un cellulare che scatta le foto (il mio le scattava, poi s'è rotto perchè mi s'è spaccata una bottiglia d'acqua in borsa...conta?)
9) Bere l'amaro "Strega" dopo cena (mi dispiace ma non ce la faccio, mi fa schifo!!)
10) Prendere parte, non importa in che ruolo, ad uno spettacolo di teatro sperimentale (celo celo, eccome se celo!!!)
11) Andare a vedere uno spettacolo di teatro sperimentale (e fin qui celo) e apprezzarne i contenuti (mima!!)
12) Andare ad almeno 5 mostre di artisti sconosciuti e NON tornare a casa domandandosi "ma cosa avranno voluto rappresentare quei "cosi"? (celo!!)
13) Capitare (non per sbaglio) a una festa di elfi (celo, mi ci hanno trascinata, va bene lo stesso?)
giovedì 14 giugno 2007
Analisi sistematica degli eventi di nicchia
1.COS E' UN EVENTO DI NICCHIA
Sapete cosa sono gli eventi di nicchia? Sono quegli eventi, solitamente poco pubblicizzati, che richiamano una fascia di pubblico molto ristretta, principalmente composta da intenditori o presunti tali. Diciamo che l'evento di nicchia al giorno d'oggi è la risposta di nicchia alla presenza di Costantino o di un qualsivoglia tronista di Maria de Filippi in discoteca.
L'evento di nicchia richiama poche persone perchè ovviamente è un qualcosa di impopolare...di volutamente impopolare...non è per tutti, non è per la plebaglia.
2. CHI PARTECIPA AGLI EVENTI DI NICCHIA
Solitamente ci sono tre presupposti fondamentali per poter partecipare a un evento di nicchia:
a) essere intellettualoidi o fingere di esserlo
b) essere di sinistra (in effetti l'intellettuale vero è sempre di sinistra e non si pettina mai, sembra che le tre cose intellettuale, sinistra e capelli siano inscindibilmente legate)
c) non essere modaioli
tutti gli altri che vedete prendere parte all'evento di nicchia e che non si uniformano a questa descrizione possono essere:
a) infiltrati squattrinati che son finiti lì perchè non si paga
b) gente che passava di lì per caso (e che si è fermata perchè non si paga)
c) amici trascinati o convinti (perchè lì non si paga) da un amico amante delle cose di nicchia (conosco bene quest'ultima categoria)
3. COME VENIRE A CONOSCENZA DI UN EVENTO DI NICCHIA
Conosco gente (per rispetto della quale non farò nomi) che letteralmente si ciba di iniziative del genere. Nonostante le mie ripetute domande, non sono mai riuscita a sapere come facciano di preciso a sapere dove e quando si terrà un evento di nicchia.
Solitamente io vengo a sapere che ci sarà un'iniziativa del genere tramite questi amici, ma loro...loro come lo sanno? da altri amici attraverso un tam tam infinito? segnali di fumo? C'è vita su altri pianeti? sono misteri ai quali l'uomo non è ancora riuscito a darsi una risposta.
Inoltre: qualora, per puro caso, gli amanti della nicchia trovassero pubblicizzato che so, su un giornale, un evento, come fanno a capire se si tratta di un vero evento di nicchia e non un qualcosa che si spaccia per tale e che poi alla fine non lo è?
4. DOVE SI SVOLGONO GLI EVENTI DI NICCHIA
Facile, si svolgono ai margini, nei posti meno popolari e meno popolati. Solitamente nei paesini sperduti della provincia. Se poi invece sono eventi di nicchia cittadini, questi si terranno in zone periferiche, poco conosciute, poco raggiungibili, poco note.
Esempio: se volete andare a uno spettacolo teatrale di nicchia non dovete andare al teatro principale della vostra città, ma in un teatro che so, con 15 posti, ricavato in un appartamento del quartiere etnico con le pareti in carta di riso che separano il palco dal bagno.
5. QUALI SONO GLI EVENTI DI NICCHIA
Come ho già detto sono quelli meno conosciuti, sempre con un vago riscontro intellettualoide e più o meno politico...
Ma per meglio capire vi faccio alcuni esempi di possibili eventi di nicchia:
SETTORE MUSICA:
- concerto di tuareg che suonano l'hukulele seduti alla rovescia su groppe di cammelli
- Le confessioni di tutti i cantanti malesiani che si sono trovati a dormire in un albergo che poi ha preso fuoco
- Seminario che ti insegna a cantare con una narice del naso otturata da un tappino di una bic
- Dibattito: "Si suona meglio la chitarra se si ha un difetto di pronuncia?"
SEZIONE FILM E CINEMA:
- La rassegna cinematografica dei film vincitori del concorso per i migliori registi estoni senza un braccio
- Proiezione di un film girato interamente al buio di un famoso regista delle Ande
- Concorso "il miglior cortometraggio interpretato da attori che soffrono di stipsi"
SEZIONE POLITICA/SOCIALE:
- Dibattito politico: "La sinistra ha fatto abbastanza per le persone che son rimaste chiuse fuori di casa senza chiavi?"
- "Aiutiamoli": vendita di beneficienza i cui ricavati andranno a finanziare i dattilografi mancini
- "Il problema della pena di morte comminata per cacate di piccione in zone marginali dell'Antartide": riflessione serale.
SEZIONE ARTI FIGURATIVE E TEATRO:
- Spettacolo di teatro sperimentale dal titolo "Il fiume scorre all'incontrario nel paese degli antipodi", adattamento in italiano del testo di un famoso commediografo stilita del bengala. Recitato da una compagnia teatrale di ex fumatori con l'apparecchio ortodontico.
- Mostra dei migliori quadri aventi come soggetto "il sifone del lavandino"
- Incontro con gli artisti francesi che realizzano sculture in pasta per la pizza e catrame.
martedì 12 giugno 2007
uscendo dal mio corpo (e avendo molta paura)
Non sono andata come di consueto in archivio a studiare per la tesi, ho disertato yoga (Crampo, non me ne avere ma c'ho Arturo solo in casa visto che i miei son andati a cena alla sagra di non so cosa, forse della cotica), domani sono in ferie da lavoro per andare a studiare in archivio.
Praticamente ho preso ferie domani per essere in ferie oggi pomeriggio.
Fra tesi, lavoro e altro non ho tempo per nulla. Mi è stato chiesto "ma quando ti diverti?" ho risposto "quando dormo". Non scherzavo. Infatti oggi pomeriggio "mi sono divertita".
Solo che quando dormo di pomeriggio, almeno io, sto tutta rintronata poi. E rifletto...e rimugino...
Non c'ho voglia di nulla in questo periodo.
La frase più irritante? "Eh, ma se fai così non troverai mai il fidanzato, devi uscire!" dice mia madre e il famoso parentado della sit com...ultimamente ci batte su questo argomento. Cazzo, fatemi laureare, che è già un casino così!! Poi ci sono almeno due punti in questa frase che non mi sconfinferano:
1)Il fatto che presuppongano che io DEBBA trovarmi un fidanzato
2) Il fatto che presuppongano che io VOGLIA trovarmi un fidanzato
Per carità, avere corteggiatori mi farebbe piacere (ed è difficile trovarne quando lavori in un ufficio con sole donne e studi in seminario, a meno che una non voglia rimorchiare un prete, e me ne guardo bene!! Per chi non mi conoscesse: non sto diventando prete, faccio una tesi sui codici liturgici miniati che si trovano in seminario!!)solo che, come ho detto anche oggi parlando, mi fa una fatica immane.
Mi fa una fatica immane lo sforzo che si deve fare per trovare qualcuno, per piacere a qualcuno. Vorrei piacere per quella che sono, per i miei momenti allegri e per quelli di scazzo. Essere libera di essere me stessa almeno una volta tanto, uscita da lavoro, uscita di seminario, uscita dal seminato!! Se vi va bene sono così, altrimenti tanti saluti.
Non c'ho voglia di darmi da fare per piacere. Già ho troppi pensieri.Sul lavoro devo fare le cose perbene ovviamente, la tesi poi non ne parliamo...
Quando ero più pischelletta devo ammettere che era più facile: avevo dalla mia i miei sogni, credevo nella storia, nel darsi da fare per far sì che una storia durasse, crescesse. Poi ho capito che comunque non si può recitare a lungo una parte, cercare di cambiare la propria natura, essere ciò che non si è. Per carità, un minimo ci si deve adattare, ma le persone non cambiano.
Io non cambio, non so se per presa di posizione o per un'oggettiva impossibilità a cambiare. Più si va avanti negli anni, dicevo, più è difficile. A 19 ci credi, ma già a 27 (sì, Crampo, crisi dei 30 anni anticipata, lo so, lo so. Almeno ho solo un invecchiamento precoce per quanto riguarda i pensieri, non della pelle o dei capelli che diventano bianchi)è un casino. Non ci credi più, hai preso delle batoste e soprattutto ti sei abituata a vivere da sola, da single...e più vivi da single più è difficile accettare qualcuno accanto.
Ci sono gli uomini che vogliono la donna forte al loro fianco, ma una persona, donna o uomo che sia, ha pur sempre i suoi momenti di debolezza che non può soffocare se non uccidendo una parte di sè. Perchè sti coglioni non imparano come tutti a bastare a se stessi (no, non parlo della masturbazione) e a essere forti da soli?
Ci sono quelli che vogliono l'oggetto da esporre, e non sempre una persona può essere perfetta, bella e attraente, gentile e simpatica. Ci sono i giorni in cui hai i brufoli, i peli sulle gambe (dannazione, poi quei maledetti in estate ricrescono pure più in fretta, io che son fissata sto sempre col pentolino di cera in mano!), un orzaiolo all'occhio(mai avuti, deo gratias).
Ci sono quelli che vogliono la donna che li ascolti sempre. Cazzo, bimbi, ma vi siete resi conto di quanto siete pallosi a volte?Due palle starvi sempre ad ascoltare!
Non voglio più essere la donna ideale perchè non c'ho tempo, non c'ho voglia, non mi interessa più...permettetemi di essere solo me stessa e non romperò più le palle a nessuno!
Per chi se lo stesse chiedendo: sì, mi devono venire!
domenica 10 giugno 2007
Il mio sabato sera
Ieri sera direi che la situazione era sul trash andante.
Senza ben sapere nè come nè perchè mi ritrovo ad una cena. Avevano prenotato in un circolo arci. Ora, qui occorre fare una digressione.
La nostra società si fondava un tempo quasi completamente sui circoli arci, erano parte integrante della società, della cultura, riempivano le giornate, le domeniche pomeriggio altrimenti vuote...
Ora, in un mondo dove gli aperitivi modaioli hanno avuto la meglio, il circolo arci è divenuta una realtà diversa. I circoli cittadini sono praticamente scomparsi, non avendo più ragione d'essere, mentre quelli di periferia o dei paesini della provincia sono rimasti vivi, quasi come un unico faro per il paese, dove la gente si ritrova, può bere un caffè, può guardare la partita etc..
Esiste però una terza categoria, quella che io chiamo dei circolini "bastardi". Trattasi di circoli che, per far quadrare il bilancio, si sono in un qualche modo adeguati alla società contemporanea, abbandonando il pavimento a piastrelle anni 70 e le sedie rosse scolorite dalle intemperie e con una scusa banale (che può essere la rosticciana più buona dei dintorni, il ballo liscio tutti i sabati per 6 mesi l'anno, la pizza napoletana...) si sono aperti al grande pubblico. Questi maledetti circoli bastardi hanno alzato la cresta, al suo interno l'arredamento alla "vorrei ma non posso" ha preso il posto a quello anni 70 e anche chi ci lavora o li frequenta ha quella puzza sotto il naso tipica da circolinista arricchito.
Ecco, ieri sera son finita a cena in uno di questi circolini bastardi di cui parlo, poco "vorrei" e molto "ma non posso". Ovviamente, essendo una ventina, era stato prenotato. Ci confinano in una specie di veranda in plastica chiusa, praticamente un forno termoventilato le cui pareti prefabbricate non riescono a difenderci dall'orrenda musica proveniente dall'adiacente pista di ballo liscio...anzi! mi sa che eravamo proprio accanto ad una cassa "pompata" a livelli improponibili!!
Appena ci mettiamo a sedere un ometto basso e tarchiato col volto da mastino ci dice con aria torva e minacciosa "ragazzi, io non so chi ha prenotato per voi, ma noi all'undici si chiude, fosse per me non vi avrei nemmeno fatti entrare" (erano le 9 e mezza)...già questo di per sè non era un buon inizio.
Nemmeno il tempo di guardare il menù che c'era già la ragazza a prendere le ordinazioni. Da lì in poi la situazione peggiora sensibilmente, grazie anche al contributo della pista da ballo che ci sciorina i peggiori successi anni 80 ricantati in versione liscio da un cantante che manco sapeva l'inglese e diceva parole a caso a seconda della musica tipo "uicciu uacia".
Un altro tipo, non so se il capo o chi per lui, con gli occhiali da vista che gli penzolano sul collo con una cordicella e l'aria da amministratore di condominio incazzato, viene a più riprese al nostro tavolo dicendo ora all'uno ora all'altro con scortesia epocale "guarda, il fritto s'è finito"..."i gamberetti non ci sono"..."la lombatina e un ti si pol fare". Il massimo viene toccato quando va da una mia amica e le fa "il fritto e un ci s'ha." aggiungendo, dopo aver indicato la pasta che stava mangiando "tu mangerai codesta e basta",
Ci portano la roba tutta insieme, per la fretta di sbarazzarsi di noi: antipasti insieme a pizze e penne e rosticciane...già mangiare con una pistola alla tempia mi indispone...la scortesia nei posti mi indispone ancora di più...ma se tutto questo è condito da canzoni anni 80 in versione samba cantate malissimo e sparate direttamente nelle trombe d'eustachio a non so quanti decibel credetemi, mi scatta un po' d'istinto omicida!!
Morale della favola riusciamo non so come a finire entro le 11 (io avevo il singhiozzo da quanto mi avevano fatto mangiare veloce!) e abbandoniamo tutti incazzati neri quel luogo di perdizione prima che la musica da liscio, ormai entrata nelle nostre vene, ci porti a buttarci in pista e volteggiare ancheggiando scoordinatamente fra settantenni in calore.
Quanto a me, che per rappresaglia ho rubato una saliera in plastica, andandomene ho gettato un po' di sale alle spalle per esorcizzare il posto...non si sa mai!!!