Dalla prossima settimana cambieranno sede alla biblioteca. Cioè, la parte di storia locale-dove io studio- resterà lì in quel polverume muffoso, mentre quella adibita al prestito ed agli studi più "fighi e modaioli" sarà trasferita in un nuovo edificio ultramoderno dove non ci sarà traccia di polvere, almeno per i primi mesi. Che culo! La mia dose di polvere, buio, muffa, muschi, licheni, peste e vaiolo non me la leva nessuno.
Mi spiace che andando a studiare mi troverò sola in quelle grandi stanze inquietanti, invece di ritrovarmi in uno zibaldone di gente messa lì insieme col solo pretesto dello studio. Che poi diciamocelo, è solo un pretesto. A parte me e pochi eletti non studia mica nessuno, ognuno si fa i cazzi suoi. Chi si guarda dvd con le cuffie sul portatile, chi baccaglia, chi dorme, chi manda sms.
C'erano però un pugno di personaggioni divertenti che è giusto ricordare qui, che probabilmente non vedrò più. Tristi come i clienti fissi di un bar di quart'ordine e forse pure più avvinazzati, questi habituès (si scrive così? mah!) ce li trovi sempre, sia che tu vada di mattina, di pomeriggio o all'ora di chiusura, sempre seduti al solito posto, quello che ormai è il LORO anche perchè nessun altro ci si può sedere, dal momento che ci son sempre inchiodati. A volte ti fanno pensare che non siano nemmeno vivi ma statue di cera messe lì per fare arredamento.
Beh, ora che la biblio si svuoterà di questi elementi coglierò l'occasione per sedermi sulle loro sedie, per vedere cosa si prova a guardare il mondo dalla loro prospettiva...chissà.
Il più "celebre" fra i "clienti fissi" è un tipo di età indefinita, può essere un 28 enne che porta malissimo i suoi anni come un 45 enne rimasto particolarmente giovane. Nessuno sa niente di lui, non parla mai con nessuno ma intrattiene delle lunghe conversazioni con se stesso, gesticolando animatamente, davanti alla macchina del caffè. L'unica cosa certa di lui è che è matto, o comunque tutto tutto non c'è, e non dico solo perchè parla da solo (che già di per sè sarebbe un buon sintomo) quanto soprattutto perchè passa ore fermo nella stessa posizione, a fissare il vuoto o a dormire, talvolta anche russare, senza mai studiare o leggere alcunchè. Son arrivata alla conclusione che sia un senzatetto che di giorno vive in biblioteca dove c'è caldo, ha un tetto sulla testa e può stare seduto.
Poi c'è un altro, un ragazzino che dimostra 18 anni ma forse ne ha anche di più, con un muso da topo e gli occhiali e l'atteggiamento irrequieto tipico dello schizofrenico. Non sta fermo un secondo, si alza, prende un libro, lo apre, lo chiude, si rialza, va a consultare i cataloghi e fa ammattire i bibliotecari. Tutti questi spostamenti li fa facendo un casino incredibile, sbatacchiando sedie, gettando rumorosissimamente i volumi sui banchi e soprattutto emettendo dalla bocca degli sbuffi tipo mantice a intervalli regolari che sono veramente irritanti.
Per proseguire abbiamo poi il "maniaco", un signore sulla cinquantina dall'aria loschissima che entra in sala lettura vestito di tutto punto: cappello, ombrello, cappotto. Silenzioso come un ninja, te lo trovi sempre alle spalle con quello sguardo pazzoide e tutte le volte pensi: "vai, ci siamo, questa è la volta buona che mi accoltella". Fortunatamente, per ora non ha fatto niente del genere. La sola cosa assurda che gli ho visto fare (e che mi ha dato FASTIDIO) è stato sedersi davanti a me, aprire il MIO astuccio, prendere una MIA penna (senza chiedermi nulla ovviamente. Io ho provato ad alzare la testa per protestare, ma provatevi voi a dire qualcosa a uno che c'ha quello sguardo lì, se ne avete il coraggio!) e iniziare a scribacchiare geroglifici incomprensibili su un foglio spiegazzato.
C'è poi da fare un discorso a parte, su un personaggio interessante, un ragazzo che mi piace anche a dire la verità. No, lui non è matto, o forse sì, un pochino, ma la sua pazzia non è così evidente. La sua pazzia è al pari di tutti noi. Deve essere un insegnante, o uno scrittore, o un ricercatore. Ha la faccia, la pettinatura, l'abbigliamento dell'uomo qualunque. I suoi occhi sono vispi, tipici della persona curiosa e intelligente, i suoi modi di fare a metà strada fra il timido e lo spocchioso. Sa di avere una certa cultura e ne va fiero.
Solitamente se ne sta in un tavolo in fondo e spesso la gente non si accorge nemmeno che c'è, sommerso com'è dal suo portatile e dalle pile di libri di poesie del Pascoli, che analizza con un'incredibile attenzione, come se il mondo intorno a lui non esistesse, come se in quelle pagine ingiallite fosse nascosto il senso della sua esistenza. Niente distoglie la sua attenzione, neppure gli squilli dei cellulari di chi si è dimenticato, forse volutamente, di togliere la suoneria.
Quando entra o esce dalla biblioteca sembra sempre di fretta, ma quando si mette su quei libri, ragazzi, lo fa con un impegno e una flemma che sono tutta una poesia.
Ecco, lui mi sarebbe piaciuto conoscerlo. Un giorno, particolarmente annoiata dalla mia tesi, seduta accanto a lui, mi son messa a fantasticare su di una possibile conversazione fra noi. Mi sarebbe piaciuto essere invitata anche solo a prendere un caffè con lui. Deve avere una voce profonda e rilassante e i modi educati di un uomo d'altri tempi. L'ho scrutato con attenzione, mentre era immerso nella sua lettura silenziosa dei suoi libri. Beh, sinceramente sapete cosa? Alla fine mi dispiace che non mi abbia mai dedicato, nemmeno per un secondo, la stessa attenzione e lo stesso interesse che quotidianamente dedica al Pascoli.
venerdì 23 marzo 2007
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3 commenti:
Ti devi giocare l'ultima carta, tra poco la biblioteca cambierà sede e non lo rivedrai più! Fossi in te andrei lì con un megascollomozzafiato e mi siederei di fronte a lui... se preferisce il Pascoli alle tue colline vuol dire che l'è buco! .... povera Gattafruata, ti vedo tra dieci anni lì seduta al posto dei "clienti fissi" senza fare nulla, con lo sguardo perso in un punto a ricordare quel giorno in cui provasti ad abbordare quell'uomo d'altri tempi... e i ventenni che verranno lì per studiare vedendoti sorrideranno pensando che devi essere matta a stare tutti i giorni lì con lo sguardo perso verso quel tavolo in fondo alla stanza....
niente scollo, basta con questi clichè per donne e uomini già tutti omologati! vuoi conoscerlo? invitalo tu a prendere un caffè, sono sicuro che non ti riterrà nè sfacciata nè altro. E magari sarà a quel punto ben contento di offrirtelo. Oppure ti dirà che è felicemente sposato.
ma è un rischio che devi correre non puoi aspettare che sia sempre l'uomo a fare il primo passo! girl power! SVEGLIATEVI!
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